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Lost Planet 3 - prova

Siamo sbarcati su E.D.N.III, per la terza volta.

Milano - Lost Planet Extreme Condition è stato con tutta probabilità il gioco che ha sancito il cambio di rotta di Capcom, che da tipica software house giapponese si è trasformata in un publisher dal respiro internazionale, attento non solo ai gusti e alle tendenze del pubblico di casa, ma anche di quello occidentale. Ognuno avrà la sua opinione in merito alla riuscita o meno di questa trasformazione, quello che vogliamo sottolineare è che la serie ora in mano a Spark Unlimited, famosi per Turning Point e Legendary, è storicamente votata a cogliere e sfruttare le ultime tendenze del mercato, come il gameplay in terza persona o il multiplayer online.

Con Lost Planet 3, Capcom sembra voler cambiare ancora le carte in tavola. Si tratta, infatti, di un prequel che racconta le gesta di Jim Peyton, mercenario appena giunto su E.D.N.III alla ricerca di soldi facili. Essendo ambientato alcuni anni prima di Lost Planet, ancora poco si sa degli Akrid, dell'energia termica e dei piani della Nevec e il pianeta è ancora avvolto da una morsa di ghiaccio.

Attirato con la promessa di un lavoro facile e ben pagato, Jim si troverà presto a fare i conti col malcontento che si respira sul pianeta, tra i lavoratori portati allo stremo dalle difficili condizioni lavorative e la Nevec, disposta a tutto pur di impossessarsi di questa redditizia fonte energetica.

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Durante il nostro evento presso gli uffici di Halifax abbiamo potuto provare i primi 45 minuti di gioco, vedere una sezione ambientata circa a metà della storia e provare alcune delle modalità multigiocatore presenti in Lost Planet 3. Decisamente un buon biglietto da visita in attesa dell'uscita prevista per il 30 agosto.

Partiamo dalla campagna. Lost Planet 3 tornerà ad essere fortemente incentrato sulla trama, esattamente come il primo capitolo della serie. Nel corso della nostra prova abbiamo assistito a lunghi filmati utili a presentare la situazione socio/politica di E.D.N.III e ad introdurre le successive fasi d'azione. Queste ultime, oltretutto, saranno inizialmente meno votate ai combattimenti a bordo di giganteschi esoscheletri meccanizzati e più incentrate sull'esplorazione.

Questo perché, a differenza dei precedenti capitoli, in Lost Planet 3 non guideremo mech iper-corazzati, ma semplici strumenti giunti sul pianeta per facilitare il proprio lavoro di minatori e coloni. La trasformazione dei RIG nei VS visti in Lost Planet avverrà progressivamente, man mano che la storia e gli intrighi si infittiranno.

"In Lost Planet 3 non guideremo mech iper-corazzati ma semplici strumenti per facilitare il lavoro di minatori e coloni"

Il RIG si può trasformare anche in una comoda trivella portatile.

Per questo motivo le prime missioni ci vedranno scortare un enorme convoglio incagliato tra i ghiacci o recuperare un collega bloccato da un'avaria del proprio RIG. Questi mech, infatti, non sono stati creati per i ghiacci e si dimostrano piuttosto lenti e goffi. Per fortuna la loro potenza sopperisce questa legnosità e grazie alla trivella e al maglio che hanno incorporati all'estremità degli arti potremo venire a patti con gli Akrid più aggressivi. Saranno comunque molteplici le missioni nelle quali dovremo scendere dal mezzo per esplorare anguste caverne o edifici abbandonati. In queste sequenze il gameplay sarà decisamente più action di quello di un Gears of War, per fare un esempio, ovvero la difesa sarà basata più sulla schivata e sulla corsa che sulle coperture.

In nostro soccorso arriva un arsenale vario, ma anche in questo caso piuttosto arcade, fatto di bocche da fuoco leggere e agili, perfettamente adatte ad essere usate in campo aperto. Non mancheranno ovviamente gli scontri con Akrid giganteschi, vero e proprio marchio di fabbrica della serie. Uno di questi avverrà al termine di una missione nella quale il nostro RIG si è trasformato in una sorta di gigantesca trivella semovente.

Durante l'estrazione dell'energia termica il nostro compito era quello di riparare e proteggere il RIG, che con le sue vibrazioni ha cominciato a richiamare gli spaventosi mostri di Lost Planet 3. Alternandosi tra la difesa e la riparazione della trivella (un veloce minigioco da risolvere ruotando gli analogici) siamo presto arrivati allo scontro finale con un gigantesco granchio che, come al solito, ci indicava cortesemente con un acceso arancione le parti da colpire per metterlo fuorigioco.

"Un po' meno sorprendente il multiplayer dove saranno a disposizione due modalità ad obiettivi"

Jim, il protagonista, è ben realizzato ma un po' inespressivo.

Dopo questa prima missione sarà possibile trivellare liberamente in determinati punti della mappa, tradendo così una natura più aperta del gioco. Quello che ci ha, infatti, stupito di Lost Planet 3 è la libertà concessa tra una missione e l'altra di esplorare la base della Nevec per parlare coi colleghi, cercare qualche collezionabile o personalizzare il proprio RIG. Ad una veloce occhiata il paragone più vicino che c'è venuto in mente è quello con la Normandy di Mass Effect, che faceva da hub centrale per rendere meno lineare l'esperienza di gioco e consentire di adattare meglio il gameplay alle proprie attitudini.

Un po' meno sorprendente il multiplayer dove saranno a disposizione due modalità ad obiettivi, una chiamata Scenario e l'altra Sopravvivenza Akrid. In Scenario l'obiettivo si modificherà in base alla mappa, ma vedrà sempre due squadre contrapporsi per la vittoria finale. Nella prima mappa provata il team della Nevec doveva difendere e mantenere in funzione una trivella fondamentale per sfondare le porte del covo dei pirati, mentre questi ultimi dovevano provare a fermare la corporazione, sabotando il mezzo di trasporto ed eliminando tutti i soldati avversari. Nella seconda mappa, una sorta di cattura la bandiera, un Akrid speciale compare nel mezzo. I due team dovranno prima cooperare per far fuori la bestia e poi darsele di santa ragione per recuperare l'energia termica abbandonata dal mostro e portarla alla propria base. Segnato il punto un secondo Akrid comparirà al centro della mappa.

Sopravvivenza Akrid è invece divisa in due parti: la prima nella quale ogni team, composto da un massimo di tre persone, dovrà far fuori un determinato numero di Akrid controllati dal computer. Essendo i punti di partenza ben distanziati, ogni squadra dovrà provare ad uccidere le bestie il più velocemente possibile per poter aprire finalmente le porte contenitive ed accedere alla parte centrale della mappa. Qui partirà una sorta di King of The Hill dove si lotterà per il controllo di una postazione.

"Come da tradizione i giocatori potranno sfruttare il comodo rampino per attaccarsi alle superfici verticali"

Non possono mancare i combattimenti con mostri giganteschi.

Come da tradizione i giocatori potranno sfruttare il comodo rampino per attaccarsi alle superfici verticali, elemento che dona maggior verticalità e dinamismo a tutto il gameplay. Tutto da studiare sarà invece il sistema di crescita del personaggio, basato su di una sferografia apparentemente piuttosto complessa, sulla quale agire per sbloccare i vari potenziamenti. Questi consentiranno di equipaggiare, oltre alle classiche due armi, una granata e due abilità speciali, come la possibilità di piazzare una torretta o uno scudo difensivo. A completare la configurazione dei guerrieri arriveranno anche due abilità aggiuntive con le quali migliorare, per esempio, la velocità di ricarica o la resistenza alle armi.

Dal punto di vista grafico gli sforzi di Spark Unlimited sono notevoli, soprattutto per quanto riguarda la campagna in singolo giocatore. Gli ambienti sono ristretti, ma il livello di dettaglio è piuttosto alto, soprattutto per quanto riguarda la resa dei volti e i dettagli dei vari personaggi. Qualche animazione forse non è bellissima da vedere, vi sono alcuni problemi di pop up e il frame rate a volte si stacca dai canonici 30 frame al secondo, ma nel complesso il lavoro Capcom sembra piuttosto solido e convincente e soprattutto c'è ancora tempo per ottimizzare il motore grafico.

Dal punto di vista audio sottolineiamo che Lost Planet 3 sarà completamente doppiato in italiano, anche se al momento vanno ancora sistemati alcuni livelli e la sincronizzazione di alcune frasi. Il maggior tempo a disposizione di Spark Unlimited potrebbe consentire agli sviluppatori di limare ulteriormente Lost Planet 3, in modo da consentire alla serie Capcom di raggiungere finalmente il cuore dei giocatori occidentali. Dopo due capitoli altalenanti serve un terzo episodio convincente, sia sotto il profilo della narrativa sia sotto quello tecnico.

"Il ritorno al passato della serie potrebbe portare a risvolti interessanti"

Da quanto abbiamo potuto vedere presso gli uffici Halifax il ritorno al passato della serie potrebbe portare a risvolti interessanti, come un'avventura più aperta e varia, ma solo una prova più approfondita potrà togliere qualsiasi dubbio. Ricordiamo che Lost Planet 3 è atteso il prossimo 30 agosto su Xbox 360, PlayStation 3 e Windows PC.