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IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad - review

Nel blu dipinto di bianco.

Dopo la succulenta anteprima di IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad di qualche settimana fa, è ora di tornare alle simulazioni di volo per la recensione del gioco di 1C Game Studios che riporta il glorioso monomotore sovietico sui nostri schermi in questo titolo dedicato alla guerra aerea sul fronte russo. Al termine di un lungo periodo di sviluppo, che ha visto la beta pubblica seguire a un corposo periodo di alpha, abbiamo infatti messo le mani sulla versione completa disponibile su Steam.

IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad è un simulatore di volo caratterizzato da un'ambientazione storica ben precisa: com'è possibile intuire dal titolo, si tratta della battaglia di Stalingrado, nella fattispecie della battaglia aerea che si svolse tra il novembre del 1942 e il febbraio del 1943. Oltre alla possibilità di affrontare missioni veloci e missioni singole combinando aerei, obiettivi, durata e difficoltà, il vero piatto forte del gioco è rappresentato dalla modalità campagna.

Man mano che il giocatore compie missioni con successo, guadagna punti esperienza che gli permettono di accedere ai capitoli successivi della campagna. Questo significa che l'evoluzione di quanto accadde a terra nella realtà (lo spostarsi del fronte tutt'intorno a Stalingrado e la sacca in cui rimasero intrappolati i nazisti) influenza l'utilizzo degli aeroporti da cui è possibile decollare.

Alcuni scorci di Battle of Stalingrad sono semplicemente meravigliosi: il sistema d'illuminazione è una vera chicca.

Nelle fasi avanzate della campagna cambiano i bersagli a terra e la consistenza degli aerei della fazione avversaria. Il conflitto si può giocare indistintamente nei panni dell'Armata Rossa dell'Aria o della Luftwaffe scegliendo a piacere tra le missioni disponibili in ogni dato momento.

La lista di aerei che avevamo sintetizzato in sede di anteprima è praticamente quella definitiva e mette a disposizione dei fan di bolscevichi e nazisti un hangar equivalente per numero e tipologia di aerei.

La scelta del velivolo condiziona le possibili tipologie di obiettivo; un Messerschmitt verrà impiegato essenzialmente in operazioni di pattugliamento, scorta o intercettazione di veivoli nemici, mentre gli Stuka o gli Heinkel per missioni di bombardamento al suolo differenti a seconda del numero e dimensioni degli obiettivi da abbattere. La stessa cosa vale per gli aerei russi come Yakovlev, Ilyushin e Lavochkin, che volarono realmente nei cieli di Stalingrado nell'inverno del 1942.

Portare a termine una missione raggiungendo l'obiettivo è importante ma ci sono vari modi di calcolare il punteggio e quindi l'esperienza guadagnata: eseguire un abbattimento o bombardamento e tornare a casa con l'aereo tutto intero è sicuramente l'ideale, ma punti extra vengono assegnati per chi elimina bersagli d'opportunità supplementari.

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L'intelligenza artificiale è piuttosto rognosa, ma non inaffrontabile nell'uno contro uno. Il vero problema sono le squadriglie che si coprono a vicenda.

Giocando agli alti livelli di difficoltà capita molto spesso di riuscire di tornare alla base con l'aereo sforacchiato e fumante o non riuscirci affatto salvandosi però con un atterraggio di fortuna; tutti elementi che vanno a incidere sul calcolo del punteggio finale e quindi sull'esperienza accumulata per gestire la progressione.

E qui entra in ballo la natura simulativa di questo IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad che può essere alterata sia gestendo gli aiuti mentre si vola, sia personalizzando ogni missione direttamente nel briefing. L'elemento più importante sono sicuramente gli aiuti al pilota che comprendono numerosi assist soprattutto alla gestione dei dispositivi dell'aereo. Senza alcun genere di assistenza, IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad prosegue la tradizione inaugurata dai suoi predecessori con un modello di volo assolutamente fedele alla meccanica degli aerei pilotati: caratteristiche tecniche di motore, avionica, cruscotto, armamenti, replicano in modo molto fedele quelle dei velivoli reali.

Ovviamente pochissimi fortunati (o pazzi furiosi) hanno messo mai piede su uno di questi aerei e sono ancora vivi per raccontarlo, ma la sensazione è che il lavoro svolto nel simulare il comportamento sia di prim'ordine e le difficoltà nel pilotaggio senza aiuti siano più che giustificate.

Tanto per darvi un'idea, ogni singolo dispositivo della console di comando è stato riprodotto con differenze sostanziali da aereo ad aereo. La mappa di tasti per gestire i vari dispositivi è veramente lunga e ricordarli tutti, come per ogni simulatore che si rispetti, è parecchio complicato.

Il modello di danni è eccellente: parti di fusoliera che saltano via, fumo e incendi come se piovesse.

Trattandosi di aerei a elica, la meccanica del volo non è particolarmente complessa e a parte timone, motore, flap e carrello, non serve molto altro per iniziare a volare. La vera complessità risiede nella gestione dei motori che arriva a controllarne due separatamente e gestire persino la miscelazione del carburante oltre un sacco di altri parametri.

Tutto questo può essere lasciato tranquillamente alla gestione della CPU, insieme ad altri aiuti: in ogni momento è possibile attivare anche l'autopilota che controllerà l'aereo lungo la rotta predefinita facendogli fare tutto il lavoro al posto nostro; dal decollo all'atterraggio. Il problema è che in questo modo vengono assegnati pochi punti esperienza e la progressione rallenta considerevolmente.

Un aspetto di fondo è molto chiaro, anche con gli aiuti al pilotaggio attivati Battle of Stalingrad rimane un simulatore a tutti gli effetti: una manovra sbagliata basta a dare il via a un avvitamento incontrollabile anche per il pilota automatico o spezzare le ali degli aerei più robusti perché abbiamo superato i loro limiti strutturali.

Quest'accuratezza è evidente anche nel modello di danni: ogni velivolo può subire decine di colpi continuando a volare senza problemi o essere abbattuto perché il santo protettore dei piloti in quel momento era impegnato a fare altro e un singolo proiettile ha ucciso il pilota, spento il motore, perforato il serbatoio o bloccato la timoneria in una posizione irrecuperabile.

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La cura per il dettaglio degli aerei è commovente. Peccato che il terreno, in particolare nelle zone urbane, non sia allo stesso livello.

Tutti questi effetti dipendono effettivamente da un sistema di hitbox molto accurato che a seconda della parte colpita simula vari livelli di danneggiamento di motori, ali, fusoliera e persino armamento. Aggiungete a questo, un modello di volo eccellente, nemici tostissimi agli alti livelli di difficoltà, (tutti elementi già presenti nei vecchi Sturmovik peraltro) e il piatto per un simulatore di volo vecchio stile è bello e che servito.

Altre particolarità contribuiscono a rendere ancora più complessa la simulazione di volo: la possibilità di impartire ordini ai propri wingman usando varie combinazioni di tasti permette di uscire indenni dalle battaglie più accanite, soprattutto quelle in cui, volando su un grosso bombardiere, abbiamo grande bisogno della copertura dei nostri caccia. Oltre a questo, sempre utilizzando gli aerei di grosse dimensioni, si può passare da un mitragliere all'altro lasciando all'autopilota il controllo del volo: è possibile gestire anche l'addetto al vano bombe per colpire ad occhio bersagli di grandi dimensioni.

Sul fronte tecnico, le foto e le immagini a contorno dell'articolo testimoniano un gioco indubbiamente splendido da vedere anche se non perfetto. L'eccellenza è rappresentata sicuramente dagli aerei: sono solo una decina ma quanto ad accuratezza delle texture e definizione tridimensionale possiamo dire di essere arrivati al fotorealismo che abbiamo sognato fin dall'avvento del 3D negli anni novanta.

I modelli sono semplicemente perfetti in ogni singolo dettaglio, ma è grazie alla definizione delle texture che la finzione si fonde con il realismo: sulla carlinga si arrivano a notare dettagli insignificanti come sverniciature, viti, scie di fumo dagli scarichi e giunture dei pannelli di assemblaggio. Stupende le singole sforacchiature dovute ai proiettili in base all'angolo d'impatto.

I bombardieri sono un vero spettacolo al loro interno, in particolare gli Heinkel 111. La strumentazione è tutta funzionante.

Gli aerei sono semplicemente meravigliosi da osservare in volo quando solcano il cielo tra nubi e scie di condensa e solo la presenza del pilota tradisce, a uno sguardo molto attento, la natura di modello tridimensionale. Anche i cockpit sono stati maniacalmente riprodotti, con tutta la strumentazione perfettamente funzionante: un elemento indispensabile per chi voglia giocare al massimo realismo possibile visto che in quel caso l'hud viene completamente disattivato, così come le visuali esterne. Il sistema d'illuminazione è altrettanto raffinato anche se viene disturbato dal perenne candore dei campi innevati su cui ci si trova a volare quasi costantemente per tutto il corso del gioco.

Le unità di terra e gli edifici sono il tallone d'Achille di questa produzione dal punto di vista grafico: il manto nevoso appiattisce ulteriormente le pianure del Volga rendendole piuttosto indistinte, eccezion fatta per le strade e alcuni boschi che le caratterizzano. Dove si poteva fare di meglio era nella riproduzione delle aree cittadine, Stalingrado in particolare: i centri abitati sono poco caratterizzati e non aiutano a prendere molti riferimenti quando si affronta una missione di attacco al suolo.

Anche i mezzi di terra nemici non sono granchè, soprattutto per quanto riguarda il modo in cui si spostano, chiaramente scriptato e troppo meccanico. A parte occasionali incendi che si levano da terra, non si ha la sensazione che sotto di noi si trovino due eserciti impegnati a combattere uno dei più feroci scontri della Seconda Guerra Mondiale e questo penalizza un po' l'atmosfera generale.

Questa lacuna si affianca al difetto principale del gioco ovvero la progressione della campagna singleplayer; anche se è suddivisa in capitoli, è poco caratterizzata a livello di narrazione. La libertà lasciata al giocatore di scegliersi fazione, tipo di missione e difficoltà intesa come durata e realismo, è indubbiamente positiva ma dà sempre l'impressione di trovarsi di fronte al generatore di missioni singole e non a una campagna strutturata seguendo il reale evolversi degli eventi. Una trama incentrata su un pilota o una serie di equipaggi, magari inframmezzata da descrizioni storiche dettagliate dell'evoluzione del conflitto sarebbe stata sicuramente più intrigante e istruttiva.

Cover image for YouTube videoIL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad - il sonoro
Il sonoro è ben fatto, con effetti di volo e rombi di motore realistici.

Questo non toglie che IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad sia un gradito ritorno sulla scena PC per un genere di nicchia, ovvero la simulazione di volo a carattere storico. Il lavoro di 1C è indubbiamente apprezzabile perché gli sviluppatori russi sono riusciti a realizzare un gioco di alto livello che manderà in visibilio tutti gli appassionati di simulazione di volo storica.

La cura per i dettagli di tutto quello che vola è assolutamente pregevole, così come la gestione degli aiuti e dell'interfaccia di configurazione che rendono il gioco accessibile anche a chi apprezza i simulatori di volo ma non vuole perdere troppo tempo nel diventare un pilota virtuale.

Servono comunque un buon joystick e una minima conoscenza di base delle meccaniche di volo per pensare di poter sfruttare Battle of Stalingrad al massimo del suo potenziale, ma anche con tutti gli aiuti attivati, rimane ampiamente fuori dalla portata di qualsiasi utente occasionale. Se il genere vi ha sempre affascinato e da tempo aspettavate un gioco in grado di regalarvi emozioni simulative di volo e combattimento, IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad è sicuramente un ottimo pretesto per tornare a impugnare la cloche.

8 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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