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Dead Island Riptide - Reloaded

Alta marea, portami via.

Diciamoci la verità, nessuno si è mai fidato troppo di Techland. Pochi ricordano con affetto le loro prime uscite nell'ambito degli sparatutto e Chrome fu tutto tranne che una pietra miliare del gaming in quanto a realizzazione tecnica, gameplay e trama. Per una serie che vide i suoi natali nella mediocrità, ce ne fu una seconda che fece fare a questi sviluppatori polacchi il salto di qualità, ovvero il primo e soprattutto il secondo Call of Juarez.

I nostri riuscirono infatti a riportare degnamente in auge degnamente il genere western con due giochi divertenti e tutto sommato ben confezionati. La consacrazione è arrivata però nel 2011 con Dead Island, un survival horror in prima persona da giocare in solitario o in cooperativa con altri tre giocatori premiato da un buon successo di pubblico, come avevamo avuto modo di rimarcare in sede di recensione e del susseguente Reloaded.

Nemmeno il tempo di rilassarsi un attimo dopo essere scampati all'apocalisse zombie, che a stretto giro di posta è arrivato questo Dead Island: Riptide . Si tratta del più classico dei seguiti ed è ambientato in un'altra isola dell'arcipelago di Banoi, da cui i quattro protagonisti credevano di essere riusciti a svignarsela al termine del primo capitolo. Un pretesto per riciclare il 70% gli asset del primo episodio, permettendo a Techland di realizzare il più classico dei "more of the same" con poco sforzo.

Quel che si dice una calda accoglienza calda. Nemmeno scesi dall'aereo in fiamme che subito arrivano con le ghirlande di fiori.

Che tutto non fosse andato effettivamente per il verso giusto era apparso chiaro fin dal momento della pubblicazione. Era infatti evidente come i pregi migliori dell'originale fossero stati trasposti in Riptide senza tanti complimenti, realizzando uno spin-off in tutto e per tutto del suo predecessore, del quale però ereditava anche i difetti.

In Dead Island: Riptide, l'unica vera novità degna di nota è stata l'introduzione di un personaggio in più tra quelli selezionabili e dotato di abilità peculiari. Non si va oltre alcune missioni di recupero e qualche variante ai poteri distruttivi da accumulare in seguito ad una sequenza di uccisioni, e la parziale delusione è stata testimoniata anche dal nostro Kommissario in occasione della recensione.

Come molti temevano, l'immediato post-vendita non è stato privo di complicazioni: le versioni console sono state discretamente ben realizzate quanto a grafica e supporto multiplayer, ma sono piuttosto lontane dall'essere un gioiello di tecnica per quanto giocabili senza grossi problemi. Quella PC si è invece distinta per una serie di numerosi bachi che mandavano spesso in crash il gioco rovinando la partita a tutti gli utenti connessi. Lobby poco stabili quindi, ma anche bug in quantità e una serie di glitch hanno condizionato l'esperienza su PC. Nonostante la pubblicazione di una serie di patch correttive da parte di Techland non si può, ancora oggi, definire il gioco particolarmente stabile.

Il coop classico di Dead Island è riproposto in Riptide senza grossi cambiamenti.

Per accorgersene basta fare un salto sul forum ufficiale di Steam e notare il numero di topic pieni di lamentele per ogni genere di crash al desktop, ma anche di bug di vario genere come armi duplicabili, missioni ripetibili all'infinito e altre raffinatezze simili. Le risposte da parte di Techland latitano e la sensazione piuttosto netta è che il supporto sia cessato ormai dallo scorso autunno, probabilmente in concomitanza con l'avvio dello sviluppo di Dead Island 2.

Il gioco è stato sicuramente messo in cantiere guardando più alle esigenze del pubblico console, che ha tenuto in piedi le vendite di Xbox 360 e PS3 arrivando ad attestarsi a circa un milione e duecentomila copie complessive, con un netto vantaggio di quelle vendute per la console di Microsoft. Al PC sono rimaste le briciole di cinquantamila pacchettizzate, anche se è lecito pensare che il numero sia maggiore tenendo conto delle copie digitali.

Ciò ha avuto l'impatto che tutti si potevano aspettare sul successo di una modalità cooperativa non particolarmente esaltante, se pensiamo che il primo Dead Island aveva venduto quasi cinque milioni di copie, creando una base nettamente più vasta per i sei mesi successivi. Le vendite diminuite dell'80% hanno creato maggiori difficoltà a chi si affidava al sistema di drop-in nell'affrontare l'avventura che spesso lasciava in balia di bot non particolarmente intelligenti, ma leggermente migliorati rispetto al primo Dead Island.

La serie di Dead Island è sempre stata maggiormente orientata all'uso delle armi bianche che non quelle da fuoco. Il modding aumenta le possibilità in questo senso.

Oggi come oggi è quindi molto difficile trovare qualcuno su PC desideroso di condividere più di qualche sporadica sessione di gioco, mentre è più agevole completare il gruppo su console, in particolare su Xbox 360, la versione più venduta del trittico. Se si vuole portare a termine l'intero gioco in compagnia, non ci sono molte alternative: occorre fare opera di proselitismo e convincere qualcuno ad effettuare un acquisto in simultanea per giocarlo in una coop privata.

Come l'esperienza ci ha già insegnato molte volte, lo scarso successo commerciale di un gioco, perlomeno se confrontato con il suo predecessore, non è il miglior incentivo per gli sviluppatori a dedicarsi alla realizzazione di pacchetti aggiuntivi di qualità, e questo è stato proprio il caso di Dead Island: Riptide.

Sono stati così prodotti solo due DLC dai contenuti del tutto insignificanti come il Fashion Victim, con nuove skin per i protagonisti, e il Survivor Pack, che propone qualche arma in più, uno store scontato e modifiche alla progressione dell'esperienza. Troppo poco e troppa poca convinzione per darci a intendere che i Techland ci abbiano veramente creduto fino in fondo.

Dead Island: Riptide, il trailer di lancio italiano.

Detto questo, le conclusioni sono piuttosto semplici: Dead Island: Riptide è fondamentalmente un DLC troppo cresciuto che nulla aggiunge a quanto fatto in precedenza e senza riuscire a godere dell'effetto novità del capostipite. Se il game design fosse stato allo stesso livello del primo capitolo e caratterizzato da elementi di maggiore varietà avremmo potuto soprassedere, ma il peccato originale di un gioco realizzato in fretta per proporre la stessa minestra ai fan senza rifinirlo come si deve, consiglia l'acquisto esclusivamente ai fan più avvelenati di Dead Island.

Gli utenti PC, gli appassionati della modalità cooperativa e i giocatori solitari più in generale sono invece invitati a tenersi in saccoccia i venti euro a cui è possibile trovare la pacchettizzata di Dead Island: Riptide sugli store dei vari retailer e Steam e guardarsi intorno con maggiore attenzione o attendere l'arrivo di Dead Island 2.

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Dead Island: Riptide

PS3, Xbox 360, PC

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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