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Homefront: The Revolution: l'arte delle guerriglia - preview

Dalle ceneri di THQ rispunta Homefront. E questa volta fa sul serio.

Londra - Il primo Homefront è stato uno dei giochi più controversi degli ultimi anni. Lo sparatutto di THQ, infatti, fu vittima principalmente di spietate campagne di marketing e pubblicitarie di colpevoli da una parte di dipingere il gioco come il nuovo punto di riferimento del genere e dall'altra di prevedere, o meglio sognare, delle vendite multimilionarie per il suo debutto.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il prodotto di Kaos Studios è stato il gioco che ha inferto, molto probabilmente, il proverbiale colpo di grazia allo storico publisher statunitense, costringendolo alla bancarotta e a svendere le sue proprietà intellettuali.

Non sappiamo se durante l'asta giudiziaria, Crytek e Koch Media (altro publisher che s'è avvantaggiato della dipartita di THQ acquisendo le serie di Saints Row e di Metro), abbiano trovato un accordo per collaborare alla produzione di Homefront: The Revolution, il seguito spirituale del gioco del 2011.

Il problema principale del primo Homefront fu principalmente il non essere riuscito a mantenere le promesse fatte. Il prodotto di Kaos Studios, oltre ad essere davvero corto, dopo pochissime ore buttava al vento le buone premesse fatte di uno scenario distopico affascinante che richiamava per certi versi quello di Half Life 2, per diventare uno sparatutto banale nel quale gli americani, o meglio un solo americano, prendeva a calci nel sedere una forza di invasione fino a quel momento inarrestabile.

La città sarà divisa in aree dal colore differente in base alla concentrazione di forze d'occupazione.

Nonostante questo le vendite superarono il milione di unità, rendendo il brand piuttosto appetibile da parte degli investitori e per rilanciare un marchio famoso sì, ma non sempre per i giusti motivi, i Crytek Nottingham, nientemeno che gli eredi dei Free Radical Design, hanno deciso di essere particolarmente ambiziosi. L'idea è di "sbloccare il potenziale inespresso della serie", tanto per parafrasare le parole a Fasahat Salim, l'Associate Producer di Crytek che abbiamo intervistato a Londra durante l'evento organizzato da Koch Media.

"Alcuni elementi di Homefront: The Revolution possano ricordare quelli di Far Cry e di Crysis"

Per questo motivo il gioco si fonderà sui due assiomi della compagnia tedesca: da una parte avremo un gioco costruito interamente grazie all'ultimissima versione del CryEngine e dall'altra potremo giocare ad un prodotto open world, nel quale muoverci liberamente per pianificare i propri obiettivi ed i propri assalti.

Non c'è da stupirsi se alcuni elementi di Homefront: The Revolution possano ricordare quelli di Far Cry e di Crysis, d'altra parte le proprie radici raramente si rinnegano, ma il contesto urbano e di guerriglia dovrebbe dare a Homefront: The Revolution un carattere tutto particolare. Tutto il gameplay, infatti, è basato sul fatto che i rapporti di forza tra le due fazioni sono asimmetrici. Da una parte abbiamo una forza di occupazione soverchiante, sia tecnologicamente sia numericamente, dall'altra uno sparuto gruppo di guerriglieri che devono ancora dimostrare che la rivoluzione è un'opzione possibile.

La filosofia dietro ogni azione dovrà essere quella enunciata da Che Guevara, ovvero che "la rivoluzione non è una mela che cade quando è matura, ma dovete essere voi a farla cadere". In altre parole, a causa dell'oppressione delle forze nordcoreane la popolazione di Philadelphia è troppo spaventata ed indebolita per reagire.

Dovrete essere quindi voi, magari in compagnia di altri tre amici da reclutare attraverso una cooperativa drop-in/drop-out, ad accendere pian piano il sentimento di libertà e ribellione. D'altra parte la città nordamericana è stata scelta in maniera oculata, dato che qui è stata firmata nel 1776 la carta dell'indipendenza americana e da qui partirà, con ogni probabilità, la ribellione nei confronti della KPA.

"La città sarà separata in tre zone, liberamente esplorabili senza soluzione di continuità"

La città sarà separata in tre zone, da sbloccare progressivamente con l'avanzare lungo la storia, ognuna liberamente esplorabile senza soluzione di continuità. Ogni area sarà infatti suddivisa in settori in base all'intensità delle forze di occupazione, in modo da farvi capire facilmente dove potrete muovervi liberamente e dove sarà meglio che non mostriate il vostro bel faccino.

La zona verde sarà quella liberamente attraversabile, troppo grande e articolata per consentire alle forze d'occupazione di controllarla capillarmente. Qui dovrete stare attenti semplicemente alle ronde che attraverseranno le strade e provocheranno eventi casuali come per esempio scontri con altri gruppi di ribelli, ma a parte questi inconvenienti potrete stare piuttosto tranquilli.

Le zone gialle saranno invece quelle controllate in maniera puntuale dai soldati del KPA. Solitamente queste aree saranno protette da muri di cinta, telecamere, postazioni fisse, mezzi corazzati e ovviamente soldati e non sarà semplice attaccarle. Infine le zone rosse saranno le roccaforti dei gerarchi nordcoreani, assolutamente impenetrabili se non attraverso un attacco suicida.

I cieli di Philadelphia saranno attraversati da droni e dirigibili, in modo da farvi respirare la superiorità tecnologia e la costante presenza della KPA.

A questo proposito sarà interessante vedere come alcune tematiche molto scottanti, come appunto i kamikaze o altre strategie di guerriglia non convenzionale, verranno trattate, ovvero se Crytek UK userà questi elementi per raccontarci l'atrocità e i sacrifici di questo genere di guerra o se prediligerà un approccio più soft all'argomento. Nella sequenza di gioco mostrata si vedeva quello che poteva sembrare un ragazzino infilarsi tra le fila nemiche carico di esplosivo per creare un diversivo, il che ci fa supporre che, se si manterrà questo registro, si parlerà di Homefront: The Revolution a lungo.

"Sarà interessante vedere come verranno trattate tematiche scottanti come i kamikaze o le strategie di guerriglia non convenzionale"

D'altra parte gli strumenti a disposizione dei guerriglieri sono questi, inutile nascondersi, e anche in questo gioco sarà impossibile o quasi, tentare un approccio diretto. Prima di agire, infatti, dovrete studiare il luogo di attacco, segnalare, attraverso l'onnipresente telefonino, la presenza di nemici e di sistemi di sicurezza e in seguito pianificare le vostre mosse a seconda degli oggetti a vostra disposizione.

Da questo punto di vista il gameplay sembra piuttosto libero e starà a voi decidere, di volta in volta, come agire. Nella demo che verrà presentata all'E3, per esempio, il protagonista montava dell'esplosivo sopra una macchina radiocomandata, utilizzata per entrare di soppiatto all'interno dei controlli di una zona gialla. Una volta passato il cordone di sicurezza sarete più liberi di portare il vostro ordigno a quattro ruote davanti ad un obiettivo sensibile e qui farlo esplodere.

La confusione creata non durerà mai a lungo e sarà sufficiente a darvi il tempo di sparare qualche altro colpo e poi di fuggire a gambe levate prima che la KPA si riorganizzi e vi faccia a pezzi. Questo stile di gioco hit&run è piuttosto nuovo, sicuramente affascinante e sarà interessante vedere come Crytek riuscirà a mantenere sempre varie ed entusiasmanti tutte le diverse missioni e soprattutto a darvi l'impressione di avere alle vostre spalle una struttura sempre più forte ed organizzata. Ogni vostra azione dimostrativa, infatti, instillerà nelle persone una goccia di coraggio che si tradurrà in maggiori risorse, uomini e mezzi.

Il trailer dell'E3 di Homefront: The Revolution.

Da questo primo assaggio sembra dunque che Homefront: The Revolution, esattamente come il predecessore, non pecchi in ambizione e fascino. Speriamo solamente che questa volta le premesse vengano mantenute e che gli sviluppatori inglesi riescano in tutti questi mesi a creare un mondo di gioco che sembri vivo e vibrante, oltre che a sistemare un comparto grafico che, nonostante girasse su PC, appare ancora piuttosto acerbo per via di un livello di dettaglio non entusiasmante e di una fluidità ballerina.

Per quanto riguarda quello che ormai è conosciuto come il "Resolutiongate", Fasahat Salim ci ha detto che lo studio non sta avendo grossi problemi a spremere da ogni hardware il suo massimo, grazie alla potenza e alla flessibilità del CryEngine.

L'idea di non poter sostenere uno scontro faccia a faccia, di poter esplorare liberamente una città assediata in continua evoluzione e di dover costruire la resistenza, è una prospettiva piuttosto affascinante che non vediamo l'ora di approfondire. Ci saranno comunque tante occasioni, dato che Homefront: The Revolution è atteso nel 2015 su Pc, Mac, Linux, PlayStation 4 e Xbox One.

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Homefront: The Revolution

PS4, Xbox One, PC, Mac

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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