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Disgaea 4: A Promise Revisited: salviamo i Prinny! - review

Volete rinunciare a diverse ore della vostra vita?

Se c'è una serie che, nel corso degli anni, ha saputo confermare di volta in volta le proprie qualità mantenendosi sempre sul podio dei giochi strategici, questa è sicuramente Disgaea di Nippon Ichi.

Il fantastico mix di umorismo, combattimenti estremi, personaggi carismatici e, soprattutto, profondità invidiabile sul fronte del gameplay, ha sempre garantito un grande successo di critica e pubblico alla saga dei Prinny.

Finalmente è uscita in Europa Disgaea 4: A Promise Revisited, versione riveduta e corretta per PlayStation Vita del già ottimo Disgaea 4: A Promise Unforgotten, pubblicato anni fa su PlayStation 3.

Pur trattandosi di un semplice porting ritoccato in alcuni suoi elementi, questo gioco riesce a trovare una seconda giovinezza sulla console portatile Sony, offrendo a tutti coloro che non hanno mai avuto la fortuna di giocarlo su PS3 l'opportunità di goderselo al meglio e con una certa comodità.

L'umorismo rimane uno degli elementi portanti della serie, anche su PlayStation Vita.

La tipologia di gioco, infatti, si sposa benissimo con la natura portatile della PlayStation Vita, rivelandosi davvero perfetta per questo tipo di esperienza, complice anche la sempre utile modalità Stand-by della console.

Disgaea 4: A Promise Revisited racconta la storia di Valvatorez, ex-tiranno del Netherworld ormai ridotto a un semplice allevatore di Prinny. Valvatorez ha infatti rinunciato da tempo a cibarsi del sangue degli esseri umani, perdendo così gran parte dei propri poteri.

Tutto questo nasce da un promessa, che il simpatico protagonista rifiuta di rompere perfino quando arriva il momento di scendere sul campo di battaglia per salvare la sua ultima classe di Prinny, rapita da un'organizzazione che minaccia di cancellare i simpatici pinguini dalla faccia della terra.

Tutta la follia dello script già vissuto su PlayStation 3 torna anche in questa versione, ulteriormente arricchita dal DLC Desco & Fuuka Show e da uno scenario inedito chiamato Nagi Clockwork Time Leap.

Per la gioia di molti, nel gioco viene offerta la possibilità di scegliere se ascoltare il doppiaggio inglese o quello originale nipponico.

Il resto è, in tutto e per tutto, il buon vecchio Disgaea, con le sue infinite varianti che intervengono durante le battaglie tattiche a suon di armi e incantesimi. Se avete giocato anche un solo capitolo della serie saprete quanto il sistema di combattimento creato da Nipponi Ichi possa essere al tempo stesso semplice da padroneggiare, ma dannatamente profondo e ricco di elementi da scoprire.

A seconda della curiosità e della voglia di sperimentare del giocatore, infatti, questo gioco può cambiare drasticamente, dettaglio che lo rende adatto a ogni genere di utente. A patto che non si detestino il character design e l'umorismo di base, elementi caratteristici di Disgaea.

È così, quindi, che ci si trova ad affrontare scontri epici all'interno di arene ben delineate, dove i personaggi possono muoversi attraverso caselle quadrate che ne regolano gli spostamenti. Ogni combattente sul campo di battaglia può sollevare sopra la testa i compagni di squadra, in modo da pianificare letali attacchi combinati (chiamati Stack Attack) che possono causare quantità imbarazzanti di danni.

Tornano anche i vari Geo Effect legati ad alcuni blocchi delle mappe. Attivandoli si possono ottenere utili bonus, ma anche scatenare devastanti effetti collaterali, motivo per cui è particolarmente importante imparare a sfruttarli a proprio vantaggio studiando il terreno di gioco.

La Cam-Pain map permette di piazzare strategicamente personaggi ed edifici per ottenere bonus di varia natura.

A questo si va ad aggiungere un livello di personalizzazione e sviluppo dei personaggi davvero fuori parametro. Tra fusioni, reincarnazioni e mille altre diavolerie si può sperimentare per ore, alla ricerca del combattente perfetto per il proprio piccolo esercito.

Al di là di questi (importanti) dettagli, comunque, la longevità è garantita anche da una quest principale che può essere completata in circa 30 ore e, soprattutto, da una quantità mostruosa di missioni secondarie.

Se cercherete di completarle tutte rimarrete incollati alla vostra PlayStation Vita per non meno di un centinaio di ore. Garantito.

La novità più intrigante di Disgaea 4: A Promise Revisited (e che in sostanza giustifica la parola "Revisited" nel titolo) è quella che riguarda il Senato Oscuro, già presente su PlayStation 3 ma riveduto e corretto in occasione di questo porting.

Disgaea 4: A Promise Revisited si mostra in video.

Grazie alla Cam-Pain, infatti, è ora possibile inviare i propri personaggi ad assumere il controllo di determinate zone per diventare membri effettivi del Senato, con tanto di potere di voto. Allo stesso modo i personaggi possono essere selezionati per aiutare i propri amici tramite una funzione molto simile allo SpotPass del Nintendo 3DS.

E se proprio questo non dovesse bastare, i programmatori hanno perfino aggiunto una modalità online in cui si affrontano avversari connessi da ogni parte del mondo usando la propria nave pirata, opportunamente potenziata e personalizzata.

Se avete già speso ore e ore con Disgaea 4: A Promise Unforgotten su PlayStation 3, comunque, facciamo fatica a consigliarvi l'acquisto di questo piccolo gioiello Nippon Ichi. Seppur presenti, infatti, le novità non bastano a giustificare una nuova run con un gioco che fa del grinding uno dei propri elementi chiave.

Qualora vi foste persi la versione PS3 del gioco, tuttavia, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire questo concentrato di divertimento e giocabilità, a dir poco perfetto per la piccola (e spesso ingiustamente bistrattata) PlayStation Vita.

8 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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