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Strike Vector - review

Un action che vi darà le vertigini!

Se tutto ciò che conta in una review fossero le prime impressioni, difficilmente potrei trovarmi di fronte a qualcosa di più esaltante di Strike Vector. Il titolo di debutto dei francesi di Ragequit Corporation mi ha ricordato al primo impatto una serie di nomi di tutto rispetto, anche esterni al mondo dei videogiochi, quali Einhander, Robotech e Afterburner, solo per citarne alcuni.

Prima di lanciarvi nell'acquisto con carpiato annesso, lasciate però che vi smorzi appena appena l'entusiasmo, precisando che la citazione di Einhander è dovuta più che altro a una vaghissima somiglianza del design del primo Vector visto nel gioco con lo storico sparatutto, non al coincidere di qualche elemento di gameplay.

Strike Vector è un FPS esclusivamente multiplayer basato su arene, in questo caso giganteschi sprawl fluttuanti dalle geometrie decisamente complesse. Queste ultime fungono allo stesso tempo sia da riparo utile a disimpegnarsi da un dogfight sfavorevole, che da pericolosi ostacoli contro cui si corre il rischio di schiantarsi durante una manovra ad alta velocità.

L'azione è sempre velocisssima e improvvisi stop e accelerazioni folli sono all'ordine del giorno.

Le uniche sezione single player del gioco sono quelle in cui ci si può abituare ai comandi del proprio Vector, non troppo complessi ma abbastanza singolari, che a occhio rientrano nella categoria dei sistemi semplici da imparare ma difficili da padroneggiare a fondo.

"Strike Vector mi ha ricordato al primo impatto una serie di nomi di tutto rispetto quali Einhander, Robotech e Afterburner"

La stessa filosofia è stata applicata da cima a fondo dagli sviluppatori di Ragequit Corporation: saltare in un velivolo, equipaggiarlo e scegliere i modificatori di armi e mezzo richiede pochissimo tempo, anche se il breve tutorial, consistente in una serie di schermate statiche, non aiuta granché nell'assimilare i concetti fondamentali del gioco.

Fatte le scelte possibili in fatto di armamento, aspetto e server, si viene catapultati nell'azione... nel vero senso della parola. Il proprio jet viene infatti "sparato" ad alta velocità verso la zona calda dell'arena, a volte anche verso una gigantesca struttura, con il rischio di portare a un respawn quasi prima del battesimo dell'aria.

Una volta stabilizzati, non ci sono fronzoli a cui pensare: Strike Vector tiene fede alla propria definizione di "brutale FPS aereo", che mette gli schieramenti di fronte e la vittoria alla portata dei piloti più abili. I comandi sono reattivi e l'azione veloce e fluida come promesso, ma l'attrattiva principale del gioco è anche lo scoglio su cui s'impunterà probabilmente più di un novello pilota.

Strike Vector prende il volo col trailer di lancio.

Il proprio Vector può infatti cambiare forma in un'istante con la pressione di un tasto, funzione assegnata di base alla barra spaziatrice, passando a una configurazione stabile, cosa che ha un grosso impatto sulle meccaniche.

"Strike Vector tiene fede alla propria definizione di 'brutale FPS aereo'"

Nella modalità stazionaria ci si trova alle prese con comandi e reattività tipici di un FPS e si può contare su una mira più precisa e sulla possibilità di effettuare uno strafe più efficace. Questa configurazione alternativa non serve solo a difendere dei punti strategici nelle modalità che lo prevedono, ma è uno dei fulcri principali di Strike Vector.

Passare da una forma all'altra è infatti utile a evitare schianti grazie all'arresto quasi istantaneo, assumere traiettorie imprevedibili per disorientare gli avversari o anche solo cecchinare utilizzando un'arma più potente a lungo raggio. Dare per scontato che il gameplay stia tutto nello schizzare a velocità folle tra antenne e tubature, è l'errore più comune che si rischia di fare, mentre imparare ad alternare anche freneticamente le due configurazioni è il passo necessario per iniziare ad avere successo.

I comandi sono semplici ma permettono comunque alcuni virtuosismi, come rollate laterali utili a mandare a vuoto all'ultimo secondo un missile a ricerca automatica, o prodursi in passaggi radenti ad alto tasso di spettacolarità. Il Vector si sposta semplicemente verso il cursore controllato dal mouse, virando più o meno strettamente in base alla distanza da esso.

Nonostante uno degli elementi più interessanti sia l'azione ad alta velocità, padroneggiare la trasformazione del Vector e la sua forma statica è fondamentale per avere successo.

Manovrare tra strutture intricate o uscire da passaggi strettissimi senza danni è più facile di quanto ci si aspetti, anche se spesso non ci sono manovre evasive che tengano contro un giocatore smaliziato e con una piena comprensione del proprio Vector.

"I comandi sono semplici ma permettono comunque alcuni virtuosismi"

Il cambio della visuale, in prima o terza persona a seconda delle preferenze, e la possibilità di guardarsi alle spalle per individuare nemici in coda, completano una serie non troppo ampia ma comunque ragionevole di opzioni tattiche a disposizione.

L'immediatezza di Strike Vector si riflette anche nella progressione tramite esperienza, che non obbliga a lunghi grinding per sbloccare armi o equipaggiamenti secondari. Prima di lanciarsi in volo è possibile scegliere a piacimento tra otto armi, ciascuna con due modificatori che possono andare da maggiore danno a un più ampio raggio d'azione.

Stesso discorso per l'equipaggiamento secondario, che spazia da mine sperimentali a brevi cloak in grado di far perdere il lock ai missili in arrivo, e la specializzazione passiva che potenzia un aspetto in particolare del Vector, dalla velocità al livello di zoom della mira in modalità statica.

Vediamo com'è un deathmatch a squadre di Strike Vector.

L'avere quasi tutto a portata di mano livella il campo di battaglia e fa di abilità ed esperienza personale i fattori determinanti, ma lascia anche poco spazio all'evoluzione della formula. Le otto armi, pur se personalizzabili, non sono il massimo dell'originalità ma il problema è che al momento non tutte sono utili allo stesso modo. Otto anche le arene, sufficientemente diverse tra loro soprattutto quanto a scelte cromatiche.

"Il team di sviluppo ha in cantiere vari aggiornamenti"

Quattro, infine, le modalità di gioco che si dividono in Deathmatch singolo e a squadre, Domination in cui la vittoria è garantita dal controllo di punti strategici, e Bounty Hunter, in cui l'abbattimento permette di aumentare la taglia sulla propria testa e sottrarne una sostanziosa parte alle proprie vittime.

Il team di sviluppo ha comunque in cantiere vari aggiornamenti, che per quanto attraenti non incidono però su quantità e qualità della proposta attuale, sicuramente ben presentata ma leggermente in difetto quanto a varietà.

Se il pacchetto iniziale è indicativo della qualità che possiamo aspettarci da Ragequit, il futuro di Strike Vector è indubbiamente roseo. Il team ha realizzato un action frenetico e senza particolari rallentamenti che ne avrebbero inficiato il maggior punto di forza, anche se sporadici rallentamenti e un po' di tearing sono visibili qua e là.

Le aree sono vaste, scenografiche e intricate quanto basta.

L'azione si mantiene sempre a ritmi sostenuti, ed è sufficientemente spettacolare e gratificante da tenere incollati per sessioni non proprio corte. La pecca maggiore sta per ora nella poca varietà di modalità presenti, che alla lunga rischia di appiattire l'esperienza più del dovuto.

Nonostante la formula accattivante e immediata e una realizzazione tecnica di livello che non lascia spazio a rallentamenti, Strike Vector sembra quindi ancora all'inizio della sua promettente fase di decollo, ma con un po' più di carburante potrebbe arrivare ancora più in alto.

8 / 10

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Emiliano Baglioni

Contributor

Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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