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Watch Dogs - preview

Ubisoft svela a Parigi nuovi interessantissimi dettagli!

Parigi - "Basta sfiorare uno schermo con un dito per connettersi agli amici, effettuare acquisti online e scoprire cosa succede nel mondo. Ma con quel gesto proiettiamo un'ombra digitale mentre a ogni connessione lasciamo una traccia dalla quale risalire ai nostri movimenti. E non parliamo solo di persone: anche le città sono interconnesse, tutte le infrastrutture sono monitorate e controllate da complessi sistemi operativi.

Quello di Watch Dogs si chiama ctOS (Central Operating System) e controlla qualsiasi aspetto della città e dei suoi cittadini. Nel ruolo di Aiden Pearce, un ex criminale nonché brillante hacker, potremo controllare tutto ciò che è connesso al network cittadino, intercettando le telecamere di sicurezza, manipolando informazioni personali, alterando i servizi pubblici. Il nostro scopo è di fermare il nemico è la nostra arma è la città stessa di Chicago".

Queste sono le premesse con cui Ubisoft ha presentato Watch Dogs alla stampa, un titolo sul quale il publisher francese punta moltissimo e che, a detta dello stesso Jonathan Morin, è accostabile a un'opera d'arte, nel senso che ognuno potrà leggerci il messaggio che vuole. È un semplice videogioco o una critica alla società attuale? Il suo protagonista è un hacker senza scrupoli o la moderna incarnazione del vigilante?

L'approccio sistemico di Watch Dogs farà sì che in questi casi alcuni scappino, mentre altri chiamino la Polizia. Controllando il ctOS locale, potremo però hackerare i loro telefoni.

Ognuno darà la propria risposta, quel che è certo è che Aiden Pearce non si servirà di una forza fisica sovrumana né di sofisticati gadget tecnologici: gli basterà uno smartphone per accedere in tempo reale alle infrastrutture della città. Il modo in cui ciò avverrà è fin troppo veloce e semplicistico, ma Danny Belanger ha ammesso che fin dall'inizio il team ha voluto rendere l'hacking immediato, temendo che sulla lunga un approccio più tradizionale avrebbe potuto stancare il giocatore.

Nella sua missione Aiden non sarà solo ma potrà contare su due personaggi, una suicide girl di nome Clara Lille, che vedrete raffigurata un più sotto sotto, e un uomo di colore dall'acconciatura improbabile, già visto nel trailer dello scorso E3, dei quali al momento si sa ancora poco. Il nostro "eroe" non è quindi un lupo solitario senza relazioni sociali ma una persona all'apparenza normale, non fosse per il suo oscuro passato. In quanto vigilante però è ricercato della Polizia, che sappiamo non amare molto coloro che si fanno giustizia da sé. Ecco perché ogni missione di Watch Dogs potrà essere risolta con discrezione o ricorrendo alle maniere forti, ma nel secondo caso ci troveremo alle calcagna le pattuglie e gli elicotteri della Polizia, che ci daranno la caccia come in un qualsiasi GTA.

Anche Aiden sarà capace di arrampicarsi sui palazzi e saltare ostacoli alla Assassin's Creed, il che risponde alla scelta di design di non scoraggiare il giocatore. In un mondo dinamico come quello di Watch Dogs capiterà spesso di creare il caos nella città di Chicago, e sarebbe ben frustrante se il saltare oltre le carcasse fumanti di una trentina di automobili (ancora vi divertite a manomettere i semafori? Monelli...) o l'arrampicarsi oltre il vagone deragliato di un treno, fossero azioni che richiedano ben più della semplice pressione di un tasto. Tutto ciò, senza dimenticare che Watch Dogs è un gioco che si sviluppa anche in verticale, visto che potremo scalare gli edifici fino a raggiungerne i tetti.

Il dinamismo è infatti uno dei pilastri del gioco ma non si creda che questo termine indichi solo un approccio action. In un mondo dove tutto è connesso, dai sistemi informatici alle persone, a ogni nostra azione seguirà una reazione. Ciò sarà frutto del cosiddetto "emergent gameplay" o, per dirla con le parole di Dominic Guay, del fatto che Watch Dogs è un "gioco sistemico". Niente di quello che accade a Chicago è scriptato, al contrario è calcolato in tempo reale grazie al fatto che i vari sistemi di cui è composto il gioco sono comunicanti.

Supponiamo ad esempio di voler catturare un nemico: potremmo bloccarlo all'interno della metropolitana sopraelevata hackando il ctOS, oppure attirarlo in un determinato punto e freddarlo con un fucile da cecchino. Potrebbe andarci bene o potrebbe essere che in quel momento un passante ci noti e chiami la Polizia, che subito accorrerà sul luogo. Noi però potremmo accorgercene e hackare il telefono del passante, evitando che effettui la chiamata. Potrebbe però accadere che l'incauto spettatore scappi impaurito dopo avere visto la nostra arma, attraversi la strada correndo e causi un tamponamento a catena che ci manderà a monte il piano.

La connessione tra i vari sistemi all'interno del gioco riguarderà poi anche gli altri giocatori. Jonathan Morin non si è voluto sbottonare troppo sul multiplayer (che probabilmente verrà presentato all'E3), ma ha lasciato intendere un'impostazione alla Journey nella quale interagiremo con le altre persone all'interno di una stessa zona, dando il via a una nuova e imprevedibile serie di eventi. Ciò potrà avvenire non solo davanti alla nostra console ma anche in mobilità, se è vero che si potrà interagire col gioco da remoto grazie a un'app per dispositivi portatili non meglio definita.

Ecco Clara Lille, uno dei due comprimari di Watch Dogs su cui però gli sviluppatori hanno detto poco o nulla.

Come si capisce è difficile integrare questo gameplay in uno degli engine esistenti ed è per tale ragione che Ubisoft ne ha creato uno nuovo, il Disrupt Engine. Questo potrà gestire agevolmente la densità abitativa di una città moderna, la sua ricchezza di dettagli e permetterci di non perdere un singolo dettaglio, nemmeno attraversando Chicago a 200 orari al volante di uno dei 65 bolidi a nostra disposizione. Ognuno di essi avrà una propria reattività, grazie all'expertise dei Reflections che hanno messo a disposizione il codice di Driver. Va però detto che in occasione della demo abbiamo assistito a un paio di situazioni in cui la fisica della macchina ci è parsa poco realistica, pertanto ci auguriamo che questa parte del gioco venga rifinita ulteriormente di qui a novembre.

Discorso analogo per quanto riguarda la distruttibilità degli oggetti: stando alle dichiarazioni degli sviluppatori assisteremo a cose mai viste prima, mentre durante la demo abbiamo assistito a risultati in linea con le migliori produzioni. Solo una prova approfondita ci permetterà di dare ragione o meno a Ubisoft, fermo restando che di qui alla release del gioco mancano pur sempre sei mesi.

Un'altra chicca del Disrupt Engine è la simulazione del'aria, il che casca a fagiolo se si pensa che il soprannome di Chicago è "windy city". Ogni nostra azione creerà dunque delle correnti che andranno a modificare l'ambiente circostante, generando effetti particolarmente realistici come le foglie che si spostano al passaggio di una macchina o le creste delle onde del lago Michigan sferzate dal vento. Se e come questo avrà effetti sul gameplay è tutto da vedere, ma sarebbe intrigante se dovessimo tenere conto di tale parametro usando il fucile da cecchino.

Il modo in cui si potrà hackare qualsiasi cosa in Watch Dogs è indubbiamente affascinante ma molto semplicistico. Una precisa scelta di design da parte di Ubisoft.

A proposito delle armi, quella più distintiva è senz'altro il bastone telescopico già visto nei trailer, ma ce ne saranno altre 30 sul cui realismo gli sviluppatori sono disposti a mettere una mano sul fuoco. Non bastasse, il gioco prevede un sistema di crafting con cui realizzare esplosivi, medicine per migliorare le nostre performance o dispositivi come i jammer per disturbare le trasmissioni della Polizia. Tali oggetti saranno ottenibili assemblando componenti reperibili in giro per la città, quindi è meglio tenere gli occhi bene aperti quando ci si muove per le strade di Chicago.

Una cosa che invece non potremo non notare, una volta in giro per la città, sono delle aree rosse sulla mappa. Queste corrispondono alle infrastrutture del ctOS, da conquistare per ottenere il completo controllo (informatico) della zona. Il principio è un po' quello già visto in Assassin's Creed con gli avamposti nemici o in Far Cry 3 con le antenne radio. La differenza è che in questo caso il nostro compito sarà accedere al server principale installandovi in rootkit.

Non si creda però di dovere sgominare poliziotti fino ad arrivare alla stanza del computer centrale. Nella demo parigina la questione si è risolta in modo alquanto sbrigativo, con Aiden che ha atterrato una guardia, le ha carpito il codice di sicurezza semplicemente inquadrandola col suo smartphone, e grazie ad esso è entrato nel sistema di telecamere a circuito chiuso. Gli è bastato trovare quella che inquadrava la Control Room per avere accesso a qualsiasi computer presente nel distretto. Il sistema è parso un po' troppo semplicistico e la speranza è che la demo non fosse ben studiata o che di qui all'uscita del gioco Ubisoft renda più stimolanti queste fasi. Da quando in qua basta guardare un computer per piratalo? E ci saremmo forse divertiti a conquistare gli avamposti di Assassin's Creed se fosse bastato inquadrare il capitano nemico col binocolo?

Nel corso della dimostrazione abbiamo visto vari inseguimenti in macchina, che si avvarranno della fisica di Driver dei Reflections. Ma si potranno usare anche le moto!

Sicuramente divertente è invece ciò che potremo fare una volta hackato un distretto. Non solo potremo agire su qualsiasi sistema informatico ma anche dilettarci con alcune impensabili stranezze. Potremo ad esempio creare la nostra playlist piratando canzoni o intercettare gli SMS della gente per sbloccare nuove macchine, guadagnare soldi entrando nei loro conti bancari o scoprire nuovi oggetti da craftare. Potremo anche venire a conoscenza di crimini in corso da sventare o, più semplicemente, spegnere le televisioni nei bar.

Perché dovremmo mai farlo? Beh, perché i media nella Chicago di Watch Dogs funzionano realmente e saranno uno specchio del nostra reputazione. A seconda delle nostre azioni potremmo infatti essere additati come dei criminali da perseguire, e qualora qualcuno notasse che la nostra faccia è uguale a quella trasmessa sul notiziario, potrebbe partire una chiamata alla Polizia col relativo inseguimento.

In tal caso avremo a disposizione svariate soluzioni per darci alla macchia. Potremo fuggire in metropolitana, nasconderci nei vicoli della città o aprire in corsa una saracinesca e infilarci in un garage, seminando la pattuglia della Polizia che avevamo alle calcagna. Una volta passato il pericolo potremo invece allentare la tensione con alcuni giochi presenti nel nostro smartphone. Durante la demo abbiamo assistito a una partita a NVZN, un videogame in realtà aumentata dove delle creature aliene si attaccavano alle teste delle persone e andavano sconfitte a colpi di laser. Se tutto ciò non sembrasse abbastanza folle, sappiate che il nostro punteggio finirà su una leaderboard che ci metterà in competizione con gli altri giocatori!

Il trailer più recente di Watch Dogs.

Volendo concludere questa lunga anteprima, appare evidente che Watch Dogs ha tutte le carte in regola per diventare per Ubisoft il nuovo Assassin's Creed, e a domanda diretta Jonathan Morin non si è nascosto neanche troppo, affermando che non gli dispiacerebbe approfondire il tema con ulteriori episodi. Quello che abbiamo visto è indubbiamente promettente ma, considerata la vastità e le variabili che compongono questo titolo, prima di sbilanciarci aspettiamo di poterlo provare con comodo. Le credenziali per pronunciare la parola "capolavoro", però, ci sono tutte.

Watch Dogs sarà in vendita il 19 novembre negli USA e il 21 novembre in Europa per PC, Wii U, Xbox 360, PlayStation 3 e PlayStation 4. Il gioco è previsto anche per la prossima console di Microsoft, il cui nome Ubisoft non può ovviamente rivelare prima del 21 maggio.

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Watch Dogs

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, Nintendo Wii U, PC

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Stefano Silvestri

Editor in Chief, EG.it

Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.

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