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FIFA e PES? Che stress! - editoriale

C'è ancora spazio per i calciatori della domenica?

Il campionato è partito da qualche giornata, la Champions League questa settimana e manca ormai pochissimo all'inizio della stagione calcistica videoludica del 2014. Come prevedibile, i soliti due sfidanti sono nel pieno della loro campagna marketing e quindi abbiamo visto, studiato, analizzato milioni di screenshot, teaser, promo, interviste, articoli e anteprime su FIFA 2014 e su Pro Evolution Soccer 2014.

Sappiamo tutto dei nuovi modelli poligonali, degli stadi, del sistema di controllo palla rivisto e rivoluzionario (anche se un po' viene da chiedersi quante volte è veramente possibile "rivoluzionare" la stessa cosa...), dell'aggiunta di campionati e squadre nuove, e via così.

L'aspettativa è a mille, sia da parte dei videogiocatori sia delle software house, eppure c'è una categoria di giocatori che non attende con così tanta ansia ed eccitazione questi due nuovi, annunciati capolavori. Sono quelli che, come me, amano il calcio e i titoli dedicati a questo splendido sport, ma che hanno ormai capito di non essere più in linea con il target medio di FIFA e PES.

Un target che negli ultimi anni è sempre più il giocatore disposto a passare varie ore per capire come si effettuano tutte le finte speciali, tutti i colpi magnifici che ora sono possibili, e poi passare altrettanto tempo a perfezionare il loro uso in partita. Questi sono indubbiamente la maggioranza degli acquirenti ed è quindi comprensibile la scelta di EA e Konami di puntare su di loro.

Ci sono però anche persone che non sono in grado di premere tutti quei tasti nella giusta sequenza o nel momento esatto, oppure che semplicemente non sono interessate a dedicare ore del proprio tempo per imparare a farlo. Entrambe le categorie rimpiangono i vecchi tempi quando la grafica era infinitamente più brutta, il realismo nemmeno paragonabile ma si giocava con tre, quattro tasti e ci si divertiva ugualmente. In una parola, ci manca l'immediatezza.

PES 14: ormai c'è bisogno di un video di tutorial persino per controllare i portieri.

A loro come a me, manca il poter prendere in mano il joypad per la partita settimanale da affrontare senza dover pensare se per fare il pallonetto bisogna premere uno o due tasti. Ci manca l'invitare a casa l'amico che non gioca mai e vedere che, imparato quali sono i tasti per passare e tirare, è in grado di darci del filo da torcere senza che noi ci autolimitiamo a non usare finte e mosse speciali.

Il livello di complessità raggiunto dai giochi di calcio attuali è tale che Electronic Arts ha persino sentito il bisogno di inserire dei minigame che fanno da tutorial e insegnano a crossare nella zona giusta e a dribblare paletti. Certo, si potrebbe dire che sono messi lì per evitare che la gente si annoi durante i caricamenti ma questi ultimi durano pochi istanti, non è che avremmo avuto orde di persone frustrate col joypad in mano per un'attesa di cinque secondi tra una partita e un'altra.

"Siamo al punto che ormai persino i rigori sono diventati difficili da realizzare"

Siamo al punto che ormai persino i rigori sono diventati difficili da realizzare e anche correre non è più immediato come un tempo, vista la crescente inerzia dei giocatori. Non è certamente un problema solo dei giochi di calcio, moltissime simulazioni sportive hanno raggiunto un elevato, a tratti eccessivo livello di complessità.

L'unica volta che ho provato a giocare a NHL 2011 mi sono trovato davanti a un tutorial che è durato una ventina di minuti abbondante, con duemila spiegazioni su come gestire omino, mazza e dischetto. Tutorial tutt'altro che facile, tra l'altro, visto che mi sono pure piantato prima della fine perché non riuscivo a fare quanto richiesto. Quando poi ho deciso di saltarlo e di provare a lanciarmi sul ghiaccio, i risultati sono stati scarsi sotto tutti i punti di vista: gioco, risultato e divertimento.

Una rassegna di gol spettacolari in FIFA 13. È ancora possibile divertirsi con tre, quattro tasti?

Tornando però al calcio, si potrebbe obiettare che ancora oggi il giocatore non appassionato può spassarsela affrontando partite offline con un basso livello di difficoltà. Lasciatevelo dire: non è vero. EA e Konami stanno spendendo milioni di dollari e yen per sviluppare l'intelligenza artificiale nei loro giochi e hanno creato qualcosa di incredibile.

Se si scelgono i livelli alti di sfida. Se invece prendete quelli bassi, vi troverete davanti degli idioti completi, soprattutto in fase offensiva. Negli ultimi anni giocare al livello basso significava cercare di segnare sapendo benissimo che 99 volte su 100 l'avversario avrebbe terminato la partita con zero gol fatti. Questo, tra l'altro, avveniva perché una volta vicini alla vostra area, gli attaccanti cominciavano a passarsi la palla tra loro, senza mai tirare o cercare di passare tra i difensori.

"Se si scelgono livelli di difficoltà bassi vi troverete davanti degli idioti completi, soprattutto in fase offensiva"

Una volta mi sono persino messo a verificare quanto l'IA fosse stata programmata per evitare di segnare: ho creato voragini nella difesa, spostando i difensori, e solo una volta su cinque l'attaccante l'ha sfruttata entrando in area. Salvo poi arrivare davanti al portiere e... passarla all'ala sulla destra. Potrei persino avere ancora il replay salvato: era una scena talmente idiota che meritava di essere archiviata.

Nel calcio il divertimento viene dal gol e vedere un avversario che fa tutto per non segnare è fastidioso. Perché vincere 2-1 in rimonta può essere infinitamente più esaltante di un 1-0 fatto con un fortunoso colpo di testa. Se poi si prova l'online, il matchmaking non funziona come dovrebbe e spesso il giocatore inesperto si trova davanti un "mostro" super esperto che lo umilia. Col risultato che nessuno dei due si diverte davvero, perché se non è certamente piacevole perdere 10-0, allo stesso modo non è nemmeno divertente passare una decina di minuti a livellare un avversario che non ti offre il minimo grado di sfida.

FIFA 14 ci spiega le regole del calciomercato, un esempio del livello di complessità raggiunto dai giochi di calcio attuali.

Cosa vorrei, quindi, dai nuovi FIFA e PES? Non di certo un ritorno al passato, non rimpiango i tempi, per quanto gloriosi, di Sensible Soccer o del PES per Super Nintendo, ma sarebbe bello che uno sviluppatore ricominciasse a interessarsi anche al giocatore un po' più casuale. Quello che magari non spende dieci euro al mese per dei pacchetti di figurine virtuali, o che non vuole vivere in prima persona la carriera dalla primavera alla conquista della Champions League.

Si potrebbe introdurre anche in PES un sistema di controllo con meno mosse (già presente in FIFA) e una maggiore facilità per eseguirle, l'opposto di quello che pare voler fare Konami quest'anno, alla ricerca della simulazione perfetta. E, magari, anche con un gioco un filo meno simulativo e un po' più arcade, anche se quest'ultima cosa probabilmente si rivelerebbe troppo lunga da fare visto che andrebbe rivista la fisica della palla e dei giocatori.

Vedremo qualcuna di queste "innovazioni" nei titoli in arrivo tra pochi giorni? È assai improbabile ma la speranza è sempre l'ultima a morire. Io intanto mi preparo a provare due giochi splendidi che, temo, dopo una manciata di giorni finiranno sulla mia libreria dove resteranno a lungo, e da cui usciranno solo per una partita o due ogni manciata di mesi. Partite che finiranno, manco a dirlo, con vittorie o pareggi senza gol subiti.

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Mattia Dal Corno

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Tre passioni hanno caratterizzato la mia vita: fumetti, cartoni animati e videogiochi. Sono riuscito a trasformare le prime due in un lavoro mentre la terza è ancora oggi il mio hobby principale.

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