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Dead Space 3 - prova

Anche se nello spazio nessuno può sentirvi urlare, voi lo farete comunque.

Verso la serie di Dead Space ho un rapporto di amore e odio. Amo la sua storia, il modo in cui costruisce la tensione, e la rispetto per essere diventata uno dei più riusciti survival horror dai tempi dei primi Resident Evil e Silent Hill. La odio perché, pur essendo dannatamente impressionabile e facendomela sotto ad ogni xenomorfo, è talmente bella che mi costringe ad andare avanti, a continuare, a capire quali orrori si celino nel livello successivo. È un raccapricciante incidente in galleria che non posso fare a meno di guardare.

Quando, dopo i filmati dello scorso E3, erano in molti a dire che Dead Space 3 sarebbe stato meno horror dei precedenti, non vi nascondo di aver tirato un sospiro di sollievo: finalmente sarei riuscito a giocarlo senza dover prendere degli ansiolitici! Quanto mi sbagliavo...

Mentre alcuni di voi nei giorni scaricavano la demo, io atterravo in una Londra che, tanto per entrare in tema, mi accoglieva con una tormenta degna di Tau Volantis, pianeta dal clima artico dove si svolge parte del gioco.

Una volta superato il prologo, in cui assisteremo in prima persona agli eventi che daranno il via alla catastrofica serie di avvenimenti di Dead Space 3, eccoci nuovamente nei panni di Isaac il quale, in preda ai propri demoni e tormentato da visioni orribili, vive da recluso in una colonia lunare.

Alcuni xenomorfi hanno ancora sembianze umane, e di solito sono i peggiori.

A scuoterlo dal suo torpore ci penseranno Robert Norton e John Carver, che con l'astronave USM Eudora stanno setacciando lo spazio in cerca di una vecchia conoscenza di Isaac, Ellie, che ha fatto perdere le sue tracce mentre cercava un nuovo Marchio. Indovinate un po' chi verrà incaricato di cercarla?

"Ellie ha fatto perdere le sue tracce mentre cercava un nuovo Marchio. Indovinate un po' chi verrà incaricato di cercarla?"

Sfortuna vuole che, proprio mentre Norton e Carver vengono a prelevarvi, i fanatici di Unitology decidano di lanciare un attacco terroristico e mettersi sulle tracce del nostro tormentato alter ego, che insieme ai suoi due nuovi compagni d'arme dovrà scappare dalla colonia lunare per cercare Ellie.

Proprio questa parte iniziale potrebbe essere quella che farà storcere il naso ai puristi della serie, perché i primi nemici che affronterete non saranno i buoni vecchi e deformi xenomorfi, ma gli accoliti di Unitology, che il più delle volte vi spareranno da dietro un riparo invece che corrervi incontro, a meno che non si tratti della variante suicida che impugna due bombe a mano.

Questo farà assomigliare i primi minuti di Dead Space 3 a una sorta di Gears of War con un sistema di coperture totalmente assente. Potrete al massimo inginocchiarvi dietro i ripari, come in un FPS pieno di nemici sbadati che tendono a dimenticarsi di nascondere anche la testa. Inoltre il sistema di smembramento, che funziona perfettamente coi necromorfi, in questo caso appare più goffo e irreale, probabilmente perché possiamo intuire come reagisca un corpo umano quando lo sia taglia, mentre non sappiamo bene cosa succeda a un mostro spaziale.

EA riassume le puntate precedenti di Dead Space per capire come si è arrivati agli eventi del terzo episodio.

Ben presto gli umani lasciano il passo a nemici decisamente più inquietanti ma che tutto sommato non aiutano a togliersi quell'idea di TPS in stile Epic Games che permea il primo capitolo, e che impedisce di calarsi nell'atmosfera horror tipica del gioco. A rendere le cose più interessanti tuttavia ci pensano i Waster, un nuovo tipo di xenomorfi particolarmente ostici e insidiosi.

"La parte iniziale potrebbe essere quella che farà storcere il naso ai puristi della serie"

Il Waster si presenta come un umano che indossa una tuta invernale pesante e un paio di piccozze, utilizzate per attaccare. Non è particolarmente veloce né letale, tuttavia quando viene colpito può diventare molto pericoloso perché, in base alla zona colpita, può mutare rapidamente e adattarsi alla situazione.

Se ad esempio lo taglierete a metà, la parte inferiore svilupperà tre tentacoli molto pericolosi; se invece colpirete le gambe, la parte superiore svilupperà delle appendici in grado di colpire a distanza. Nel peggiore dei casi vi ritroverete il torso che striscia verso di voi e le gambe che si avvicinano per afferrarvi coi loro tentacoli, mentre a voi non resta altro da fare che sparare a tutto ciò che si muove, magari imprecando con vigore.

Superato il primo capitolo vi ritroverete a bordo dell'Eudora che, una volta giunta su Tau Volantis, si ritroverà nel bel mezzo di un cimitero di astronavi cosparso di mine, che ridurranno l'astronave a un colabrodo e vi costringeranno a sfrecciare nello spazio in una classica sequenza di caduta libera, veramente spettacolare, terminata la quale il gioco decide che vi siete riposati abbastanza, e decide di fare sul serio. Sì, perché una volta trovato rifugio sulla Roanoke, un'astronave disabitata che tanto vuota non è, tornano i nostri vecchi amici necromorfi e tutto ciò che ne consegue.

Carver ha un pessimo carattere e un passato da dimenticare ma saprà essere un buon compagno di viaggio per Isaac.

Da qui in poi il gioco riprende le atmosfere care ai fan, quindi ecco tornare corridoi bui, rumori sospetti e spazi angusti, ansia, tensione e voglia di riprendere fiato un po' prima di andare avanti. Non posso ovviamente dire se il gioco si mantenga tutto sul livello della sezione successivo alla fuga dalla Luna, e probabilmente non lo farà, ma fidatevi se vi dico che qualche salto sulla sedia lo farete ancora.

"Bentornati corridoi bui, rumori sospetti, spazi angusti, ansia e tensione!"

Un dettaglio interessante è che il gioco è molto generoso quanto a munizioni e medikit, al punto che è stato praticamente impossibile rimanere col caricatore vuoto anche ai livelli più difficili, e i medikit sono stati sempre a portata di mano ogni volta che c'era bisogno di un cura.

Fortunatamente ci pensano la scarsa capienza del caricatore e i lenti tempi di ricarica a far comunque salire la tensione, costringendo a rimanere glaciali e a sparare con precisione anche quando il più brutto dei mostri vi correrà incontro urlando.

Per sopperire alle carenze delle vostre armi, gli sviluppatori hanno poi introdotto un sistema di crafting abbastanza vario e interessante, col quale probabilmente avrete già smanettato nel corso della demo, che vi permetterà di creare ibridi molto interessanti, come un lanciarazzi accoppiato con un mitra o una motosega con un fucile di precisione. Tutti strumenti che renderanno più efficiente la vostra disinfestazione.

Pur non avendo avuto accesso a grandi risorse nei primi minuti di gioco, il dubbio di chi vi scrive è che la creazione di queste super armi ultrapotenti potrebbe snaturare lo spirito della serie, perché un conto è affrontare un'orda di mostri con un taglierino laser, un altro è farlo con una potenza di fuoco sufficiente a bucare lo scafo dell'Ishimura.

"Gli sviluppatori hanno introdotto anche un sistema di crafting"

Dopo aver risolto qualche piccolo rompicapo, riattivato alcuni generatori, tagliato enormi tentacoli e recuperata Ellie, l'ultima immagine della demo è stata quella di Isaac all'interno di una navicella, che gli permetterà di spostarsi tra i vari relitti per esplorare a piacimento le astronavi ancora intatte, alla ricerca di indizi sul Marchio e su ciò che lo aspetta a Tau Volantis. Chissà, forse questo elemento non lineare regalerà qualche svolta inaspettata e le cose cambieranno leggermente nel momento in cui esplorerete uno scafo rispetto a un altro.

Ma queste sono solo congetture, quel che è certo è che Visceral ha finora nascosto le carte abbastanza bene, rivelando solo ciò che ci sarebbe stato in più, senza dimenticare gli elementi fondamentali della saga. Dietro alcune piccole concessioni ai giocatori coi nervi meno saldi (grazie!), batte ancora il cuore sadico di un gruppo di sviluppatori che sa benissimo come spaventarvi, e non vede l'ora di farlo.

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Dead Space 3

PS3, Xbox 360, PC

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Lorenzo Fantoni

Contributor

Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.
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