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Razer Orbweaver: i giochi in palmo di mano - review

Il Nostromo ha un fratello maggiore.

Dopo qualche tempo, siamo finalmente riusciti a mettere le mani su uno dei prodotti più interessanti del catalogo di Razer; siamo nel territorio delle tastiere pensate per il gaming di cui in passato abbiamo già avuto modo di parlare diffusamente a proposito del Nostromo. Ora che la periferica ideata in origine da Belkin è andata in pensione, i ragazzi di San Diego non hanno esitato a proporre un'interessante evoluzione di quel concept.

Avendo finito i nomi dei serpenti velenosi, Razer è passata ai ragni, nella fattispecie l'Orbweaver. Non appena aperta la confezione si capisce che Razer ha avuto un obiettivo ben preciso quando ha messo mano al design di questa periferica: prendere il Nostromo come punto di partenza per espanderlo e migliorarlo apportando una serie di modifiche a ergonomia, materiali e funzionalità. Una volta preso in mano si capisce che l'Orbweaver è un prodotto di qualità in termini di materiali utilizzati, e tra questi spicca il poggiapalmo, realizzato in gomma morbida antiscivolo di altissimo livello.

La plastica del telaio è molto robusta e ne consegue un peso di tutto rispetto (quattro etti), anche grazie all'utilizzo di inserti in alluminio nella parte interna che contribuiscono a irrobustire una scocca del tutto priva di qualsiasi genere di cigolio. Il cavo è ricoperto di abbondante tessuto intrecciato ed è lungo a sufficienza per raggiungere ingressi USB particolarmente remoti. La stabilità è ottima grazie a un'ampia piedinatura in gomma morbida: tenendola pulita e utilizzandola sulla giusta superficie non ci sono problemi di spostamenti involontari di alcun genere.

La retroilluminazione verde Razer, disattivabile a piacimento, garantisce l'utilizzo in notturna.

Sempre osservando l'Orbweaver da sotto, ci si accorge che non è un pezzo unico: nella parte sottostante è presente un interruttore che permette di sbloccare una sicura per consentire l'inclinazione e lo scorrimento del poggiapalmo. In questo modo il dispositivo si adatta alla perfezione a qualsiasi genere di mano con una semplice regolazione. È anche possibile regolare la lunghezza della zona sotto il controllo del pollice: a prescindere dalla conformazione delle mani di ognuno, è veramente impossibile non riuscire a trovare una configurazione che si adatti alle esigenze di chiunque.

L'ergonomia è eccellente grazie al poggiapolsi in gomma, mentre la tastiera permette lunghe sessioni d'utilizzo senza particolari problemi. L'attivazione dei tasti è a membrana: sono molto silenziosi e confortevoli nell'utilizzo, esattamente come quelli del Nostromo di cui condividono la stessa sensibilità e reattività. Per esperienza personale posso dirvi che l'affidabilità è ottima visto che il sample del sottoscritto ha macinato parecchie centinaia di ore di gioco con sparatutto e titoli action di ogni genere senza perdere un colpo e l'impressione è che l'Orbweaver sia fatto della stessa pasta pur presentando parecchie funzionalità addizionali.

Il tastierino presenta nella parte superiore una fila di tasti supplementari che servono a replicare i pulsanti da 1 a 5 portando il numero complessivo di tasti mappabili a 30. È cambiata la forma del D-pad: ora una levetta in gomma morbida caratterizzata da una parte superiore concava ospita la parte interna del pollice per un grip nettamente migliore rispetto alla vecchia croce direzionale. La corsa delle otto direzioni è cortissima e l'attivazione è pressoché istantanea e nettamente percepibile con un leggerissimo clic degli switch sottostanti senza la necessità di effettuare alcuno sforzo particolare.

La stessa cosa vale anche per l'attivazione del pulsante della barra spaziatrice, che rappresenta probabilmente l'evoluzione migliore: basta un minimo movimento del pollice per attivarlo rispetto alla corsa del passato decisamente troppo lunga. Un bel salto di qualità per come migliora il comfort nell'utilizzo prolungato. Il pollice da solo può farsi carico di ben dieci attivazioni differenti (c'è anche il tastino sopra il controller digitale) con movimenti brevissimi che garantiscono tempi di reazione pressoché immediati anche nelle situazioni più critiche.

Il look è veramente aggressivo e piacevole: chi dispone già di una tastiera e un mouse Razer godrà di ottimi risultati.

Abbiamo messo alla frusta il dispositivo con Battlefield 4 e Alien Isolation e i risultati sono stati eccellenti: l'uso della tastiera è abbastanza immediato, mentre quello del controller digitale a otto direzioni richiede un certo periodo di apprendistato da parte del pollice che deve adattarsi a compiere più operazioni rispetto al solito. Una volta presa l'abitudine, diventa veramente difficile tornare indietro non solo per il fatto di percepire l'impugnatura come qualcosa di naturale, ma anche perché le potenzialità sono indubbiamente superiori rispetto a una normale tastiera.

Questo è dovuto anche all'ottima integrazione con il software di gestione standard di Razer, il Synapse, che permette di creare infiniti profili e di richiamarli direttamente mentre si è in gioco con la pressione di un semplice tasto. Ciclare tra le configurazioni è facile perché il tastierino informa il giocatore di quale sta usando grazie a tre led sul lato destro che possono assumere diverse combinazioni di colore indicando quella attiva in ogni dato momento. Imparare a memoria la sequenza di attivazione è la chiave di volta per utilizzare infiniti profili di tasti funzione e macro. Questa flessibilità è una manna dal cielo per gli appassionati di MMO grazie alla possibilità di attivare con un clic mappature diverse e accedere a infinite combinazioni di tasti da assegnare ad ogni genere d'abilità.

Insomma, come ci era piaciuto il Nostromo, così abbiamo apprezzato parecchio anche l'Orbweaver, un'evoluzione perfetta sotto tutti i punti di vista del suo predecessore a conferma di come Razer cerchi sempre di migliorare i suoi prodotti sotto il profilo della progettazione e scelta dei materiali. L'impressione è che stavolta ci sia riuscita in pieno. Chi è alla ricerca di un modo per salvare le proprie tastiere dallo sfondamento e decolorazione dei tasti WASD ha in questa proposta di Razer un'alternativa di livello assoluto per funzionalità ed estetica.

Abituarsi alla croce direzionale richiede un pò di tempo, ma il gioco vale la candela sulla lunga distanza.

Due sono i difetti principali che possono trattenere dall'acquisto: è evidente che si tratta di un dispositivo pensato solo per destrorsi di mouse e mancini di tastiera, quando alcuni prodotti della concorrenza (il G13 di Logitech) sono facilmente adattabili alle esigenze di chiunque in virtù della loro progettazione simmetrica. Inoltre, come spesso accade per l'azienda di San Diego, ad essere velenoso non è solo il nome dei suoi prodotti, ma anche il cartellino del prezzo che in questo caso si attesta a 129 euro; decisamente troppo per non incidere sul punteggio finale. Tolto questo, chi non vuole badare a spese e pensa di arricchire la scrivana con un prodotto di alto livello, farà bene a prendere seriamente in considerazione questa proposta di Razer.

8 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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