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Romics 2013 - reportage

Tanti fumetti, pochi videogiochi.

Roma - Il bello della "città eterna" è che ogni sottocultura e ogni passione trovano dimora a volte in luoghi seminascosti, altre in eventi in grande stile, come nel caso del Romics, che da anni offre agli appassionati di fumetti, giochi da tavolo e videogame l'occasione di incontrare nomi noti del settore e di esplorare una delle più grandi fiere dell'Urbe.

La convention, che all'inizio ospitava solo fumetti, si è da alcuni anni evoluta diventando politematica e configurandosi a pieno titolo come una "fiera internazionale". Questa edizione si prefiggeva di allargare ulteriormente gli orizzonti e gli spazi espositivi nel tentativo di accogliere al meglio il numero sempre maggiore di appassionati. È riuscita nel suo intento? In parte.

Con un'estensione di ben tre padiglioni, l'edizione 2013 del Romics è stata per ora una delle più grandi nella propria storia, nonché una delle più atipiche. Mentre la mostra mercato, zeppa di bancarelle e stand dei negozi di fumetti, ha occupato una prima area, le altre sono state dedicate una ai grandi eventi e una all'entertainment, diluendo gli spazi ed evitando i sovraffollamenti degli scorsi anni.

Nintendo è stata la protagonista indiscussa di questa edizione dal punto di vista videoludico, ma la totale mancanza di concorrenti le ha reso vita facile.

Una scelta che ha tolto un po' di lustro alla grande (ma meno interessante dal nostro punto di vista) protagonista degli scorsi anni, ossia l'area di compravendita di fumetti, per spostare l'attenzione del pubblico verso la più spettacolare area entertainment. Uno spazio popolato da gruppi in costume intenti riproporre le battaglie di Game of Thrones o di Guerre Stellari, mentre ai visitatori era data l'opportunità di visionare le mostre e girovagare tra gli stand (pubblicitari e non) in cerca di news e indiscrezioni sulle prossime uscite del cinema, dell'home video e del videogioco.

"Con una certa delusione, i videogiochi sono stati limitati a uno spazio davvero ridotto"

Superati i Blu-ray di Star Trek e i simpatici minion di Cattivisimo Me 2, è stato il turno dei videogiochi che, con una certa delusione, sono stati limitati a uno spazio davvero ridotto. Il primo stand che abbiamo visitato, invitati anche dalla bella presenza di due simpatiche hostess, è stato quello di Corsair che ha messo in mostra la nuova gamma di prodotti per il gaming. Peccato non ci fossero periferiche da provare in anteprima ma solo i prodotti della gamma corrente, già trattati nei siti specializzati.

I PC da gioco sono dedicati prevalentemente a un pubblico maschile e Corsair lo sa bene...

Soprattutto però sono mancate le aziende che negli ultimi tempi si sono dimostrate più attente al panorama fieristico italiano, Intel in primis che si è da sempre ritagliata enormi spazi con postazioni di prova, mentre quest'anno il produttore di processori si è fatto sedurre dall'innovativa Maker's Faire, la fiera dell'innovazione tecnologica che ha attirato negli stessi giorni del Romics oltre 30.000 persone.

Non è mancata però l'onnipresente Nintendo che, a sorpresa, non ha puntato più di tanto su Pokémon X e Y (cui ha dedicato una parete dello stand e un paio di postazioni di prova), ma ha preferito fornire ai visitatori un completo excursus della propria offerta. I giochi del momento c'erano tutti, da Super Mario 3D World a Sonic: Lost World, passando per un Bayonetta 2 che, con poco sforzo, è riuscito a monopolizzare l'attenzione dei giocatori più adulti, oltre a un Wind Waker HD da cui è sempre più difficile scollarsi. Il Nintendo 2DS, forse oscurato dai titoli in prova, giaceva invece in disuso, interessando più i genitori che i bambini, maggiormente attratti della sua controparte in 3D.

Se la presenza di Nintendo e il suo approccio al pubblico sono stati lodevoli, non si può non ricordare che si è trattato dell'unica grande azienda videoludica presente sul posto. L'eccessiva vicinanza temporale dell'edizione 2013 al Lucca Comics & Games potrebbe essere una spiegazione, tant'è che più d'una volta, soprattutto in conferenza stampa, è stato fatto il paragone con la famosa fiera toscana, preferita da altri come vetrina per i propri prodotti.

"Per ogni aggiunta di quest'anno è mancato qualcosa che avevamo apprezzato in passato"

Un peccato, soprattutto se si considera che dal punto di vista dei fumetti sono stati fatti molti passi avanti per garantire un'esperienza più completa e internazionale. Le mostre a tema, ad esempio, pur non brillando particolarmente, relegate com'erano in un angolo del padiglione entertainment, hanno avuto a disposizione un loro piccolo spazio, separato dalla bolgia della fiera mercato. Lo stesso si può dire delle conferenze che, tra gli altri, hanno accolto anche un ospite d'eccezione come Akemi Takada, la character design dell'incantevole Creamy. Allo stesso modo hanno stupito per quantità e qualità le proiezioni e le presentazioni in video che hanno spaziato da Machete al film di Capitan Harlock, passando per brevi anteprime dei prossimi lungometraggi Disney e Universal.

Gli stand di retrogaming hanno attratto un grande pubblico, offrendo un po' di tutto e permettendo un gradito tuffo nel passato.

Dobbiamo però ammettere che le novità apportate, per quanto interessanti, non sono riuscite a migliorare più di tanto la qualità della fiera rispetto alle scorse edizioni. Per ogni aggiunta di quest'anno è mancato qualcosa che avevamo apprezzato in passato. Romics sta insomma facendo le spese di una scelta coraggiosa ma ancora in fase di rodaggio, ossia quella di realizzare due edizioni distinte, una primaverile e una autunnale.

Tale scelta consente sì di venire incontro alle diverse esigenze dei visitatori ma ha apparentemente distolto l'attenzione degli organizzatori dai giochi in quella che eppure loro stessi definiscono una "fiera internazionale del fumetto, dell'animazione e dei games." Speriamo dunque, già dall'anno prossimo, di poter giocare di più al Romics, senza limitarci ad andare a caccia di fumetti rari e di costose action figure.

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A proposito dell'autore
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Fabio Davide

Contributor

Giocatore fin dalla più tenera età, fagocita di tutto ma digerisce solo i veri capolavori. Dopo 7 anni nel settore del gaming aveva pensato di trovarsi un lavoro nella ristorazione, ma poi ha ceduto al fascino di Eurogamer.

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