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Electronic Arts risponde alle polemiche generate dalla vendita delle armi

Ma questa volta gli specchi sono particolarmente scivolosi.

Qualche giorno fa Electronic Arts ebbe la brillante idea di associare al marchio di Medal of Honor la vendita delle versioni reali delle armi usate nell'FPS bellico, con l'intento di devolvere il ricavato in beneficenza.

In seguito alle polemiche sollevatesi, il publisher ha sospeso l'iniziativa. Durante la Gamescom, Greg Goodrich, executive producer EA, ha cercato di difendere la promozione con tutte le proprie forze.

"Si trattava di un tentativo di raccogliere denaro per beneficenza, e puntavamo davvero a raccogliere molti soldi con quel tomahawk, ma ora non so proprio cosa succederà...".

"Se dopo aver giocato a Need for Speed qualcuno mi desse le chiavi di una Porsche, mi dovrebbe per forza venir voglia di saltare a bordo e guidare come un pazzo investendo le persone? No", ha continuato Goodrich.

Lo stesso discorso lo ha poi spostato su Medal of Honor: "In un first-person shooter non insegnamo a qualcuno come sparare meglio o come essere un operatore migliore semplicemente giocando".

Cosa pensate di tutta questa storia? Pensate che EA abbia commesso un errore, o che le giustificazioni elencate da Goodrich siano sufficienti a far passare la cosa come una legittima operazione di marketing/beneficenza?

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In this article

Medal Of Honor

PS3, Xbox 360, Nintendo GBA, PC

A proposito dell'autore
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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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