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Resident Evil 6 - prova

Corri, spara, sopravvivi...

Tra tutti i titoli presentati da Capcom nel corso di questo E3 2012, Resident Evil 6 è stato senza ombra di dubbio quello più atteso. Un onere ed un onore non indifferenti, alla luce dello spasmodico hype che ha accompagnato la genesi mediatica di questa IP tanto bramata e, allo stesso tempo, così temuta dopo le prime avvisaglie di cedimento del precedente capitolo.

La nostra esaustiva prova odierna di questa nuova installazione cronologica di una delle serie horror più amate di sempre, nonostante gli immancabili periodi di alti e bassi che ne hanno segnato l'evoluzione, si è dimostrata particolarmente illuminante per avere un'idea delineata su quello che ci aspetta dietro l'angolo.

In molti, ultimamente, si sono chiesti quale sarà il futuro della serie. Un ritorno ai fasti dell'orrore che caratterizzava i primi capitoli? Una piega action più marcata ed incisiva, come i due episodi principali più recenti lasciavano supporre?

La demo di Chris, tra tutte, è quella che obbedisce maggiormente alle leggi del paradigma action. Con tanto di nemici armati di mitragliatore!

I quaranta minuti che abbiamo trascorso, pad alla mano, snocciolando per filo e per segno la demo preparata da Capcom per l'occasione rappresentano un primo indicatore concreto di questa nuova evoluzione del franchise, a detta del suo stesso team di sviluppo come "un'esperienza terrificante e profonda, che incollerà il giocatore di fronte allo schermo per ore ed ore".

Tagliamo dunque subito la testa al toro: Resident Evil 6 sembra ormai aver abbandonato i paradigmi più tradizionali del survival horror, dimostrandosi tuttavia al contempo un ottimo esponente del cosiddetto action horror. Tanta azione, un pizzico di sequenze cinematografiche e una gentile manciata di sezioni terrificanti compongono dunque la ricetta segreta della nuova IP, che si evolve - ancora una volta - in una direzione del tutto nuova.

Un cambio di virata che da un lato potrebbe essere recepito positivamente da una fetta di utenti più giovane e predisposta alle novità, ma che allo stesso tempo potrebbe essere malvista da quelle vecchie leve, che avrebbero gradito una maggiore affinità agli antichi splendori.

"Resident Evil 6 sembra ormai aver abbandonato i paradigmi più tradizionali del survival horror, dimostrandosi tuttavia al contempo un ottimo esponente del cosiddetto action horror"

Nel tempo a nostra disposizione ci siamo cimentati con le tre le sequenze dei protagonisti (Leon, Chris e Jake) cercando di coglierne le differenze principali in termini di giocabilità.

Il primo playthrough - già presentato come hands off nella recente tappa romana del Captivate - ci ha catapultato nei panni di Leon, durante l'invasione zombie nei pressi dell'università di Tall Oaks. In seguito ad un attentato, il presidente degli Stati Uniti si trasforma in uno non morto, e tocca proprio all'amico Leon piazzargli un proiettile nel cranio.

Jake e Sherry che se la danno a gambe, inseguiti da Ustanak. Mandarlo al tappeto non sarà certo uno scherzo!

Pochi passi tra le pareti addobbate a festa dell'università e pare davvero di trovarsi immersi in un RE vecchia scuola. Ritmo pacato e atmosfera tesa, il background ideale per delle tanto anelate meccaniche vecchio stampo: peccato che, non appena ci si scontra con l'azione vera e propria, il nostro piccolo sogno sia destinato ad infrangersi.

Leon è in grado di gettarsi al suolo sulla schiena, scivolare e sparare da accucciato, oltre che in corsa. Delle abilità indubbiamente interessanti, non così dannatamente utili - almeno per quanto visto oggi - come si potrebbe inizialmente pensare: quando ti trovi a combattere contro zombie lenti ed impacciati, rotolare al suolo e combattere dando sfogo alla propria arte ginnica appare quasi privo di senso. La possibilità di sparare con due pistole contemporaneamente, ancora una volta, appare teoricamente interessante ma si traduce in uno spreco veloce di munizioni.

Gran parte di queste meccaniche rappresenta davvero degli spunti evolutivi degni di nota: peccato che nel contesto in cui sono state presentate esse risultano di scarsa utilità. Pare quasi che tutta la paura e la tensione raggiunte sino a quel punto siano rapidamente fatte scemare da un'attitudine al combattimento che, bullet time a parte, non può non far pensare a Max Payne.

Superato il primo attacco degli zombie "universitari" ci siamo calati nel panni del potente Chris Redfield, già consapevoli del fatto che quanto avremmo visto da lì a breve sarebbe coinciso con la componente più action dell'intera produzione. La demo offre la possibilità di usare un sistema di coperture alla Gears of War, per intenderci, ed equipaggia Chris (e socio) con una serie di armi interamente automatiche con le quali fare a polpette le numerose creature, anch'esse armate, che andremo ad incontrare.

"La paura e la tensione scemano rapidamente per un'attitudine al combattimento che, bullet time a parte, non può non far pensare a Max Payne"

La nuova demo presentata all'E3 2012.

Seppur lontana dalla concezione più pura di Resident Evil, questa sezione si è dimostrata particolarmente interessante e godibile, grazie anche a particolari innovazioni di design che coinvolgono direttamente i vari nemici. Non solo essi vomitano addosso a noi quantità inimmaginabili di piombo, ma allo stesso tempo presentano differenti mutazioni genetiche (conseguenze del C-virus) che scatenano orribili aberrazioni.

Staccate un braccio dal loro corpo ed ecco che, per magia, esso verrà sostituito da ancor più letali tentacoli; amputate invece una gamba e vedrete apparire una piccola creatura simile ad un pipistrello, che nonostante le dimensioni contenute saprà dare del sano filo da torcere. Una trovata interessante, che dona ulteriore mordente ad un gameplay già di suo particolarmente frenetico.

Jake, figlio del leggendario e cattivissimo Wesker, è il nuovo protagonista di questo Resident Evil 6.

L'ultimo tassello di questa attesa dimostrazione ci ha permesso di conoscere da vicino Jake Muller, figlio (come ormai tutti saprete) di Wesker ed esperto nel combattimento corpo a corpo. Una caratteristica da non sottovalutare, che dimostra tutta la propria efficacia nelle situazioni in cui a contingenza nemica si fa particolarmente numerosa, rendendo difficile prendere la mira con precisione.

Affiancato da Sherry Birkins, la figlia di quel William Birkins che mia auguro tutti conosciate, Jake si trova suo malgrado faccia a faccia con Ustanak, una creatura enorme (e somigliante a Nemesis) da cui si troverà costretto a fuggire per gran parte del livello.

"In concomitanza di specifiche occasioni (momenti importanti della trama, boss fight, indagini speciali) sarà possibile far raddoppiare il numero di giocatori cooperativi"

Tale sequenza è quella che fra tutte raggiunge le vette di tensione maggiori: con un nemico praticamente imbattibile che ci bracca senza sosta, al quale si aggiungono altri immancabili zombie piuttosto abili nell'ostacolare i nostri piani di fuga, ci si trova costretti a ricorrere costantemente ai propri riflessi e ad un minimo di tatticismo per eludere le sue cariche e, per dirla facile, non finire prematuramente all'obitorio.

Non bastasse la generosa porzione di codice single player che vi abbiamo appena riassunto, la nostra visita alla base Capcom ci ha permesso di portare alla luce un'interessantissima novità, presentata alla platea selezionata di giornalisti con il nome di Crossover.

Pensate anche solo per un istante di estendere la modalità cooperativa da due a quattro giocatori, facendo sì che personaggi narrativamente separati come Chris, Jake e Leon possano incrociare i propri cammini per brevi sezioni, combattendo fianco a fianco (scambiandosi addirittura il rispettivo partner, come accaduto nella demo odierna) per poi tornare ognuno all'interno della propria storyline.

Il livello di Leon ripropone in parte quelle atmosfere e quei nemici tipici dei tempi d'oro della saga.

Ebbene, avete appena capito in cosa consiste il Crossover. In concomitanza di specifiche occasioni (momenti importanti della trama, boss fight, indagini speciali) sarà possibile far raddoppiare il numero di giocatori cooperativi, invitando alla partita i nostri amici oppure facendo affidamento ad un matchmaking che ce ne assegna di nuovi in modo automatico.

Una volta terminata questa breve avventura parallela, che offrirà chiaramente un livello di sfida e di enigmi proporzionato al numero di partecipanti, potremo tornare allo svolgimento normale della nostra campagna single player/coop per due. Allo stato attuale non sembrano essere previsti particolari achievements specifici: l'unico premio, stando alle parole di Kobayashi, sarà "il divertimento, l'immedesimazione e il piacere della scoperta che deriveranno da questa esperienza di gruppo".

Alla luce di tutto questo, Resident Evil 6 si preannuncia come un gioco estremamente solido che i giocatori difficilmente non apprezzeranno. Non è certo la fotocopia identica dei suoi illustri predecessori, quanto piuttosto l'ultimo esponente illustre di un trend ormai dilagante all'interno dell'Industria: il gameplay, tuttavia, appare indiscutibilmente solido, così come la sua sceneggiatura articolata, che tapperà più di qualche vuoto narrativo lasciato in eredità dai precedenti episodi.

L'appuntamento è dunque fissato per il prossimo 2 Ottobre. Contrariamente alle scritte "No hope left" che campeggiano per le sale affollatissime di questo E3 2012, la speranza di vedere un titolo maturo e profondo nelle sue meccaniche, seppur opportunamente rivisitate, non appare più così vana.

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Resident Evil 6

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PC, Nintendo Switch

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Alberto Destro

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Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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