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Rain - prova

Correndo sotto la pioggia (nei primi tre livelli).

Sono sempre rimasto affascinato dalle coincidenze, incastri lungo il flusso della vita che assumono significati particolari quando visti alla luce delle loro conseguenze. È una coincidenza, per esempio, quella che mi porta a scrivere questa anteprima mentre le nuvole stanno scaricando tutto il loro pianto su questa Terra. Ed è una coincidenza anche quella che porta il protagonista di Rain a guardare fuori dalla finestra, proprio nel momento in cui una bambina corre davanti a casa sua inseguita da un oscuro essere.

È così che la nuova esclusiva di Sony introduce la propria presenza sui nostri monitor, senza parole, senza rumori, se non quello incessante della pioggia che cade sulla città, una città senza nome come i suoi attori principali e come le vicende che vengono raccontate...

Di Rain peraltro abbiamo avuto modo di disquisire su Eurogamer.it in altre occasioni e sono diversi i paragoni che già si sono sprecati attraverso il materiale finora rilasciato: chi si è rivolto ad Ico per le atmosfere e il rapporto fra i due protagonisti, chi ci ha intravisto (come me) sprazzi di Another World, chi invece è rimasto semplicemente affascinato dallo scorrere delle gocce sul proprio monitor.

Niente di meglio quindi per avanzare qualche ipotesi più dettagliata che raccontarvi cosa ci è accaduto nei primi tre livelli di un'avventura che saprà accompagnarvi in questo autunno ormai alle porte. Avete preso l'ombrello con voi? Allora partiamo!

Questo è uno dei pochi veri enigmi presenti nei primi tre livelli di gioco.

Il primo capitolo, successivo ad un filmato introduttivo pennellato ad acquerelli, funge sostanzialmente da tutorial alle vostre avventure, presentandovi il protagonista delle vicende e la sua peculiarità di essere visibile unicamente quando colpito dalle gocce di pioggia. Come probabilmente saprete già, tutte le meccaniche di Rain si basano su questo particolare potere, in un susseguirsi di ripari e di pozzanghere utili per superare gli ostacoli che via via si pareranno sul vostro cammino.

"Fin da subito emergono la totale assenza di parlato e il sistema di inquadrature fisse"

Fin da subito emergono però altri elementi molto importanti ai fini dell'economia del gioco, ovvero la totale assenza di parlato e il sistema di inquadrature fisse, entrambi direttamente funzionali allo sviluppo della narrazione.

Partiamo dal primo: sia il bambino che la sua controparte femminile non emettono alcun suono, neanche nelle situazioni più concitate; qualsiasi tipo di interazione fra i personaggi o l'ambiente ci viene suggerito solo da del testo a schermo, che segue letteralmente l'andamento delle strade e delle vie della città che vi troverete ad esplorare.

Questa scelta si rivela essere funzionale per immergere il giocatore nel racconto, quasi che il tutto venga delicatamente portato alla nostra attenzione in maniera non invasiva, sfruttando in modo mirabile l'ottima colonna sonora che risuona attraverso le casse del vostro schermo.

Yugo Kanno ci parla della composizione della colonna sonora di Rain.

Anche il poc'anzi citato sistema di inquadrature fisse lavora costantemente per regalare scorci poetici della città bagnata dalla pioggia battente, in un continuo ribaltarsi di prospettiva che, senza danneggiare la giocabilità, riesce nell'intento di farci sentire spettatori privilegiati di una storia rubata alla notte.

"Sia il bambino che la sua controparte femminile non emettono alcun suono, neanche nelle situazioni più concitate"

Incontrata la bambina e riusciti finalmente ad attirare la sua attenzione lungo il secondo livello, sostanzialmente utile solo per conoscere meglio i pericoli delle varie "stanze" di cui è composto il lineare pellegrinaggio nella città, nel terzo capitolo dovrete invece attraversare una fabbrica abbandonata nell'intento di riuscire a sfuggire le minacce che si fanno sempre più mortali e oppressive a causa delle presenza dell'Oscuro, motore narrativo di tutte le vicende.

Qui Rain comincia finalmente a mostrare una varietà di puzzle parzialmente mancante nei precedenti livelli, ampliando la tipologia e il numero di azioni che potrete compiere di concerto con la bambina, sfruttando a vostro vantaggio i pochi hotspot presenti, peraltro sempre evidenziati da un'illuminazione particolare. Ecco quindi sezioni con parti da spostare e utilizzare come ripari mobili, inganni da perpetrare ai nemici sfruttando delle tracce di fango lasciate per sviare gli inseguitori e ostacoli dove dovrete aiutarvi l'un l'altro per raggiungere sporgenze altrimenti inaccessibili.

Spesso vi sentirete come se anche voi foste sotto la pioggia battente.

Tuttavia dopo aver attraversato i primi tre livelli, stretto confine per questa anteprima, risulta purtroppo ancora difficile riuscire a inquadrare Rain in un contesto definito; quello che è certo è che la dimensione narrativa ha una parte decisamente preponderante rispetto a quella ludica, ridotta, nonostante tutto, alla stregua di una visual novel interattiva.

"I pochi enigmi presenti risultano oltremodo facili e i rari fallimenti vengono superati da suggerimenti più o meno velati"

I pochi enigmi presenti risultano infatti oltremodo facili e i rari fallimenti vengono facilmente superati da suggerimenti più o meno velati; è chiaro, perlomeno in queste prime fasi, l'intento degli sviluppatori di focalizzare l'attenzione più sul rapporto di empatia fra i due bambini che sulle azioni da compiere ma resta comunque oggettiva la linearità con cui i livelli scivolano via ad una velocità forse eccessiva.

Giusto per rendere un'idea, portare a termine la parte dedicata all'anteprima ha richiesto un'ora scarsa di gioco, senza alcun ostacolo che si possa definire realmente tale; in queste condizioni anche la presunta oppressione che l'atmosfera uggiosa vorrebbe suggerire viene un po' meno, a causa della mancanza di una reale ostruzione al vostro incedere, e perde parte ella sua incisività.

Sul versante grafico tornerò invece in sede di recensione, ma credo sia giusto sottolineare fin da ora l'ottimo lavoro svolto dagli artisti di Sony, in grado di rendere una città silenziosa e oscura un ambiente vivo, quasi che il vero alter ego del protagonista siano gli edifici che si intrecciano l'uno con l'altro come in un'opera di Escher.

Il trailer della Gamescom di Rain.

Giunto così alla fine di questa anteprima, sono un po' perplesso e al tempo stesso ansioso di poter provare Rain fino in fondo; se i primi tre livelli sembrano lasciare ben poco spazio ad un potenziale ludico in grado di rappresentare una sfida adeguata, dall'altro l'impianto narrativo sembra di quelli capaci di toccare le corde giuste per imprimersi nella vostra memoria.

Appuntamento quindi al 1 ottobre per stilare il verdetto definitivo, sperando che Rain scavi un posto nel nostro cuore, goccia dopo goccia.

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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