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Crusader King II: The Republic - review

Apriamo le porte alla repubblica.

Gli strategici solitamente hanno un ciclo vitale decisamente superiore a quello di altri generi; grazie al multiplayer, a nuove campagne rese disponibili in rete o anche solamente alla volontà di sperimentare nuovi approcci con cui sconfiggere l'avversario, è abbastanza facile che gli appassionati vedano soggiornare un titolo sul proprio hard disk per diversi mesi.

È invece più raro trovare espansioni che mischino in maniera così dirompente le carte in tavola come in Crusader King II: The Republic, terza estensione ufficiale per uno dei titoli di "razza" di Paradox, da sempre attenta ai bisogni degli strateghi da salotto. Se speravate di rimettere nuovamente a ferro e fuoco l'Europa, dovrete quindi calmare i bollenti spiriti, perché stavolta il denaro sarà il vostro unico padrone e solo con il commercio potrete uscire vincitori...

Prima di entrare nella vivo del discorso, tiriamo però un attimo il freno e forniamo qualche doverosa premessa per chi si sintonizza solo ora sul mondo di Crusader Kings II. Per iniziare è sufficiente sapere che il titolo in questione è uno strategico "dinastico", ovvero, messi a capo di una dinastia europea, dovrete percorrere la vostra carriera alla conquista del continente, vivendo il tutto in un'epoca compresa fra il 1066 e il 1452 d.c.

Intrighi, battaglie, matrimoni e tutto quello che ha caratterizzato anni tumultuosi dal punto di vista politico e sociale, è così rappresentato con dovizia di particolari, che potrete peraltro vedere enucleati dalla (modestia on) bellissima (modestia off) recensione pubblicata quasi un anno addietro sulle nostre pagine.

Le zone di influenza devono essere studiate con attenzione prima di pianificare ogni mossa.

Passati così in modo indolore i convenevoli, cerchiamo di capire cosa ci sia di nuovo sotto il sole, giusto per capire se il vostro portafoglio "s'ha da aprirsi". Come i più intuitivi di voi avranno già immaginato, questa nuova espansione introdurrà la possibilità di giocare tutta la campagna nei panni delle cosiddette repubbliche marinare, ovvero Genova, Venezia e Pisa o in quelli di altri poli commerciali dell'epoca, come la lega Anseatica e Gotland.

"Intrighi, battaglie e matrimoni sono rappresentati con dovizia di particolari"

Questo focus ha, ovviamente, dirette conseguenze sulle impostazioni della propria partita: se prima le pugne erano uno degli elementi cruciali per permettere la crescita e la prosperità della vostra famiglia, ora nei panni di un nobile patrizio dell'epoca dovrete lanciarvi in un'attenta strategia di creazione e conquista di poli commerciali lungo le rive del Mediterraneo o del mare scandinavo.

Gli avamposti, benvenuta introduzione in questo Crusader King II: The Republic, risultano così davvero cruciali per le vostre sorti e come diretta conseguenza richiederanno per la loro gestione, volenti o nolenti, la maggior parte delle vostre risorse e del vostro tempo. In questo modo si viene così a coprire in maniera efficace una delle mancanze più evidenti del titolo originale, laddove ben poco spazio, o meglio, ben poca efficacia era lasciata alla compravendita delle merci quale mezzo per raggiungere i propri fini dinastici.

Al contempo credo sia utile sottolineare che, all'interno di questo contesto, ciascuna delle repubbliche avrà comunque uno sviluppo peculiare: ad esempio Venezia godrà di un piccolo vantaggio nelle fasi iniziali di gioco grazie ai poteri del Doge, mentre la Lega Anseatica, per via della sua particolare struttura commerciale, potrà regalare diverse soddisfazioni agli amanti della diplomazia su lungo periodo.

Eventi particolari verranno sempre sottolineati con dei pop up evocativi.

Queste differenze sono inoltre direttamente legate all'approfondimento dato alle "trame" dedicate per ogni dinastia, ora un ricco coacervo di relazioni diplomatiche, favoritismi, elezioni e calcoli utilitaristici che rendono il tutto particolarmente vivido e capace di mettere ancora una volta alla prova il giocatore più smaliziato nella sua sete di conquista.

"La maggior parte dei cambiamenti riguardano l'enorme influenza del denaro in un numero impressionante di ambiti"

Sebbene possa sembrare riduttivo, la maggior parte dei cambiamenti riguardano l'enorme influenza del denaro in un numero impressionante di ambiti: la corruzione diventerà ben presto non un'opzione ma una via preferenziale per ottenere i propri scopi e riuscire a tirare i giusti fili richiederà una capacità analitica non indifferente.

Giusto per farvi un esempio, in una partita vissuta attraverso gli occhi della dinastia veneziana avevo deciso di imporre la mia ri-elezione grazie ad alcuni accordi raggiunti con alcuni feudi confederati, altra gradita introduzione al gameplay di Crusader King 2. Peccato che il mio rifiuto di appoggiare un possedimento commerciale di uno di questi abbia comportato il repentino voltafaccia di legami che credevo consolidati: oggi come allora è tutto un do ut des...

Solo per dovere di cronaca, segnalo infine anche la possibilità di arricchire i vostri avamposti con una nuova serie di costruzioni difensive atte a mantenere solida la vostra posizione in attesa dell'arruolamento dei mercenari necessari, ma in un gioco di queste dimensioni il numero di opzioni raggiunge davvero cifre da capogiro e il loro elenco pedissequo rischierebbe di non rendere merito al resto del lavoro svolto in ambiti di più ampio respiro.

I mercenari sono necessari per portare a casa la pelle.

È infatti l'approccio richiesto da Crusader King II: The Republic ad essere cambiato rispetto al passato, così come il respiro più ampio che le micro e macro scelte hanno nei confronti di un'Europa fortemente scossa dalle numerose frammentazioni a livello politico.

"Dal punto di vista grafico, rispetto al gioco originale possiamo segnalare davvero poche differenze"

Dal punto di vista grafico, rispetto al gioco originale possiamo segnalare davvero poche differenze: l'interfaccia mantiene la sua capacità di coadiuvare il giocatore nelle scelte in maniera ottimale, mantenendo al contempo un'adeguata fluidità tale per cui non vivrete mai momenti di frustrazione per non riuscire a impartire gli ordini adeguati al momento giusto.

L'unica vero (piccolo) appunto che si può muovere a Crusader King II: The Republic è relativo all'intelligenza artificiale, a tratti leggermente sbilanciata rispetto alle decisioni prese dal giocatore, soprattutto nei casi in cui ci si ritrovi ai ferri corti coi vicini e si debba ricorrere al proprio esercito. È capitato infatti in un paio di occasioni che, in situazioni sulla carta equilibrate, la nostra fazione non potesse disporre per tempo dei propri denari utili a ingaggiare i mercenari per difenderla, incappando così in sonore sconfitte.

La cura riposta da Paradox nel creare questa espansione e nel continuo supporto al titolo principale denotano una visione a lungo termine che dovrebbe essere presa da esempio da software house più blasonate. Aggiungete una cura storica maniacale, la possibilità di un divertimento quasi infinito e in generale la flessibilità nell'approccio al gameplay introdotta da Crusader King II: The Republic, e capirete che un acquisto di questo genere non può essere rimandato da chiunque voglia definirsi "stratega".

È giusto tuttavia sottolineare che, come il titolo originale, anche questa espansione è solo per i duri e puri di cuore, e che i neofiti difficilmente riusciranno a godere appieno di quanto offerto.

8 / 10

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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