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Legend of Grimrock 2, la rivincita dei classici - review

Almost Human esce allo scoperto.

Legend of Grimrock 2 mi è capitato tra le mani quasi insieme a un articolo in cui si parlava di concept datati ma ancora validi e stranamente poco replicati. In quel caso si citava Half-Life 2 ma quando nel 2014 si lancia un gioco che ti fa pensare immediatamente ad Eye of the Beholder, il collegamento è scontato.

Pur tenendo presente le particolari caratteristiche di questa giovane serie, liquidare il primo Grimrock e questo sequel come operazioni intenzionate a capitalizzare sulla nostalgia sarebbe però un errore, anche se è innegabile che le meccaniche di gioco siano le stesse di titoli in voga veramente tanto tempo fa (al punto da sembrare, paradossalmente, quasi una nuova trovata per i giorni nostri).

Visto che il citato Eye of the Beholder ha visto la luce ben 24 anni fa, ripassiamo però le caratteristiche salienti del genere di cui Legend of Grimrock 2 è solo il più recente esponente: la peculiarità che colpirà immediatamente i neofiti è che in questo GDR il movimento avviene a caselle, su una griglia invisibile, nonostante sia possibile spaziare liberamente sullo scenario con lo sguardo.

L'interfaccia è intuitiva e mai macchinosa: un'altra dimostrazione della cura riposta nello sviluppo da Almost Human.

Questo guardarsi intorno svolge sia una funzione utile al gameplay (perché spesso bisogna cercare qualcosa a terra, ai margini della normale visuale), sia scenografica, in quanto la nuova ambientazione all'aperto è stata sfruttata a dovere per proporre visuali molto suggestive.

In netto contrasto con i claustrofobici sotterranei dell'originale, Legend of Grimrock 2 propone invece una rinfrescante ambientazione all'aperto sulla pericolosa Isola di Nex in cui i protagonisti (creabili a piacimento, ma disponibili anche preconfezionati per i più impazienti), naufragano durante l'introduzione. L'isola offre una quantità di diversi scenari, compresi i dungeon di cui sopra che però stavolta non sono la norma ma un piacevole diversivo.

I 42 tipi di mostri che infestano Nex non sono gli unici ostacoli all'avanzata del party, che spesso e volentieri si trova di fronte puzzle di vario tipo. La logica che regola questi enigmi e il loro bilanciamento sono tra gli elementi meglio riusciti di Legend of Grimrock 2.

A partire dalla gabbia in cui ci si trova rinchiusi all'inizio, il giocatore è continuamente chiamato a trovare il modo di risolvere l'enigma di turno, la cui soluzione non è mai troppo astrusa. Gli indizi sparsi in giro aiutano ma aprire l'ennesimo cancello o una porta facendo funzionare un particolare meccanismo sono tutte conquiste gratificanti che punteggiano benissimo l'azione e invogliano a proseguire.

I dungeon, pur restando parecchio estesi e intricati, sono ora una piacevole aggiunta piuttosto che la norma.

I combattimenti si svolgono in un mix di tempo reale e movimenti sulla griglia che a dispetto di quanto si possa pensare, risultano spesso in un'azione piuttosto frenetica, tra gestione di magie, armi, spostamenti e utilizzo di pozioni curative e non. Normalmente è solo la coppia frontale a poter attaccare con le armi da mischia e subire danni ma quando ci si trova alle prese con più di un nemico si viene "accerchiati" e bisogna fare attenzione a maghi, alchimisti o qualsiasi altro supporto abbiate scelto di piazzare nelle retrovie.

Classi e razze a disposizione superano di numero i soli 4 slot a disposizione per il party, tutte con particolarità abbastanza marcate. Impossibile non citare ad esempio il Farmer, una classe che guadagna XP non sconfiggendo nemici ma consumando cibo: le altre rientrano comunque in canoni più comuni e identificabili, dal guerriero all'alchimista.

Ogni personaggio può essere sviluppato distribuendo i punti acquisiti in ogni livello tra varie abilità, dalla dimestichezza con armi leggere, pesanti, da lancio, da fuoco e chi più ne ha più ne metta, elementi delle magie, la capacità di schivare, distillare pozioni, e così via. Ogni abilità è suddivisa in 5 livelli, e i più meticolosi avranno di che lambiccarsi il cervello per decidere come sviluppare il party.

Il sistema di sviluppo e combattimento è valido quanto gli enigmi ma il merito maggiore che va riconosciuto ad Almost Human è quello di non aver voluto esagerare con le novità dopo un primo capitolo ben riuscito, optando invece per aumentare nella giusta misura la varietà a disposizione, sia dal punto di vista dello sviluppo del party che negli scenari.

Scorci come questo dimostrano che nonostante la suddivisione in griglia, l'Isola di Nex sa essere anche parecchio scenografica.

Se le prime fasi di gioco, che portano da una spiaggia a una foresta con un paio di capatine ai primi dungeon, possono risultare claustrofobiche con i loro corridoi ben delineati e lo sporadico spazio aperto, ben presto il gioco inizia a spaziare quando ce n'è la possibilità. Ed è un bene che si prenda il suo tempo per iniziare a fare sul serio, perché caricare all'impazzata tenendo premuto il tasto è garanzia di fallimento in Legend of Grimrock 2.

Al primo corso d'acqua incontrato, ad esempio, viene quasi spontaneo tuffarsi per depredare i fondali, ma senza pianificare una via di ritorno in superficie si finisce inevitabilmente per arrivare alla schermata di Game Over (nel nostro caso, a causa di una tartaruga gigante che si è piazzata deliberatamente di fronte alla scala).

La divisione della mappa in una griglia e la limitazione del movimento ai quattro punti cardinali rendono le cose più facili solo in apparenza: bastano un paio d'ore per capire che le prime fasi sono volutamente benevole e studiate in modo da permettere ai neofiti di ambientarsi e capire i rudimenti di combattimenti ed enigmi.

In sintesi sì, Legend of Grimrock 2 è effettivamente molto difficile anche al livello intermedio dei tre disponibili, soprattutto in caso si "sbagli" il party o si affronti con leggerezza la distribuzione dell'equipaggiamento, ma non si ha mai la sensazione che lo sia eccessivamente: quasi sempre ci si ritrova al punto di rinascita perché si è preso qualcosa sottogamba piuttosto che per un cattivo bilanciamento. Il tutto è tenuto insieme da scenari veramente ben realizzati, vari e all'occorrenza scenografici quanto basta per farsi ammirare tra una puntatina in un dungeon e l'ennesimo combattimento, con una colonna sonora d'atmosfera che accompagna le piacevoli visuali senza risultare troppo invadente.

Le creature che infestano isola e dungeon sono un bell'ostacolo, e insieme agli enigmi formano un mix quasi perfetto che fagociterà le vostre ore una dopo l'altra.

A completare l'inappuntabile offerta di Almost Human ci pensa un editor di dungeon completo, immediato e ben studiato come il resto del gioco, che permette di mettere su qualcosa di almeno passabile in quattro e quattr'otto; nelle mani dei builder più dedicati, il tool promette veramente di fare faville.

Anche sezionando minuziosamente il gioco è difficile trovare un singolo aspetto che Almost Human avrebbe potuto migliorare ulteriormente rispetto all'originale o rifinire più sapientemente. La sfida è perfino regolabile a piacimento grazie a varie opzioni per disabilitare la mappa automatica (e armarsi di carta e penna per disegnarla) o rendere il salvataggio possibile solo in corrispondenza dei cristalli appositi.

Non lasciatevi ingannare dalla natura semplice solo in apparenza e dalla divisione a griglia del mondo di Legend of Grimrock 2: al momento ci sono ben pochi GDR in grado di farsi apprezzare come l'ultima fatica di Almost Human, e gli unici giocatori a cui lo sconsiglierei sono quelli che hanno shock anafilattici al solo pensiero di GDR o mondi non interamente open world.

9 / 10

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Emiliano Baglioni

Contributor

Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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