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La fine delle esclusive - editoriale

Saranno ancora decisive nella prossima generazione?

"Esclusiva" e "conversione" sono due parole che hanno accompagnato la mia vita da gamer fin dall'alba dei tempi. Già all'inizio, nei primi anni '80, quando la scelta di una console era limitata alle tre presenti sul mercato (Atari 2600, Mattel Intellivision e Colecovision) e nel mondo degli home computer regnava il caos più assoluto con almeno una dozzina di sistemi ognuno diverso dall'altro (pure tra quelli prodotti dalla stessa società... vero Commodore?) il valore dell'esclusiva è assurto a pietra miliare per paragonare la softeca di una macchina rispetto ad un'altra.

Atari, ad esempio, era imbattibile nei porting arcade delle macchine a gettoni più popolari del tempo (ok, con alcune eccezioni... ma ci siamo capiti), mentre l'Intellivision mollava ceffoni a tutti quando si trattava di giochi sportivi ma perdeva nettamente il confronto con le rivali quanto a versioni casalinghe di titoli arcade.

Già ai tempi quindi il "mio vs tuo" si basava quasi esclusivamente sul fatto che le softeche delle console/home computer fossero facilmente identificabili, uniche, con pochissimi titoli a catalogo disponibili per tutte le versioni. Erano tempi pionieristici, certo, tant'è che poteva capitare che una casa produttrice, chessò, Coleco, mettesse in commercio un adattatore che permetteva agli utenti del Colecovision di giocare sulla propria console i giochi dell'Atari 2600 (pensate Nintendo fare lo stesso con i giochi del Megadrive: assurdo! Eppure...) senza che nessuno, o quasi, se ne stupisse o battesse ciglio.

Halo e Xbox sono sinonimi da più di dieci anni.

"Esclusiva" e "conversione" sono due parole che hanno accompagnato la mia vita da gamer fin dall'alba dei tempi"

I discorsi tra appassionati, acerbi come il medium appena nato, inerivano "l'avere o non avere" e non tanto "l'avere la versione migliore tra un nugolo di porting disponibili". Quella fase, come noto, arrivò dopo, dalla seconda metà degli anni '80 e durò per un pezzo, anzi, tutto sommato, come i Digital Foundry ci ricordano, si può dire che persista tutt'ora, visto che non esistono quasi mai versioni perfettamente identiche di uno stesso titolo, una volta che questo viene testato su macchine differenti.

I tempi in cui i produttori mettevano sul retro della confezione le immagini migliori a disposizione (per Amiga, se era una produzione originale, quelle del cabinato da bar/sala, nel caso dei porting) e tu tornavi a casa con la tua versione per Commodore 16 credendo che fosse uguale a quella di cui avevi ammirato le foto, grazie a Dio sono finiti per sempre. Ma le esclusive? Avranno ancora senso in futuro? O stiamo andando verso un futuro fatto di "servizi" e non di giochi? Nintendo resterà l'ultimo baluardo o giocheremo a Mario sugli smartphone o sulla nuova Xbox?

Prendiamo l'ultima generazione, quella che, pare, dovrebbe terminare ufficialmente tra qualche settimana con l'inizio dell'E3 ed del contestuale disvelamento di tutte le carte che Sony e Microsoft hanno in mano. Certo, ognuno dei colossi ha calato parecchi assi nel corso di questi lunghissimi sette e rotti anni: Halo vs. Killzone, Forza vs. Gran Turismo, specie nei primi anni la contesa allo studio e all'IP esclusiva l'ha fatta da padrone.

Negli ultimi tempi, dopo aver un po' pagato e sofferto l'esuberanza di Microsoft, è stata Sony a dominare sotto questo profilo e il 2013 resterà sicuramente impresso nella storia dei videogiochi come il più florido in assoluto, quanto a titoli first party. Eppure, a ben vedere, più del 50% (anzi, a spanne forse arriviamo anche una percentuale del 70-75%) delle softeche degli utenti di 360 e PS3 sono sostanzialmente identiche.

Si stava meglio quando si stava peggio?

Questa è stata una delle tante novità offerte dalla non-più-così next-gen, perché prima, a parità di coppie dominanti, il dualismo era molto, ma molto più marcato. Escludendo Nintendo, della quale ci occuperemo fra poco, in passato le sfide tra macchine rivali erano combattute quasi esclusivamente sul piano delle esclusive. Megadrive/SNES, Playstation/Saturn, PS2/Xbox avevano ognuna una identità ben precisa, una filosofia ludica che spesso rifletteva il DNA aziendale della corporate che l'aveva immessa sul mercato.

"La sensazione è che il futuro vedrà le nuove console molto più indirizzate all'intrattenimento che al videogioco"

Come accennato, la sensazione è che il futuro vedrà le nuove console molto più indirizzate all'intrattenimento tout court che al videogioco. In quest'ottica, avere, chessò, un contratto di esclusiva con ESPN e poter trasmettere via console tutte le partite del campionato di Football americano (o, perché no? Della Champions League o evento sportivo di pari importanza) sarà più significativo che avere nella propria softeca il gioco X o lo sviluppatore Y. Ecco a cosa si riferisce Microsoft quando parla di TV et similia e le avvisaglie, a ben vedere, sono già evidenti da un pezzo, solo che in Italia non ce ne siamo accorti perché arriviamo sempre con qualche anno di ritardo a comprendere la realtà dei fatti.

Dando per scontata una certa "somiglianza" a livello di hardware tra le nuove PS4 e 720, il rischio di avere un parco software molto simile è molto alto. Ammettiamo invece che, per esempio, PS4 risultasse davvero più potente di 360: torneremmo all'epoca dei 16 bit, quando le conversioni dei titoli ST su Amiga venivano fatte senza sfruttare le peculiarità del computer Commodore o gli sviluppatori cercherebbero lo stesso di trarre il meglio da un hardware più potente?

Colecovision: l'unica console con l'emulatore legalizzato (see, come no)

Diciamolo, l'esempio dei PC non è dei migliori, visto che spesso sono gli utenti stessi con i mod a ottenere risultati che i programmatori non riescono a raggiungere nonostante la maggiore potenza computazionale a propria disposizione (fatte salve le solite eccezioni, ovviamente). Sbattersi costa tempo e fatica ed i titoli realmente ottimizzati si contano spesso sulle dita di una mano.

A non porsi dubbi di sorta sono invece gli utenti Nintendo. Nella sua storia "consolara", Nintendo ha potuto godere della piena attenzione delle terze parti solo ai tempi dello SNES (che il sottoscritto ritiene la migliore console della storia dei videogiochi, alla faccia della current e next gen), allorquando si venne a creare la più efficace delle combo ludiche possibili. Nintendo al suo meglio + sviluppatori nipponici tutti in palla e tutti a sviluppare gioconi + il meglio della produzione occidentale di quei tempi.

"Nintendo ha sempre coperto da sola, sul lato software, il 70-90% dei fabbisogni delle proprie macchine"

Da allora, pensandoci bene, Nintendo ha sempre coperto da sola, sul lato software, il 70-90% dei fabbisogni delle proprie macchine. Se il Wii U voleva far segnare un'inversione di tendenza... beh, sembra che per ora proprio non ci sia riuscita. Solitari sulla loro isola felice, tra decine di brand notissimi (e, uhm, sfruttati fino all'inverosimile), gli utenti Nintendo proseguono la propria storia ludica senza apparenti scossoni, sicuri che a cadenza regolare, la grande N regalerà (si fa per dire) loro il titolo "da avere" e di cui essere fieri ed unici proprietari. E se le cose cambiassero? Se Nintendo venisse acquistata o decidesse che i tempi sono maturi per portare i propri personaggi lontano dall'isola?

In questo magmatico scenario, capace di cambiare da un momento all'altro, non resta che attendere le prossime settimane, quando si definiranno una volta per tutte gli standard della prossima generazione che qualcuno sostiene potrebbe anche essere l'ultima, almeno nella concezione che ne hanno coloro che hanno iniziato a videogiocare anni fa.

Andrea Chirichelli è co-founder ed editor di Players Magazine, un progetto editoriale che mira a discutere di intrattenimento in maniera matura e indipendente, coinvolgendo un pubblico smaliziato e vagamente geek.

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Andrea Chirichelli

Contributor

Nasce circa 40 anni fa in una domenica buia e tempestosa. Negli ultimi anni ha offerto il suo discutibile talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic. Odia apparire in foto.
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