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GameStick - review

Il Digital Foundry esamina la più recente micro-console Android.

Dopo una serie di sfortunati rinvii, il GameStick di PlayJam è finalmente realtà. Finanziato su Kickstarter all'inizio di quest'anno, con la raccolta di 550.000 dollari a fronte dei 100.000 richiesti, questa micro-console basata su Android si presenta in maniera molto simile a Ouya; l'apparecchio tenta di combinare il gaming a basso costo con controlli fisici e schermi di grandi dimensioni, legando il tutto con un'interfaccia utente e uno store per le applicazioni su misura.

Come il nome stesso suggerisce, GameStick è un'unità delle dimensioni di una flash drive USB che si connette direttamente alla porta HDMI della TV. Mentre il resto del mondo Android si sta attualmente godendo tecnologie all'avanguardia come lo Snapdragon 800 di Qualcomm e il Tegra 4 di Nvidia, la console di PlayJam è attrezzata in maniera relativamente modesta: CPU Cortex A9, core grafico Mali-400 MP e appena 1GB di RAM. La capacità di storage per i giochi scaricati è di 8GB, quantità aumentabile grazie alla presenza di uno slot per MicroSD. L'intera console può essere alloggiata nel controller GameStick, ma la necessità di una fonte di alimentazione significa che l'apparecchio non è portatile come i suoi creatori vorrebbero farvi credere. Anche se l'unità è alimentata tramite USB, abbiamo scoperto che l'unico modo per assicurare prestazioni consistenti è usare la presa da muro inclusa nella confezione, che limita notevolmente la mobilità della console.

Il pad del GameStick sembra un incrocio tra un controller Wii Classic e un pad Xbox 360. È dotato di tasti grandi e di una croce direzionale enorme. I due stick analogici, uno posizionato più in alto dell'altro come nel controller di Microsoft, sembrano solidi, e i trigger laterali sono facili da raggiungere. Sul retro del pad sono presenti l'ingresso per la ricarica da utilizzare con un dock ufficiale disponibile separatamente, e uno slider che cela l'alloggiamento per la console.

Abbiamo sicuramente utilizzato controller più ergonomici in vita nostra, ma il pad del Gamestick è molto più piacevole da utilizzare di quello di Ouya. Nonostante il design squadrato, è piacevole da utilizzare anche per periodi di tempo prolungati e non dà l'impressione di poter cadere a pezzi da un momento all'altro. La delusione maggiore è la croce direzionale, troppo grande e incassata per essere utile in gioco. Chiaramente, è stata inserita per rendere la navigazione nei menu più comoda. Anche se l'OS è Android, che supporta nativamente i controller Bluetooth, non è possibile utilizzare joypad di terze parti con il GameStick. I pad addizionali costano 34,99 sterline l'uno, ed è possibile collegarne fino a quattro alla console.

Nella confezione è inclusa un'estensione HDMI, utile per quelle TV che hanno gli ingress posizionati in punti non facili da raggiungere, e un cavo USB-micro USB che permette di accendere la console e ricaricare il controller simultaneamente. Una volta che la console è accesa, è necessario accoppiare il controller con l'unità, procedimento che si è rivelato essere facile e di pochi secondi di durata. Connettendo la console alla rete WiFi si viene invitati a registrare il sistema tramite PC o telefono, collegandoli al sito ufficiale di GameStick per creare un profilo. È a questo punto che vengono fornite le opzioni per inserire i dati della propria carta di credito o riscattare un voucher per ottenere dei crediti presso lo store. La maggior parte dei download per la console sono infatti a pagamento.

Molti utenti si sono lamentati del fatto che su Ouya il fattore economico si manifestasse solo all'interno dei giochi, pur essendo questi ultimi free-to-play. Anche se alcuni dei prezzi su GameStick risultano superiori in confronto a quelli dell'App Store di iTunes o Google Play, la spesa è soppesabile da subito. Ouya ha comunque un netto vantaggio su GameStick a causa della sua politica che permette ai giocatori di provare un titolo prima di comprarlo, evitando delusioni derivanti da acquisti fatti alla cieca. Un altro fattore fastidioso è la necessità di inserire la propria password per ogni singolo download, una pecca che speriamo venga sistemata con un futuro update.

La selezione di giochi è abbastanza scarsa al momento, ma dobbiamo sottolineare che stiamo recensendo una versione pre-lancio della console. Il supporto degli sviluppatori dovrebbe aumentare dopo il lancio ufficiale del 29 ottobre. Alcune gemme sono già disponibili: parliamo di Knightmare Tower, Fist of Awesome, Momongo Pinball Adventures, Vector e Shadowgun, quest'ultimo gratuito. Niente che non sia già stato visto altrove, però.

"I prezzi su GameStick risultano superiori in confronto a quelli dell'App Store di iTunes o di Google Play "

Anche se GameStick è supportato dalla versione 4.1.2 di Android, la cosa non è rilevabile nell'interfaccia utente del sistema. A differenza d Ouya, che ha il proprio store ma permette il caricamento parallelo delle normali applicazioni Android, GameStick è un sistema totalmente chiuso. Non è possibile collegarsi a Google Play e scaricare app e giochi già comprati, perché al momento il sistema non lo permette.

Il lato positive di ciò è un'esperienza più controllata e consistente; i giochi che abbiamo scaricato e testato sono tutti ottimizzati per l'interfaccia fisica di GameStick. Alcuni hanno schermate specifiche che mostrano la disposizione dei controlli sul pad, mentre altri (come Vector) includono speciali prompt in-game che fanno riferimento alla disposizione dei tasti sul controller. Chiudendo il sistema e permettendo l'accesso solo a titoli ottimizzati per la piattaforma, PlayJam fornisce un'esperienza molto piacevole agli utenti... almeno finché questi ultimi non si accorgeranno che la selezione di titoli disponibili è fortemente limitata e che tutto costa di più che su altre piattaforme.

Anche l'hardware ha dei limiti che compromettono l'esperienza. Il chipset Amlogic 8726-MX, composto di CPU ARM Cortex A9 a 1.5GHz e GPU Mali-400, è meno prestante del Tegra 3 all'interno di Ouya e anni luce indietro rispetto al Tegra 4 dello Shield di Nvidia. La debolezza di GameStick quanto a potenza di calcolo è messa in luce dal già menzionato ShadowGun, afflitto da rallentamenti diffusi. Non sono solo i giochi in 3D a essere in difficoltà: Raiden Legacy, una raccolta di sparatutto 2D non recentissimi che girano in una cornice per emulare gli originali da sala, soffre a sua volta di rallentamenti e interruzioni nell'audio. Bisogna però precisare che la maggior parte dei titoli 2D funziona perfettamente sulla console, e che Raiden è di gran lunga il peggior titolo quanto a prestazioni.

Basare la console su un chipset economico ha sicuramente aiutato nel tenere basso il prezzo di vendita, ma questo pone il sistema in svantaggio rispetto alle altre console basate su Android. Non abbiamo potuto provare titoli come After Burner Climax, Real Racing 3 o Jet Set Radio, cosa che avrebbe sicuramente aiutato a valutare meglio la potenza del sistema, ma possiamo dire con un buon grado di certezza che la modesta tecnologia di GameStick diventerà un problema per gli acquirenti molto presto. I giochi per smartphone migliorano costantemente dal punto di vista grafico, e l'idea di giocare sullo schermo di una HDTV attira se si parla di titoli belli da vedere, non semplici giochi 2D più adatti a display di dimensioni minori.

" Ouya ha componenti più potenti, e anch'essa sta subendo il sorpasso da parte dei nuovi chipset"

L'impossibilità di scaricare applicazioni standard per Android o di accedere al web tramite un browser, lasciano come armi supplementari a GameStick solo la possibilità di riprodurre filmati e musica. Il lettore multimediale incluso può leggere dati da schede MicroSD o drive USB collegati al cavo USB Y fornito nella confezione. La riproduzione è abbastanza stabile, anche in caso di video HD. Un'alternativa migliore è il lettore ToFu, basato sul popolare XBMC Media Centre, che permette streaming di filmati, visualizzazione di immagini e ascolto di musica in locale o tramite fonti online, svolgendo il suo ruolo in maniera ammirevole.

GameStick: il verdetto del Digital Foundry

Ouya ha dimostrato che la migrazione del gaming su smartphone verso il grande schermo non è affatto facile come sembri, e GameStick ne è ulteriore conferma. È impossibile negare che i videogiochi con cui ci trastulliamo sul nostro smartphone per un paio di minuti siano molto diversi da quelli che si voglia giocare per ore sullo schermo di una TV. Il numero limitato di titoli Android disponibili sullo store di GameStick, a prezzi tra l'altro superiori alla media, non vi terranno incollati al televisore a lungo e sicuramente non vi distrarranno dai vostri sistemi di gaming preferiti, in grado di fornire esperienze superiori. Questi ultimi, inoltre, dispongono di una libreria di titoli vasta e, nel caso dei titoli più vecchi, economica.

Risulta dolorosamente chiaro anche come, in termini di tecnologia, GameStick si appoggi a un'architettura sorpassata. Ouya ha componenti più potenti, e anch'essa sta subendo il sorpasso da parte dei nuovi chipset. Questa è l'ovvia maledizione degli hardware domestici, che diventano obsoleti nel giro di un anno a causa dei costanti miglioramenti nella tecnologia disponibile.

Ci sono elementi nella console che funzionano abbastanza bene. Il controller è decente e risulta migliore di quello fornito con Ouya, e l'interfaccia utente è più piacevole da utilizzare. I giochi sono più costosi, ma almeno il prezzo è chiaro. Tutto si riduce però al software, ed è quasi impossibile trovare un motivo per spendere 99,99 euro per un hardware su cui girano versioni più costose di titoli già disponibili per smartphone e tablet. Ouya ha almeno la sublime esclusiva temporale Towerfall per attirare potenziali acquirenti, ma GameStick per ora non ha frecce simili al suo arco ed è quindi difficile da consigliare .

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Damien McFerran

Contributor

Retro fanatic and tech bore Damien has been writing words for professional publication since 2006, but has yet to fulfill his lifelong ambition of being commissioned by Your Kitten Magazine.
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