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Primordia - review

L'indie è l'ultimo baluardo delle avventure grafiche?

In un mondo infestato da tripla A, il popolo indie è l'unico baluardo delle avventure grafiche?

Parliamoci chiaro: Primordia non è un titolo adatto a giocatori nati, videoludicamente parlando, in questa generazione. O meglio, non è adatto per coloro il cui vocabolario si basa sull'utilizzo di termini quali Full HD, frame rate o achievement.

Ma è esattamente quel tipo di gioco capace di riconciliarvi col bistrattato mondo delle avventure grafiche e di dare un senso a quella sottile sensazione di nostalgia che vi cattura ogni qualvolta vi ritrovate a spostare il mouse su mondi sempre diversi ma sempre più vuoti.

È forse l'appartenere ad un tempo la cui voce è oggi più flebile, schiacciata sotto il peso dei tripla A? O è il riconoscere il coraggio di sviluppatori capaci di portare sul mercato un titolo dove i pixel si contano uno ad uno sullo schermo?

Probabilmente è anche tutto questo, ma la risposta ad una domanda così difficile da formulare è tutta racchiusa nelle dieci ore che vi accompagneranno nel mondo di Primordia, dove atmosfere alla Beneath a Steel Sky o alla I Have No Mouth But I Must Scream delineano attimi e sensazioni che il mercato sembrava aver cancellato dai nostri schermi.

Le atmosfere di Primordia sono veramente intriganti, pur nella loro povertà.

L'incipit della storia è semplice ma allo stesso tempo promettente: nei panni di Horatio, un robot dalle sembianze umanoidi, e del suo compagno Crispin, probabilmente una delle migliori spalle videoludiche degli ultimi anni, dovrete muovervi in un mondo decadente sul quale ogni traccia della razza umana sembra essere stata cancellata.

"Primordia è quel tipo di gioco capace di riconciliarvi con le avventure grafiche"

Lì, persi fra domande filosofiche sullo scopo della vita (robotica), vi ritroverete vostro malgrado protagonisti di un viaggio alla ricerca della vostra fonte di energia, rubata per motivi che solamente proseguendo nell'avventura potrete scoprire. Niente di particolarmente originale, per la verità, ma l'ottima sceneggiatura vi introdurrà senza odiosi spiegoni all'interno delle vicende, mantenendo il pacchetto complessivo comunque accattivante.

Ad esempio, giusto per citare il caso più lampante, uno dei punti di forza dell'impianto narrativo è dato dall'evoluzione introspettiva del protagonista che, ostacolo dopo ostacolo, vedrà modificarsi sensibilmente la sua visione del mondo, laddove il compito di preservare tutto ciò che l'uomo creò a suo tempo risulterà sempre più difficile.

In questo contesto è facile notare così anche i vari rimandi che i Wormwood Studios hanno inserito all'interno del loro titolo, con numerosi spunti o richiami ad alcuni capolavori del passato non necessariamente legati all'universo delle avventure grafiche. In pratica, tutto fa brodo per migliorare l'empatia verso un titolo pensato appositamente per toccare le giuste corde di ogni appassionato.

I tanti comprimari mantengono vivo il mondo di Primordia.

L'interfaccia è figlia diretta dell'evoluzione degli ultimi anni con il semplice utilizzo dei due tasti del mouse per portare a termine tutte le azioni di cui avrete bisogno: per gli appassionati d'annata questo è uno dei pochi benefici che il progresso ha introdotto nel genere, ma nonostante ciò qualche pixel hunting di troppo permane a rovinare un gameplay nel complesso fluido e ben bilanciato.

"L'interfaccia permette di portare a termine tutte le azioni di cui avrete bisogno coi due tasti del mouse"

Il gioco è infatti suddiviso fra momenti di dialogo con i numerosi comprimari che incontrerete sul vostro cammino, e sezioni in cui la vostra materia grigia dovrà lavorare a pieno regime, senza così aver mai realmente la sensazione che un deus ex machina guidi senza colpo ferire i vostri passi. Peccato solo che tutto sia in lingua inglese, aspetto che potrebbe penalizzare i meno anglofoni.

Anche a livello di enigmi Primordia eccelle sotto quasi tutti i punti di vista: niente che vada al di là delle classiche manipolazioni degli oggetti, fatte salve un paio di occasioni, ma tutti i puzzle proposti risultano logici e capaci di rappresentare un buon grado di sfida sia per i neofiti, sia per i veterani del genere.

Fa specie pensare inoltre che soluzioni di gameplay tanto semplici, come il permettere ad esempio in diversi punti del gioco di poter approcciare un enigma in più modi, siano qui implementate in maniera eccellente, al contrario di titoli blasonati che sembrano quasi aver dimenticato le peculiarità che un medium non lineare come il videogioco è in grado di offrire.

Anche l'interfaccia fa molto anni '90.

Certo, non abbiamo rami narrativi divergenti e anche i tre finali che è possibile raggiungere sono sostanzialmente il frutto di un unico punto di “triforcazione”, ma ad esempio scegliendo una strada invece di un'altra potrete non incontrare dei personaggi o saltare piccole porzioni di gioco. Da quanto tempo non venivano adottare scelte del genere?

"La grafica non è certo questo il punto di forza di una produzione dal budget risicato"

Qualora poi doveste rimane bloccati per qualche malaugurata circostanza, non avete di che preoccuparvi in quanto il buon Crispin si premunirà di lanciarvi, fra una frecciatina e l'altra, consigli utili per proseguire nella vostra avventura. Se siete degli amanti del punta e clicca incalliti, potrete comunque disabilitare l'opzione relativa ma devo dire che ho trovato questo sistema di suggerimenti ben integrato all'interno dell'avventura, sebbene non esente da qualche difetto di programmazione.

Della grafica invece abbiamo già parlato per sommi capi in apertura e, come credo abbiate già capito, non è certo questo il punto di forza di una produzione dal budget risicato. Tolti infatti dei fondali futuristici, evocativi anche nella loro “povertà” visiva, tutto il comparto risente delle limitazioni legate alla bassa risoluzione e all'utilizzo di un motore bidimensionale molto simile alle produzioni di inizio anni '90.

Anche le animazioni non brillano certo per fluidità, e risentono di una cura non certamente paragonabile né agli sforzi narrativi e né alle precedenti produzioni sponsorizzate da Wadjet Games, risultando addirittura d'intralcio in alcune occasioni.

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Chiudiamo con un accenno all'ottimo doppiaggio, anch'esso solo in lingua britannica, e alla colonna sonora, che accompagna con il giusto grado di malinconia tutte le vicende di Horatio.

"Al giorno d'oggi è difficile trovare una qualità di questo tipo in una manciata di pixel"

Primordia non è (sicuramente) la migliore avventura grafica di tutti i tempi né probabilmente aspira ad esserlo. E se fosse uscita vent'anni fa, probabilmente avrebbe faticato a ritagliarsi uno spazio di rilievo all'interno di un mercato un tempo affollato.

Al giorno d'oggi è però tremendamente difficile riuscire a trovare una qualità di questo tipo, perlopiù in una manciata scarsa di pixel. Il punto di forza del titolo è proprio la sua capacità di proporre al meglio le basi del genere, adottando al contempo soluzioni interessanti che dovrebbero essere applicate più spesso anche da altri sviluppatori.

Infine, e questo è forse l'aspetto più importante, la capacità di riuscire a focalizzare l'avventuriero sulle vicende narrate, grazie alla qualità della storia e al modo in cui essa ci viene introdotta, rende questo gioco un piccolo esempio di come le avventure grafiche abbiano ancora molto da dire. Grazie Primordia.

8 / 10

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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