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Warframe - prova

I Digital Extremes tentano la strada del free to play.

Il free to play è il futuro! Il futuro di un videogioco sempre più interconnesso, in cui il multiplayer infetta campagna e meccaniche, diventando il protagonista di uno scenario complesso ma piuttosto prevedibile. Uno scenario che vede le modalità multigiocatore crescere a dismisura e, nel prossimo futuro, occupare un ruolo ancor più importante nel panorama videoludico, che si sforza in tutti i modi di creare nuovi modelli economici e risolvere lo spinoso problema degli abbonamenti.

Non tutti sono disposti a pagare per poter giocare online. I più recenti MMO, già passati a una formula freemium, lo hanno dimostrato ampiamente e lo stesso hanno fatto i social network e gli app store, che fanno delle microtransazioni il loro punto di forza. Il futuro è quindi nel free to play, quel regime di mercato che vede un gioco completamente gratuito, associato a piccoli contenuti a pagamento, come armi, skin, personaggi, bonus e quant'altro.

L'unica incognita rimane la qualità di questi giochi, troppo spesso trasformati in mere demo dove, superato un certo limite, è strettamente necessario sborsare un bel po' di quattrini per procedere. A sfatare questo mito nell'ultimo periodo ci stanno pensando titoli come Hawken, che mettono in evidenza le potenzialità della formula per tutti coloro che avessero intenzione di cogliere l'occasione al balzo. Per tutti, in questo caso intendiamo i ragazzi di Digital Extremes, che ci hanno gentilmente offerto l'occasione per provare il loro nuovo titolo: Warframe.

Le spade non sono armi a sé come in altri giochi, ma rappresentano il vostro attacco corpo a corpo standard. Un tasto e potrete sguainarle, liberando tutta la vostra furia.

Non vi nascondiamo che ci siamo approcciati al gioco con un po' di scetticismo. Gli sviluppatori sono dei veterani dello sparatutto ma hanno al loro attivo molte, troppe conversioni di IP non proprietarie e il deludente Dark Sector, in curriculum altalenante bilanciato dagli ottimi BioShock 2 e The Darkness 2. Pare però che tutta questa esperienza abbia dato i suoi frutti, ma andiamo con ordine.

"Fin dalle prime schermate, Warframe fornisce un approccio alla trama non particolarmente originale"

Fin dalle prime schermate e dall'immancabile tutorial, questo TPS cooperativo fornisce un approccio alla trama non particolarmente originale ma utile a capire l'ambientazione. Si tratta come al solito di una guerra intergalattica, dove una razza nota come Tenno sta per essere spinta sull'orlo dell'estinzione dai loro mortali nemici, i Grineer. O almeno ciò accadeva sino alla scoperta dei Warframe, esoscheletri da combattimento antichi e potenti in grado di ribaltare le sorti della guerra.

Al comando di uno di essi si muove il giocatore che, in base alle sue attitudini, può scegliere tra i tanti quello che più gli aggrada. C'è ad esempio Volt, che possiede svariati poteri di natura elettrica, oppure il lento ma potente Rhino, in grado di caricare i nemici e resistere anche agli attacchi più devastanti. Noi abbiamo avuto modo di provarne due, Excalibur e Loki.

Ecco il filmato col quale i Digital Extreme hanno annunciato la beta di Warframe.

La nostra prima sortita si è svolta al comando di Excalibur, un Warframe bilanciato e piuttosto standard, con caratteristiche medie in quando a forza, agilità e velocità. La prima cosa di cui ci siamo stupiti è la mancanza di una modalità competitiva. Al contrario di quanto avviene in titoli del genere, gli sviluppatori hanno prediletto il co-op, lasciando il giocatore libero di scegliere solo la missione da intraprendere e, nel caso, se giocare da solo o in compagnia. La prima schermata del gioco è infatti una mappa galattica di buone dimensioni da sbloccare procedendo attraverso le varie missioni. All'inizio è disponibile solo Mercurio e lì ci siamo recati.

"L'equipaggiamento del nostro personaggio è piuttosto standard: pistola, mitra e spada per gli attacchi ravvicinati"

L'equipaggiamento del nostro personaggio è piuttosto standard: pistola, mitra e spada per gli attacchi ravvicinati. Nulla di complesso ma il gioco richiede un sapiente utilizzo di tutti e tre per aver ragione degli scontri. La prima missione è stata piuttosto semplice: con due compagni scelti dal sistema di matchmaking ci siamo trovati a dover distruggere un generatore in una nave nemica, per poi tornare al punto di estrazione. Nessun potere speciale ancora nella nostra fondina e una vasta area da esplorare, con corridoi bui e costrittivi alla Doom, che collegano aree più vaste dove avvengono gli scontri più concitati.

La partita è filata liscia come l'olio ma sono due le cose che subito sono saltate all'occhio. La prima riguarda i nemici: ben curati graficamente, non sono né particolarmente originali né particolarmente intelligenti. Tentano di nascondersi dietro varie coperture sì, ma per la maggior parte del tempo rimangono fermi a spararci e a farsi aggirare e tagliuzzare allegramente. La seconda cosa che abbiamo notato è il sistema di controllo. È supportato completamente il joypad (compresa la vibrazione) ma la mappatura dei tasti è talmente mal realizzata che, per sfruttare diverse funzioni principali come navigare nei menu, dovrete per forza utilizzare la tastiera. Una soluzione che ben presto ci ha fatto abbandonare l'idea e tornare al nostro fidato mouse.

Il cuore del gioco risiede nella cooperazione e tutte le missioni sono state tarate per più giocatori. Potrete anche affrontarle in singolo, ma il livello di difficoltà s'impennerà drasticamente.

La seconda partita che abbiamo affrontato è stata molto più stimolante. Coi punti guadagnati abbiamo comprato un primo potere, una sorta di carica che taglia a fette tutti i nemici che incontriamo, e una doppia katana. Meglio equipaggiati ci siamo dati a una missione dove ci era richiesto di portare in salvo alcuni datapad. A farci compagnia abbiamo trovato un nuovo team ma le stesse, buie ambientazioni, abitate da due o tre tipologie di nemici tutti uguali, che ci hanno dato del filo da torcere. La strategia migliore, resta quella di correre sparando come forsennati contro un nemico, per indebolirlo e tagliarlo poi in due con le nostre spade, ma è possibile anche ucciderlo sorprendendolo con un colpo caricato di spada o, nel caso fossimo accerchiati, fare piazza pulita col nostro potere speciale.

"I nemici, ben curati graficamente, non sono né particolarmente originali né particolarmente intelligenti"

I nostri compagni intanto si danno ad altre strategie. Un primo acceca i nemici con un'abilità che ha lo stesso effetto di una normale flashbang, un secondo li sorprende alle spalle con un'enorme katana, un altro giocatore, più avanzato, usa invece un fucile da cecchino per coprirci. Il team funziona e, dopo qualche missione, arriviamo anche al boss finale della sezione di Mercurio. Un generale molto simile ai nemici che abbiamo affrontato sinora ma molto più potente.

A questo punto ci siamo già cimentati in una buona serie di missioni e sbloccato un paio di sistemi stellari in cui giocare, solo che c'è qualcosa che non quadra. Le ambientazioni ad esempio sono tutte uguali! Cambia la struttura di gioco, cambia lo sviluppo verticale e orizzontale della mappa ma le stanze, i terminali e le texture delle pareti, sembrano tutte appartenere alla stessa astronave. Una sensazione che si ripercuote anche quando, abbandonato Mercurio, ci cimentiamo nei livelli ambientati nelle orbite di Marte e Venere. Cambiano i nemici (tra cui degli zombie simili ai Flood di Halo e strani cyborg dalla testa quadrata), ma non gli scenari.

I Digital Extremes ci mostrano un nuovo filmato di Warframe.

Pare quindi che gli sviluppatori si siano concentrati più sulla struttura dei livelli che sul comparto stilistico, prediligendo la sostanza all'apparenza. Tutti infatti consentono diversi approcci al combattimento, pur essendoci comunque un unico modo per portare a termine la missione. Non è ben chiaro se ciò avvenga perché il gioco è ancora in fase beta oppure se si tratta di una precisa scelta di design, ma se così fosse di sicuro il titolo apparirebbe più che ripetitivo.

"Pare che gli sviluppatori si siano concentrati più sulla struttura dei livelli che sul comparto stilistico"

Tralasciando i mancati cambi d'ambientazione, abbiamo deciso di provare un secondo personaggio, Loki, che ci ha consentito anche di testare le meccaniche economiche del titolo e l'associato market. Un abbonamento premium sblocca l'accesso a nuovi colori e orpelli per personalizzare i propri Warframe e a diversi personaggi. In mancanza di tale abbonamento, dovrete guadagnare denaro e risorse da spendere in tal modo. Noi abbiamo acquistato Loki e abbiamo iniziato a livellarlo.

Purtroppo l'albero evolutivo dove potevamo spendere i nostri skill point era molto limitato e, a meno di non sbloccare la versione avanzata (pagando), non ci è stato possibile potenziare il proprio personaggio oltre un determinato livello. Siamo però riusciti a raggiungere un rango accettabile, dopo parecchie ore di gioco, e lì abbiamo iniziato a notare la differenza col Warframe Excalibur.

Rispetto alle ambientazioni, personaggi e nemici hanno senza dubbio più stile. Peccato che siano tutti uguali.

Loki, come avrete intuito dal nome, basa tutte le sue peculiarità sull'inganno, dotando il giocatore del potere di creare un suo doppio per attirare i nemici, di rendersi invisibile o di teletrasportarsi. In tal modo è possibile sviare gli avversari, coglierli di sorpresa e creare interessanti combo. La nostra preferita combina teletrasporto e fendente caricato: il primo utilizzato per prendere alle spalle gli avversari, il secondo per finirli in un solo colpo.

"Il gioco sembra poi molto, troppo legato alle meccaniche free to play"

Ogni personaggio ha quindi dei propri punti di forza così come dei propri difetti (nel caso di Loki si parla di scarsa resistenza) ed è necessario provarne un po' prima di trovare quello più adatto. Nel nostro caso, purtroppo, non è stato possibile provarli tutti ma il gioco ne offre almeno una decina, che andranno ad aumentare nella versione finale e nei vari pacchetti premium.

Dalla nostra prova, svolta su una versione non ancora completa, il titolo è sembrato promettente ma non privo di difetti. Rispetto ai numerosi concorrenti si tratta di certo di un passo avanti, e la scelta di puntare tutto sulla cooperativa è interessante e da approfondire. Peccato che nonostante un buon gameplay la direzione artistica del titolo non appaia all'altezza. Non fraintendeteci però, il titolo è un buon sparatutto in terza persona, completamente gratuito e interessante, ma non aggiunge nulla di nuovo alla formula del genere, anzi cita da tanti altri sparatutto più o meno riusciti. C'è un po' di Crysis, un po' di Halo, un po' di Gears e anche un po', forse troppo, di Dark Sector (almeno stilisticamente), ma tutto sa troppo di già visto.

I vari Warframe che potrete comprare e utilizzare variano non solo visivamente, ma anche per abilità e caratteristiche. Vi conviene scegliere bene.

Il gioco sembra poi molto, troppo legato alle meccaniche free to play, arrivando a richiedere una microtransazione anche per sbloccare la palette di colori dei personaggi. Si tratta di meccanismi necessari per quel che concerne l'arco vitale del titolo, lo comprendiamo. Senza, gli sviluppatori non potrebbero sostenere le spese di server e aggiornamenti, ma eccedere in questo senso potrebbe rivelarsi pericoloso.

Vale comunque la pena di tener d'occhio Warframe, se non altro per la curiosità che può suscitare un titolo di questo tipo che, ulteriormente limato, potrebbe diventare interessante.