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Medal of Honor: Warfighter - Reloaded

Il fallimento di una delle serie più amate dal pubblico degli FPS.

Se ripensiamo agli albori degli sparatutto in prima persona, dopo il periodo pionieristico della fine degli anni Novanta in concomitanza con l'evoluzione della tecnologia tridimensionale, esiste uno spartiacque molto netto tra un modo di concepire gli FPS "à là Doom" e gli sparatutto con un tocco per il realismo come li giochiamo oggi tra sequenze scriptate, cutscene e un feeling cinematografico perfetto per una trasposizione su console.

Tutti sono concordi nell'identificare il primo Medal of Honor, uscito nel settembre 2001, come l'iniziatore di questo filone. Per qualche anno la serie fu sinonimo di sparatutto di qualità i cui pregi del singleplayer erano evidenti anche in multiplayer, grazie alla creazione di una comunità attiva e molto vasta, in particolare su PC.

L'arrivo di Call of Duty e soprattutto di Call of Duty 2 ribaltò la situazione a favore di Activision che da allora non è più scesa dal trono degli FPS più venduti. Negli ultimi tre anni Electronic Arts ha provato a contrastare questo dominio cercando di prendere l'azienda di Bobby Kotick nel fuoco incrociato di Battlefield e Medal of Honor, riuscendo solo a metà nell'intento.

Dopo il discreto risultato ottenuto dal reboot di Medal of Honor a fine 2010 e l'ottimo successo di Battlefield 3 a fine 2011, tutti si aspettavano un titolo in grado di affrontare CoD sul suo stesso terreno. Sfortunatamente le cose non sono andate come ci si aspettava con Medal of Honor: Warfighter, e di questo ce n'eravamo abbondantemente accorti in sede di recensione.

Otto minuti della campagna singleplayer di Medal of Honor: Warfighter.

Non ci siamo sorpresi di aver valutato con una sufficienza striminzita la versione PC per poi bocciarlo su console. Andando a riprendere i nostri commenti, Medal of Honor: Warfighter si può considerare il classico esempio di occasione sprecata, in virtù di una realizzazione sufficiente su PC ma non all'altezza della situazione su Xbox 360 e PS3, due versioni piagate da numerosi bug in singleplayer e penalizzate da una grafica complessivamente datata. Il lavoro svolto dai Danger Close nelle settimane immediatamente successive al lancio è andato nella direzione di correggere la montagna di bachi segnalati dalla community, e basta pensate che soltanto al day one fu pubblicata una patch correttiva che risolveva ben 110 (!) diversi bug.

"Al day one fu pubblicata una patch correttiva che risolveva ben 110 (!) diversi bug"

Le settimane successive hanno visto la pubblicazione di altre patch che hanno migliorato la situazione, in particolare eliminando tutti i bug più gravi che in alcuni casi impedivano persino di proseguire il gioco. Troppo tardi, evidentemente, per raddrizzare una situazione ormai compromessa, perché anche a ridosso delle festività natalizie continuavano a fare capolino crash al desktop per la versione PC e bug di vario genere sulle versioni console. Allo stato attuale la situazione è finalmente stabile ma la realtà dei fatti è che la versione 1.0 di Medal of Honor: Warfighter era ben lontana dal potersi considerare bug free prima di andare in master e di questo i Danger Close ed EA ne erano sicuramente consapevoli.

Oltre a questo peccato originale, molto fastidio diede agli utenti Xbox 360 la necessità di installare separatamente il pacchetto di texture HD che i Danger Close avevano inserito sul DVD, probabilmente non sufficientemente convinti del calo di prestazioni che questo upgrade causava nella versione finale del gioco, che, come avevamo avuto modo di spiegare a ridosso della pubblicazione, su console era chiaramente poco ottimizzata.

Nel caso ve la foste lasciata scappare, ecco la nostra video recensione.

La non esaltante nomea di Medal of Honor: Warfighter presso la comunità degli appassionati di sparatutto ha ovviamente avuto ripercussioni sulla diffusione della modalità multigiocatore: nonostante fosse caratterizzato da alcune mappe di discreta qualità e qualche buona idea sul fronte del puro gameplay, il multiplayer di Medal of Honor: Warfighter ha tenuto botta per un paio di mesi, per poi scivolare in un prevedibile oblio. Senza la fluidità del diretto concorrente Black Ops 2 o la flessibilità di Battlefield 3, le lobby si sono presto svuotate lasciando soltanto un gruppetto d'irriducibili a confrontarsi online durante la scorsa primavera.

"Il multiplayer ha tenuto botta per un paio di mesi, per poi scivolare in un prevedibile oblio"

Electronic Arts aveva provato a tenere alta l'attenzione con la pubblicazione di un DLC intitolato The Hunt, ma l'aggiunta di sole due mappe multigiocatore non è stata sufficiente a trattenere un pubblico che ha ormai abbandonato quasi del tutto i server su tutte le piattaforme per cui il gioco è uscito.

Altri segnali nel corso dei mesi hanno confermato il piede sbagliato con cui era partita l'avventura di Medal of Honor: Warfighter; a fine novembre 2012, a poco più di un mese dal lancio del gioco, chiudeva la community ufficiale della serie Medal of Honor (Medal of Honor Headquarters) con tanto di lettera aperta alla community ed Electronic Arts in cui si puntualizzavano gli errori nella realizzazione del gioco che avevano portato a questa decisione.

Dopo un inverno e una primavera di crescente oblio, l'atto finale della vicenda si è concretizzato con la decisione di EA presa lo scorso giugno di smembrare Danger Close e di far confluire alcuni dei suoi elementi migliori tra le fila di DICE. Questo evento ha chiuso definitivamente la porta all'arrivo di ulteriori patch a supporto del gioco, soprattutto per quello che resta dell'utenza multiplayer.

Un trailer dedicato al multiplayer internazionale di Medal of Honor: Warfighter.

A flop di vendite ormai conclamato, hanno destato un certo clamore i commenti dello scorso gennaio di Peter Moore, Chief Operative Officer di Electronic Arts, secondo il quale le recensioni negative di Medal of Honor: Warfighter erano all'origine del suo insuccesso. Dichiarazioni che colpiscono perché denotano una mancanza di consapevolezza del divario qualitativo che separa questo Warfighter da un Call of Duty o un Battlefield qualsiasi, soprattutto se pronunciate da un veterano dell'industria qual è Moore.

La verità è che se anche Medal of Honor: Warfighter fosse stato pubblicato privo di bachi e caratterizzato da una grafica superiore, non sarebbe stato comunque al livello della concorrenza a prezzo pieno. Il che è un'ulteriore conferma di come non basti un reparto marketing danaroso e una serie dal passato illustre a decretare automaticamente un successo commerciale. Gli errori compiuti nella realizzazione di questo Medal of Honor sono evidenti in tutti i campi: script debole, gameplay stereotipato e una produzione affrettata non sostenuta da un budget di alto livello che da qualche anno caratterizza un genere, quello degli sparatutto, in cui non c'è spazio per le produzioni di fascia media.

"Se anche Warfighter fosse stato privo di bachi, non sarebbe stato comunque al livello della concorrenza"

Un altro fattore può essere alla base del fallimento di questo progetto: parecchi anni dopo quella PC, anche l'utenza console sta iniziando ad aumentare le aspettative per classificare come imprescindibile uno sparatutto ed è ormai matura per un nuovo salto di qualità sotto il profilo della complessità del gameplay. Per innovare il genere occorre andare oltre livelli scriptati e cutscene fotocopiate o il classico sistema di crescita a perk in multiplayer. EA ha la serie di Battlefield come asso nella manica, ma tutti gli altri publisher che negli ultimi anni hanno cercato di entrare nel mercato degli shooter moderni, dovranno fare tesoro della vicenda Medal of Honor: Warfighter per non ripetere gli stessi errori con la nuova generazione di console.

Tuttavia, l'impressione è che la prima a monetizzare queste dèbacle potrebbe essere proprio Activision, ben consapevole che riproporre la stessa formula fin dai tempi del primo Modern Warfare potrebbe non essere più sufficiente a garantire gli incassi milionari che la serie CoD ha garantito finora. Il know-how e le risorse non dovrebbero essere un problema: per sapere se avranno anche il coraggio di cambiare rotta, dovremo probabilmente attendere la fine del 2014.

Arrivando a tiro del vostro portafogli/carta di credito, è piuttosto chiaro che i presupposti per un acquisto ritardato di Medal of Honor: Warfighter non abbondano di certo. L'unico incentivo a farlo vostro potrebbe essere il prezzo budget da 18-20 euro cui viene proposto per tutte e tre le piattaforme: in tal caso vi portereste a casa una discreta campagna singleplayer, lunga non più di sei ore, ma anche un multiplayer già chiuso in una bara di metallo ormai in volo per la sede di Electronic Arts.