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Cognition - review

Analizziamo i primi due episodi del thriller seriale.

La produzione episodica, salvo rare occasioni, sembra risultare funzionale solo al mondo delle avventure grafiche. Nonostante qualche battuta a vuoto dovuta alla difficoltà di mantenere alta l'attenzione fra un'uscita e l'altra, un genere basato sulla narrazione si adatta infatti meglio a questa particolare tipologia di mercato.

Tuttavia, tolti i TellTale, veri maestri in questo campo, sono ben poche le software house che possono vantarsi di aver realizzato con successo una periodicità all'interno delle loro produzioni, e questo a causa della difficoltà insita nel mantenere sempre in pareggio il bilancio fra i costi di produzione e i guadagni derivanti dalle vendite.

In questo contesto così rischioso i Phoenix Online Studios provano però a dire la loro e, dopo aver rilasciato il gratuito Silver Lining (per i non addetti, il seguito apocrifo di King's Quest), si cimentano in questo Cognition: An Erica Reed Thriller, produzione che si dividerà in quattro episodi e di cui recensiamo per ora i primi due capitoli, Hangman e The Wise Monkey.

Di cosa stiamo parlando? In soldoni, Cognition è una classica avventura grafica a sfondo poliziesco, quel genere di avventura dove la parte del leone viene giocata dai dialoghi e dallo studio dei luoghi dei delitti a discapito della manipolazione degli oggetti o di enigmi particolarmente astrusi.

FBI. Capelli Rossi. Qualcuno ha detto Dana Scully?

La trama è proprio il punto forte, grazie anche all'evidente mano nel ruolo di supervisore della "regina" Jensen: messi nei panni dell'agente dell'FBI Erica Reed, vi troverete sulla tracce di un killer seriale che sembra aver deciso di dare del filo da torcere alla nostra, provata peraltro dalla tragica scomparsa del fratello in un delitto irrisolto di qualche anno addietro.

"Indagini, interrogatori e analisi delle varie scene del crimine, il tutto sulla falsa riga dei telefilm seriali alla CSI"

Indagini, interrogatori e analisi delle varie scene del crimine vi accompagneranno così lungo il dipanarsi della trama, il tutto sulla falsa riga dei telefilm seriali alla CSI; anche il ritmo narrativo risulta funzionale allo schema caso-indagine-risoluzione, con momenti più riflessivi a cui si alternano i vari punti di svolta in occasione di particolari scoperte o progressi nel gioco.

Grande spazio, sempre all'interno delle dinamiche ludiche, è poi dedicato alla introspezione dei personaggi, in particolar modo la nostra protagonista, ben delineata nei suoi pensieri, nei suoi dubbi e sì, anche nelle sue paure. Sicuramente, per quanto riguarda la trama ci troviamo davanti ad una produzione che tutto si può affermare tranne che essere di livello amatoriale e che (finalmente) sembra essere stata scritta da uno sceneggiatore maggiorenne.

Il maggior punto d'interesse per tutti coloro che sono ormai annoiati dal ripetersi schematico di certi cliché all'interno del genere, è però senza dubbio legato alle possibilità d'interazione all'interno del mondo di gioco. Due infatti sono gli elementi che possiamo definire come "innovativi" rispetto anche al recente passato.

La qualità della grafica risulta altalenante lungo il corso dell'avventura.

Il primo sono i poteri paranormali di Erica, che permettono di interagire con l'ambiente in maniera non usuale, recependo ad esempio informazioni circa il passato di una scena del delitto o permettendo di collegare in maniera temporale alcuni oggetti di una stanza. Considerando anche che con il secondo episodio viene aggiunto un potere ai tre presenti nel primo giro, mostrando quindi che le idee di certo non mancano, le potenzialità di questa implementazione sono sicuramente ampie e denotano una padronanza degli strumenti del genere.

"I poteri paranormali di Erica, che permettono di interagire con l'ambiente in maniera non usuale"

È il secondo elemento che però risulta più stuzzicante dal punto di vista dell'avventuriero navigato, in quanto risponde alla necessità mai risolta di permettere al giocatore di vivere l'illusione di essere realmente attivo nello scenario del gioco.

In Cognition infatti molte scelte che prenderete durante lo svolgimento delle indagini andranno ad impattare direttamente sullo svilupparsi delle vicende, portandovi a vivere alcuni enigmi in maniera diversa o addirittura precludendo alcuni pezzi di trama a discapito di altri. Il finale, per entrambi i capitoli, è comunque unico, ma l'impressione di esserci veramente e di poter condurre davvero le indagini in prima persona, meritano un convinto applauso.

Peccato solo che le scelte fatte in un capitolo non si riflettano poi in quello successivo, in quanto valutazioni e bivi intrapresi vengono di fatto resettati all'avvio di una nuova partita, non essendo di fatto previsto un sistema di importazione dei propri salvataggi. Peccato, perché in tal caso avremmo potuto trovarci davanti ad un risultato complessivo ancora migliore.

Le sparatorie non sono di certo i momenti salienti di Cognition.

Qualora poi, per chiudere la disamina del gameplay, doveste rimanere bloccati per qualche motivo, eventualità che mi sento di escludere visto il livello medio di difficoltà, potrete sempre chiedere aiuto a vostro padre via SMS. Lo stesso discorso vale anche per il pixel hunting, scongiurato grazie al consueto tasto che rivela istantaneamente gli "hot point" presenti a video.

"La parte narrativa si infrange su un gameplay affetto da manie di back tracking"

Fino a qua in teoria dovremmo parlare di un capolavoro o perlomeno di un ottimo titolo; dove sta quindi l'inghippo? Innanzitutto è necessario sottolineare che tutti gli elementi positivi fino a qua espressi sono perlopiù abbozzati. La parte narrativa ad esempio è sì ottima, ma talvolta si infrange su un gameplay affetto da manie di back tracking; un aspetto questo che va ad impattare direttamente sul ritmo, elemento focale per questa tipologia di avventure.

In seconda battuta le variazioni sul tema, ovvero gli enigmi a tempo e alcune piccole scene semi-action, non sono integrate in maniera fluida all'interno dell'esperienza, risultando spesso forzate se messe a confronto con gli altri elementi presenti e che fin qui vi ho presentato. Infine, tornando alla parte legata al giocato vero e proprio, ho riscontrato una mancanza d'ispirazione per quanto riguarda la parte enigmistica, con una curva di difficoltà che, salvo un passaggio nel secondo capitolo, è più assimilabile al mondo delle "visual novel" che a quello delle avventure grafiche.

Ovviamente quanto espresso rientra ampiamente nella sfera del soggettivo ma un'avventura grafica, per entrare nell'empireo del genere, deve gioco forza brillare in tutti gli ambiti e Cognition in questo momento ci si avvicina solo in potenza.

Le indagini vi faranno sentire un vero e proprio agente.

Delineato il quadro complessivo, quali sono le differenze sostanziali nei due primi capitoli? Come era logico attendersi, perlopiù sono a livello di narrato: se il primo passaggio serve per costruire il mondo di gioco, delineando protagonista, ruoli e motivazioni alla base dell'avventura, il secondo sfrutta sapientemente il lavoro svolto, portando a un'impennata qualitativa in quasi tutti i comparti.

"Il comparto grafico, come per la maggior parte delle produzioni indipendenti, fatica a raggiungere la soglia della dignitosità"

Questo non considerando il comparto grafico che, come per la maggior parte delle produzioni indipendenti di questo periodo, fatica a raggiungere la soglia della dignitosità; purtroppo i limiti economici/tecnici sono evidenti e non permettono certo di paragonare questa produzione a qualsiasi titolo current-gen.

Fortunatamente, come già detto in altre occasioni, non è certo questo aspetto ad essere in grado di appesantire la valutazione per un'avventura grafica, visto e considerato che a differenza di altre tipologie di giocatori, l'amante dei punta e clicca è ben consapevole che la propria soddisfazione non deriva direttamente dal conteggio del numero di poligoni presenti sullo schermo.

Chiarito ciò ed eccezion fatta per le animazioni dei personaggi, davvero acerbe, lo stile adottato e la grafica con colori spenti aiutano comunque a rendere i primi due capitoli di Cognition godibili, senza per questo costringere il giocatore a guardare dall'altra parte.

Guarda su YouTube

In sintesi Cognition è la prova di maturità per un gruppo che, partendo come realtà amatoriale, ha saputo ritagliarsi uno spazio nel mondo dei "grandi"; la mano e l'esperienza della Jensen sembrano inoltre aver dato il giusto indirizzo alla parte narrativa, creando una trama convincente e sufficientemente varia per sapersi distinguere dalla massa dei titoli appartenente al filone poliziesco. Per intenderci, dimenticate i vari CSI e affini: quest'avventura è di ben altro livello.

Dopo due capitoli, possiamo quindi consigliarvi di dare almeno una chance a questa produzione, nella consapevolezza che se siete degli avventurieri amanti dei polizieschi e se siete alla ricerca di una storia "matura", Cognition non vi deluderà. Se poi gli ultimi due capitoli riusciranno ad esprimere appieno le potenzialità fin qui espresse, potremmo parlare seriamente di un'avventura da non dimenticare.

7 / 10

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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