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Total War: Attila, Sbabbari! Imo a Roma - prova

Le invasioni barbariche danno un nuovo sapore alla Guerra Totale.

Londra - Dopo i problemi iniziali, piuttosto prevedibili vista le dimensioni del progetto, Creative Assembly ha sistemato a suon di patch Total War: Rome II. Adesso che il gioco non richiede più grossi interventi di manutenzione gli sviluppatori inglesi sentono che è il momento di pubblicare il prossimo capitolo della serie.

La scelta questa volta è ricaduta su di un periodo molto breve, raramente celebrato dagli annali e dalle cronache, ma che alla fine è stato fondamentale per la creazione degli stati moderni come li conosciamo: le invasioni barbariche. Tanto per rimanere in tema Total War, CA andrà a colmare il buco che intercorre tra Rome e Medieval, dove le convenzioni e la superpotenza di Roma crollano sotto il peso e le pressioni di invasori stranieri, con alla testa i più feroci e temuti di tutti, gli Unni di Attila, ovviamente non nella versione parodistica di Abatantuono.

Nonostante la contiguità con Rome II gli sviluppatori si sono sforzati nel cercare di differenziare i due giochi in maniera profonda, così da scongiurare il pericolo che qualcuno possa vedere in Total War: Attila un semplice DLC di Rome II.

Innanzitutto la differenza maggiore tra i due giochi è da ricercare nel periodo temporale preso in considerazione, che va dai millenni di Rome II alla sola manciata di decenni (sette per la precisione) di Attila. Questo cambia profondamente la scala con la quale ogni conflitto viene letto, così come i rapporti diplomatici tra le varie fazioni.

Controllare, espandere e rafforzare la vostra famiglia sarà fondamentale per la scalata al successo. Una famiglia troppo debole potrebbe spingere i vostri avversari politici a fare gesti avventati nel tentativo di scalzarvi dal trono, mentre una troppo potente potrebbe spingere la popolazione a ribellarsi al vostro giogo con i medesimi risultati di prima. In questo modo dovrete essere abili a gestire i rapporti con le altre fazioni e nello spendere in maniera oculata i vostri punti potere, eliminando un vostro avversario politico o un familiare divenuto troppo ambizioso.

Il vostro atteggiamento, poi, dipenderà molto dalla fazione scelta. In maniera dissimile a quella dei precedenti Total War avrete la possibilità di controllare non solo superpotenze in espansione, ma anche ambiziose popolazioni che cercano di ritagliarsi un loro posto nel mondo. Questo varierà molto sia gli obiettivi di gioco, utili per acquistare ulteriori bonus durante la partita, la loro difficoltà, ma soprattutto cambierà il vostro modo di giocare.

Il bacino del Mediterraneo sarà nuovamente il teatro delle vostre battaglie.

Scegliendo uno dei due Imperi Romani, quello d'Oriente e quello d'Occidente, sperimenterete un'esperienza più classica non fosse che questa volta l'obiettivo sarà quello di perdere meno territori possibili, non quello di espandersi. Esattamente come nella realtà, i rimasugli dell'Impero Romano sono cresciuti troppo e male per poter sopravvivere. Il vostro compito sarà quello di rafforzare la vostra posizione politica e militare, difendere il cuore dell'Impero e poi avviare nuovamente un periodo di espansione.

All'opposto troviamo gli Unni, una popolazione nomade il cui unico obiettivo sarà quello di seminare morte e distruzione per tutto il bacino del Mediterraneo. La loro peculiarità sarà quella di essere una fazione nomade, incapace di mettere radici in un luogo. Attila e i suoi sudditi compensano questa mancanza con la possibilità di stabilire dei campi, veri e propri nuclei abitativi semoventi che consentono a questi barbari di portare la produzione di armi, armature e unità in giro per l'Europa.

Nel mezzo troviamo popolazioni dalla natura mista, in grado di spostarsi alla ricerca di un territorio migliore nel quale piantare le radici come i Sassoni o gli Ostrogoti. La scelta di una fazione rispetto ad un'altra, quindi, non varia semplicemente la zona geografica dalla quale partire e le truppe da comandare, ma modifica completamente il vostro approccio alla partita.

Le stagioni influenzeranno la vostra campagna militare.

Anche la difficoltà di base, nonostante nella versione da noi provata debba ancora essere bilanciata alla perfezione, varierà molto a seconda che siate una potenza emergente o una decadente,dandovi un'ulteriore sfida da compiere, oltre alla classica impostazione del livello di difficoltà generale.

A complicare le cose arriverà anche l'alternanza delle stagioni che potrebbe complicare gli spostamenti delle orde, la ricchezza dei raccolti e così via.

A queste novità va aggiunta tutta una serie di miglioramenti dell'esperienza in generale, volti a rendere il gioco più facilmente comprensibile da parte anche dei neofiti o semplicemente più fluido anche per tutti coloro che hanno consumato tappetini del mouse nelle varie campagne proposte da Creative Assembly.

Dal punto di vista tecnico, invece, non si notano enormi miglioramenti. Certo, il gioco promette di uscire già con tutti quegli accorgimenti che Rome II ha potuto avere solo col passare dei mesi, ma a parte questo non si noteranno grossissimi passi in avanti dal punto di vista meramente tecnico.

Gli amanti della strategia, dunque, sembra che dovranno tenere d'occhio questo nuovo capitolo della serie Total War, in grado, il prossimo 17 febbraio, se tutto andrà come deve, di dare una nuova interpretazione del classico strategico in tempo reale. Tutti coloro che prenoteranno il gioco otterranno, oltretutto, la fazione dei Vichinghi da utilizzare, per avere un'ulteriore nuovo modo di interpretare la Guerra Totale.

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.
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