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Giochi usati: salvezza o maledizione? - articolo

Che accadrebbe se i produttori di hardware li eliminassero?

Da mesi si fa un gran parlare del futuro dei giochi usati. La maggior parte degli addetti ai lavori li vede come un cancro che sta distruggendo l'industria dei videogiochi, mentre per gli utenti sono una delle poche ancore di salvezza per il proprio portafogli. Sarebbe giusto (e possibile) tagliarli realmente fuori dalla next-gen? E cosa succederebbe se questo accadesse davvero?

I crescenti costi di produzione dei titoli AAA contrastano con una crisi economica ormai grave, palese e che non ha risparmiato quasi nessuno. I colossi cercano di massimizzare le entrate rivolgendosi anche a sistemi di distribuzione alternativi e mercati emergenti, ma questo non basta, c'è bisogno di ben altro.

Sembra paradossale fare un discorso del genere quando una catena mondiale come Gamestop è forse il veicolo più importante per la diffusione dei giochi usati, con introiti che hanno nettamente superato il miliardo di dollari lo scorso anno. La stessa Gamestop che molte compagnie di spicco hanno in cima alla lista di distribuzione e che viene supportata con iniziative come bonus per le prenotazioni e Limited Edition esclusive.

'Gioca di più a meno', così recita lo slogan: ma con la next-gen di console sarà ancora così?

La lotta tra i publisher e il mercato dell'usato si è manifestata in vari modi negli ultimi anni, ma il più diffuso è stato sicuramente quello degli "online pass". Diffusi ormai un po' ovunque, questi codici hanno permesso ai publisher di guadagnare qualcosa anche dalle copie di seconda mano dei giochi, che richiedevano in molti casi l'acquisto di un nuovo "lasciapassare".

Ma paragonato a quello che accadrà in futuro, questo stratagemma non è che una piccola schermaglia da cortile. Alcuni produttori hanno giurato guerra senza quartiere ai giochi usati. Il detonatore è stato attivato quando qualcuno ha iniziato a ipotizzare l'uscita di una nuova console Xbox che impedisse l'utilizzo di titoli di seconda mano. Più recentemente anche la prossima PlayStation (nome in codice, Orbis) è stata accostata ad un presunto sistema anti-usato, che sfrutterebbe il PSN per convalidare le copie nuove di fabbrica.

Ancora peggiore lo scenario che vede Orbis non retro-compatibile con i giochi delle precedenti generazioni PlayStation. C'è già chi paventa uno scenario in cui chi vorrà giocare con i titoli PS3 sulla nuova console dovrà per forza (ri)acquistarli tramite PlayStation Store. Ma, un momento... questa cosa non accade già adesso tra PS Vita e PSP?

"La lotta tra i publisher e il mercato dell'usato si è manifestata in vari modi negli ultimi anni"

I famigerati DRM, già criticati aspramente in questa generazione hardware, saranno sempre più utilizzati nei prossimi anni? Possibile, anzi, probabile... come probabile è la possibilità che i sistemi ideati dai produttori diventino ancora più raffinati e "silenziosi". Già oggi esistono giochi che installano veri e propri firmware univoci dentro le macchine in cui girano, mentre altri richiedono una connessione costante alla rete. Altri ancora hanno invece un limite di installazioni possibili.

Quando si parla di usato, il pensiero va a GameStop: cosa accadrebbe qualora le major riuscissero a eliminare questo mercato?

Va doverosamente ricordato, però, che nessuna di queste soluzioni ha mai funzionato per troppo tempo e che il mercato dei giochi PC "venduti" rappresenta solo una piccola percentuale di quelli realmente in circolazione. Ecco perché i colossi dell'industria stanno tentando anche altre vie.

Il rischio è che limitazioni pesanti come quelle di un hardware che impedisca di far girare giochi usati potrebbero precludere la fruizione dei giochi nuovi agli utenti più giovani, che chiaramente hanno una disponibilità economica molto più limitata. Una mossa del genere probabilmente veicolerebbe ancora di più questa (grossa) fetta di pubblico verso titoli più economici, come quelli per smartphone, e incrementerebbe senza ombra di dubbio il mercato dei free-to-play, che già oggi è piuttosto florido.

A questo punto quindi è lecito chiedersi: ma gli sviluppatori e i publisher si sono mai chiesti cosa pensi realmente il pubblico della questione "giochi usati"? Quella dei videogiochi in teoria dovrebbe essere una cosiddetta "industria di servizio", che assoggetta i propri voleri ai desideri e alle disponibilità del pubblico. In passato era così, ma questa visione si sta perdendo sempre più velocemente.

Ogni singola mossa "anti-usato", anche se camuffata da intenti apparentemente giusti, risulta in realtà essere molto vicina a qualcosa che danneggia l'utente finale. Ovviamente il pubblico non è stupido e infatti le reazioni a queste prime voci riguardanti la next-gen di console sono state a dir poco negative. Gli stessi analisti di settore, spesso più vicini alle "major" che ai giocatori, le hanno criticate aspramente, ancora prima di capire se fossero reali.

Il prezzi del nuovo calerebbero sa scomparissero i giochi di seconda mano? Qualche dubbio lo abbiamo...

"Secondo una ricerca circa il 70% dei giocatori non sarebbe disposto a rinunciare ai giochi usati"

Una ricerca condotta dal sito GameFAQs.com ha evidenziato che circa il 70% dei giocatori non sarebbe disposto a rinunciare ai giochi usati. Una percentuale che sale addirittura all'80% se si accenna anche ad una possibile mancanza di retro compatibilità delle prossime console come misura anti-usato.

La conseguenza finale di una decisione del genere potrebbe essere il definitivo abbandono dei titoli "in scatola", in favore di quelli venduti direttamente online. Nel mercato PC questa opzione è ormai una realtà preferita dalla maggior parte degli utenti, presto potrebbe diventarla anche per i giocatori console.

Ovviamente tutti questi discorsi attualmente sono puramente teorici. Si potrebbe anche pensare che misure del genere potrebbero essere accompagnate da un drastico taglio nei prezzi dei giochi nuovi... che da sempre, dicono gli addetti ai lavori, sono "gonfiati" proprio a causa del proliferare del mercato degli usati.

Sinceramente, però, ci permettiamo di dubitare di questa possibilità. Siamo davvero convinti che senza titoli di seconda mano in circolazione un gioco nuovo possa arrivare sugli scaffali dei negozi ad un prezzo magari inferiore ai 40 euro? E magari una Limited Edition a meno di 50?

Riuscire a prevedere cosa succederà da qui a 3 o 4 anni è davvero difficile. Gli scenari che si aprono vanno dal "promettente" al "catastrofico". La crociata anti-usato è appena agli inizi e le domande senza risposta sono ancora tante, troppe per delineare un futuro per il mondo dei videogiochi.

Cosa accadrebbe alle centinaia di negozi nel mondo se tutto il mercato si trasferisse online? Come potrebbe un giocatore portare il suo titolo sportivo preferito o picchiaduro a casa di un amico, senza la paura che questo non giri sulla sua console? E se la nostra PS4/Orbis o il nostro Xbox 720/Durango in futuro dovesse friggersi, i giochi girerebbero tranquillamente sulla macchina che le sostituirebbe?

Meglio non porsi questioni del genere in questo momento, si rischia di rovinare anche questi anni che rappresentano uno dei momenti più interessanti dell'intera industria dei videogiochi. Auguriamoci solo che per "sistemare" le cose i grandi produttori non finiscano per rovinarle definitivamente.

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A proposito dell'autore
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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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