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Resident Evil Revelations 2: il verdetto - recensione

Quando lo spin-off supera il maestro.

Il verdetto

Oggi, con la release ufficiale del quarto ed ultimo capitolo di Resident Evil Revelations 2, si conclude il nostro viaggio nel nuovo survival horror di Capcom. Un titolo che aveva una responsabilità non da poco: dimostrare ad un pubblico di fan sempre più perplessi e sfiduciati che la veneranda serie di Resident Evil non ha totalmente perso la direzione ed è, anzi, ancora in grado di convincere, divertire e spaventare.

Dopo aver dedicato oltre 40 ore ad esplorare tutte le sue diverse modalità, posso dire che la missione è compiuta... parzialmente. Aggiungo questa piccola riserva finale perché Revelations 2 è poco più di uno spin-off nell'universo di Resident Evil, per di più a basso budget, quindi bisognerà aspettare il prossimo capitolo "ufficiale" per capire quale direzione prenderà veramente la serie quando tornerà a confrontarsi con gli altri blockbuster sul mercato.

Per quanto riguarda il sottoscritto, però, se la nuova "filosofia" di Resident Evil dovesse rimanere proprio questa (titoli di fascia media, con meno esigenze mass market e quindi più ritagliati sulle esigenze dei fan) ci sarebbe solo da essere contenti.

Il fetish di Capcom per i laboratori asettici e tecnologici è confermato anche in questo ultimo capitolo di Resident Evil: Revelations 2...

Revelations 2, senza troppi giri di parole, funziona. La formula del suo successo si può scomporre in un mix di design semplice ma focalizzato e coerente, gameplay di certo non rivoluzionario ma funzionale, atmosfera ragionevolmente densa e persino un cast di personaggi credibili e gradevoli (per la media di Capcom, da cui nessuno si attende una qualità narrativa particolare).

I fan più sfegatati della serie, probabilmente, troveranno qualche spunto di interesse persino nelle "rivelazioni" della storia, che tra l'altro è disseminata qua e là di citazioni dal puro sapore di fanservice (una delle aree finali del gioco, in particolare, vi ricorderà... qualcosa). Per tutti gli altri, invece, il finale di questo ultimo episodio potrà sembrare un po' transitorio: in fondo, nel contorto universo di RE, nessuna vicenda si conclude mai realmente e tutto è un rimando a qualche altro seguito o prequel, già uscito o in programmazione. Orientarsi non è semplicissimo.

A livello di stile, comunque, Revelations 2 non devia mai troppo dal seminato: ci fa arrancare lungo ambientazioni tetre e minacciose, dandoci risorse limitate (ma non eccessivamente) e mandandoci a caccia di headshot contro una serie di mostri che finalmente, per buona parte, tornano ad essere proprio i cari vecchi zombie.

La progressione e gli sporadici enigmi sono, in genere, abbastanza chiari e raramente mettono in difficoltà. Gli sviluppatori, però, hanno deciso di seminare comunque qualche 'aiutino'...

Un'impostazione decisamente classica ma non punitiva e che quasi mai rompe il ritmo o crea occasioni di frustrazione. L'avanzamento è difficile ma non impossibile, gli enigmi risultano abbastanza lineari (non costringono a fare troppo andirivieni in cerca di chiavi o emblemi) e così via. Nel complesso, il feeling di gioco è teso ed efficace come non mi capitava da tempo di riscontrare in un Resident Evil: la dimostrazione che non c'è bisogno di reinventarsi ogni volta, in modi sempre più improbabili, per saper divertire.

Per gli amanti della longevità, va anche sottolineato il fatto che Revelations 2 è pieno zeppo di extra. Ho già parlato della modalità Raid, che da sola vale l'acquisto o quasi, ma portando a termine le missioni principali si sbloccano anche una serie di altre sfide che possono motivare a rigiocare svariate volte ogni capitolo: corse contro il tempo e modalità nemici invisibili sono solo due oggetti dell'infinita lista di bonus acquistabili (tramite i punti esperienza accumulati durante il gioco) nell'apposito menu.

Comprando il pacchetto integrale si ha anche accesso a due capitoli di campagna"extra", con protagoniste rispettivamente Moira e Natalia. Si tratta di mini-avventure che in alcuni casi aggiungono dettagli anche molto interessanti sulla storia principale, che come sappiamo si svolge a lassi temporali alternati e quindi lascia ampie "finestre" per colmare i vuoti narrativi...

Revelations 2 regala alcuni momenti di vera tensione, complice anche un'atmosfera 'classica' ma complessivamente più che buona.

Insomma, pur essendo un gioco per certi versi "modesto" (o forse proprio per questo), Revelations 2 è uno dei migliori Resident Evil degli ultimi anni: teso, coerente, lineare ed efficace. Ad un prezzo che è meno della metà dei cosiddetti tripla-A odierni, non posso che consigliarlo a tutti i fan della serie o del genere horror, a patto che non siano feticisti dell'ultra-grafica di ultima generazione.

Capitolo 3

I primi due capitoli di Resident Evil Revelations 2 ci hanno convinto con un'atmosfera abbastanza densa, un gameplay azzeccato ed un aspetto tecnico relativamente semplice ma d'effetto, specialmente per un titolo budget. Il terzo episodio, in release oggi (10 marzo), prosegue sulla medesima falsariga e, anzi, ci riporta in atmosfere ancora più cupe e orrorifiche. Nei panni di Claire e Moira dovremo infatti esplorare un mattatoio dall'aspetto davvero grottesco, in cui il gore e le trappole abbondano, mentre con Barry e la piccola Natalia dovremo arrancare faticosamente in un complesso fognario.

Le basi del gameplay restano sempre ben funzionali, mentre l'alternanza delle due "campagne" si intreccia con efficacia e anche qualche piacevole tocco di classe: il modo in cui affronteremo alcuni nemici con Claire e Moira, ad esempio, avrà delle ripercussioni sul successivo "passaggio" nelle medesime aree con gli altri due personaggi. Questo terzo capitolo, ovviamente, comincia a dettagliare alcune di quelle "rivelazioni" che ci vengono promesse nel titolo del gioco, ma va detto che l'universo di Resident Evil è ormai talmente contorto e disseminato di nonsense che soltanto i fan più irriducibili della serie Capcom potranno appassionarsi all'ennesima menzione di Wesker e soci. Nel complesso, però, le motivazioni a proseguire ancora in questa terza e penultima fase dell'avventura non mancano.

In questo terzo episodio, le atmosfere si fanno ancora più cupe e sanguinolente.

La scorsa settimana, però, avevamo promesso di cominciare a parlare degli extra di Revelations 2, in particolare della modalità "Raid", che è stata pensata probabilmente come un "contorno" al piatto principale della campagna, ma che a seconda dei punti di vista si potrebbe invece considerare come la fonte di maggiori soddisfazioni e, sicuramente, longevità. Chi ha già giocato il primo capitolo di Revelations conoscerà in parte la modalità Raid, ma va detto che in questo seguito è stata notevolmente rivista e rifinita. Per chi invece non la conoscesse, eccola descritta in due parole: si tratta di una serie di sfide "in pillole" dallo stile assolutamente arcade, ambientate in aree di gioco più o meno grandi ma sempre ben delimitate, in cui dobbiamo sterminare orde di i nemici ad una serie di condizioni differenti.

Alcune sfide, ad esempio, avranno un timer, mentre in altre i nostri nemici respawneranno, oppure avranno particolari condizioni "bonus" a rendere più difficile il nostro compito: nemici incendiari, esplosivi, giganti, corazzati eccetera. Ogni sfida completata ci ripagherà in punti esperienza, da spendere per la crescita di livello del personaggio e delle sue abilità, ma anche in oro per l'acquisto di nuove armi e potenziamenti. Inoltre, a determinate condizioni (ad esempio: non usando mai le erbe curative) potremo sbloccare degli speciali distintivi che, una volta accumulati in numero sufficiente, daranno accesso a nuovi "blocchi" di sfide ancora più difficili.

L'hub centrale della modalità Raid consente di selezionare il personaggio, equipaggiarlo, comprare nuove armi e modificarle a proprio piacimento.

Considerando che il totale di queste sfide ammonta a circa 200, e che ognuna può impiegare circa 5-10 minuti, è evidente come il margine di ore necessarie per completare la modalità Raid va ben al di là delle circa 10 con cui mediamente si può portare a termine la campagna principale. Ma oltre alla quantità, c'è anche la qualità: le sfide sono infatti divertenti, frenetiche, ci pongono di fronte a nemici molto impegnativi (pensate ai mostri più minacciosi della campagna in singolo, con in aggiunta un paio di status come "incendiario" e "gigante"...) e ci mettono a disposizione l'arsenale giusto per abbatterli con soddisfazione! Ad ogni livello, acquistare nuove armi e potenziamenti, sbloccare e migliorare le abilità speciali (munizioni extra, bottiglie incendiarie, salute migliorata eccetera), ottenere nuovi personaggi e via dicendo è una sfida dal ritmo serrato che gli appassionati dello stile arcade, probabilmente, apprezzeranno quanto la campagna principale se non di più.

Il tutto dovrebbe essere condito dalla ciliegina sulla torta del multiplayer cooperativo online: il condizionale è dovuto al fatto che, almeno al momento, tale opzione non è ancora abilitata. La sua disponibilità è però promessa con un aggiornamento futuro, probabilmente in concomitanza con la release del prossimo e ultimo capitolo di questa serie episodica. Nel frattempo, però, c'è davvero di che essere soddisfatti di questa modalità Raid, che corrisponde ad uno degli extra più corposi e divertenti che mi sia capitato di affrontare in questi ultimi anni e, specialmente inserita in un gioco budget da 25 euro, rappresenta un vero macigno di gameplay per i maniaci del rapporto prezzo/longevità.

Ogni personaggio ha un set di abilità specifiche di partenza, incluso un numero differente di slot per le armi.

I più attenti, però, noteranno anche come in questa modalità serpeggi la "minaccia" delle micro-transazioni: il gioco include infatti un negozio online che consente di acquistare (con soldi veri) una manciata di armi e soprattutto degli speciali cuori che consentono di respawnare senza penalità se uccisi nel corso di una sfida. Per quanto io non apprezzi queste tecniche di vendita, devo dire di aver già macinato circa 20 ore di modalità Raid, incluse diverse sfide ai livelli di difficoltà maggiori, e di non aver mai incontrato la necessità di utilizzare tali "token" (che, per altro, si possono anche ottenere gratuitamente completando ogni giorno una particolare sfida). Insomma: sembra che Capcom ci sia andata leggera con questa dinamica da simil free-to-play e che il risultato non sia per nulla molesto. Bene così.

A questo punto, non mi resta che rinnovare ancora l'appuntamento per la prossima settimana, con l'analisi dell'episodio conclusivo di Resident Evil Revelations 2 e, ovviamente, il nostro giudizio complessivo sul nuovo survival horror di Capcom.

Capitolo 2

La scorsa settimana, il primo episodio di Resident Evil Revelations 2 ci aveva lasciati appesi ad un cliffhanger semplice ma efficace: nei panni di Barry Burton avevamo raggiunto l'isola su cui era tenuta prigioniera sua figlia Moira e stavamo indagando, accompagnati dalla piccola Natalia, sulle sue sorti, che ovviamente non lasciavano presagire nulla di buono.

Le sfide della modalità Raid sono divertenti, frenetiche e dal sapore squisitamente arcade. Definirle un 'extra' è quasi riduttivo.

Il secondo capitolo riprende la narrazione dove l'aveva lasciata e comincia a darci ulteriori dettagli sul mistero di cui siamo protagonisti: dove siamo stati trasportati e perché? Chi è la pazza furiosa che ci ha collegato quei braccialetti al polso e si fa chiamare "la Guardiana"? Non vi svelerò nulla per evitare l'effetto spoiler nei confronti di chi non ha ancora giocato la prima parte, ma quello che posso dire è che, in questo secondo episodio, l'atmosfera di Revelations 2 comincia ad assumere i tratti di un Saw, oppure di un Hostel o di uno dei tanti "experiment movie" che hanno dominato il genere horror negli ultimi 10 anni.

Anche il gameplay presenta qualcosa di leggermente diverso rispetto al primo capitolo, che era principalmente incentrato su location chiuse e claustrofobiche (specialmente nella campagna di Claire e Moira). Qui incontriamo subito un villaggio piuttosto aperto e non-lineare, immerso in una notte buia come la pece, che ricorda abbastanza quello visto all'inizio di Resident Evil 4. Molto presto, le nostre due protagoniste scopriranno anche di non essere le uniche sopravvissute al gioco al massacro che evidentemente sta avvenendo: incontreremo infatti altri due personaggi con i quali ci dovremo barricare in un rifugio sicuro (si fa per dire).

I personaggi secondari non sono rifiniti come i protagonisti, sia nell'aspetto che nei dialoghi. Peccato, perché non contribuiscono a migliorare l'atmosfera.

La fase di gioco successiva espande il gameplay, in quanto il nostro gruppo di cavie cresce di numero, con un ulteriore personaggio controllato dall'intelligenza artificiale. Se nel precedente capitolo il partner mosso dall'IA non aveva mai destato particolari problemi, dobbiamo dire che in un contesto meno lineare e più affollato i risultati non sono altrettanto buoni: in un paio di occasioni, l'atmosfera è stata "rotta" da qualche problema di pathfinding di troppo. Nulla di drammatico, comunque. Ovviamente, su console parte dei problemi possono essere risolti reclutando un amico per approfittare della modalità co-op offline (con schermo diviso), che però è misteriosamente assente su PC.

In questo secondo episodio sembra meno apprezzabile anche la recitazione virtuale, che offre qualche linea di dialogo poco convincente, pronunciata da personaggi secondari evidentemente meno curati dei protagonisti. Nel complesso, comunque, per essere un titolo "budget" il nuovo Resident Evil resta più che soddisfacente anche dal punto di vista estetico. A livello di performance, invece, dobbiamo dire che in questo secondo capitolo si incontrano aree dense di nebbia che, a quanto pare, richiedono uno sforzo molto maggiore alla scheda grafica, causando qualche netto e prolungato calo di fluidità.

La fase di gioco con Claire e Moira sembra dare per scontato il fatto che i giocatori abbiano maturato una certa esperienza, e stavolta risulta leggermente più difficile, ma la durata ammonta sempre a poco più di un'ora, che ormai possiamo considerare lo standard per i segmenti di Revelations 2. Una volta terminata, dovremo di nuovo vestire i panni di Barry e Natalia, con una seconda fase di gioco stavolta dai tratti decisamente più "stealth"... forse anche troppo. Diverse situazioni offrono infatti mutanti "di pattuglia" che potremo aggredire in silenzio grazie al potere di Natalia, che le consente di percepire i nemici anche da dietro gli ostacoli.

Occasionalmente, troveremo un banco da lavoro tramite il quale potremo applicare i potenziamenti alle nostre armi.

Avvicinarsi alle spalle ad un bestione che normalmente abbatteremmo con diversi colpi di shotgun e riuscire ad eliminarlo con un unico affondo di coltello, solo grazie alla furtività, sembra sia poco realistico che, per certi versi, overpowered. Nel complesso, però, la meccanica funziona abbastanza bene: i nemici sono sensibili non solo alla luce della nostra torcia, che ovviamente dobbiamo usare con parsimonia, ma anche ai rumori, come ad esempio la ricarica delle armi, che sarà meglio effettuare solo in situazioni di sicurezza.

Ad aiutarci nella nostra impresa potremo chiamare in causa anche l'interessante sistema di upgrade e potenziamenti disponibili tra un capitolo e l'altro. Superando varie sfide, sbloccando medaglie e ottenendo gemme nascoste nelle aree di gioco, potremo accumulare "punti bonus" da spendere nell'apposita schermata dei miglioramenti. C'è di tutto in offerta: da effetti potenziati per le erbe curative fino a cose ben più interessanti. Un talento, in particolare, consente ai partner controllati dall'IA di sparare con le armi da fuoco (cosa che altrimenti non farebbero), addirittura senza consumare le munizioni. Una simile abilità potrebbe sembrare sbilanciata, ma con un esame attento si capisce che gli attacchi dell'IA infliggono molto meno danno rispetto ai nostri. In sostanza, si tratta di un "aiuto" per consentire a tutti di giocare senza troppe penalità nei panni di Moira o Natalia (i personaggi disarmati).

Nel complesso, dunque, il secondo episodio di Resident Evil Revelations 2 mantiene quanto di buono fatto con il primo capitolo, pur offrendo un design leggermente diverso e più "aperto", controbilanciato però da un'atmosfera che forse, in alcune parti, risente di qualche calo qualitativo di troppo, dovuto anche alla presenza di personaggi secondari meno curati dei protagonisti. Appuntamento alla prossima settimana per il terzo "episodio" di questa recensione, dove ci concentreremo maggiormente su una modalità secondaria che però si sta dimostrando molto interessante, forse addirittura più della stessa campagna principale: la modalità "Raid".

L'approccio stealth è decisamente il più efficace, forse anche troppo: ci consente di eliminare con un solo attacco furtivo bestioni che altrimenti richiederebbero un intero caricatore.

Capitolo 1

Il primo Resident Evil Revelations è stato piuttosto apprezzato dai fan della storica serie Capcom, incluso il sottoscritto, per la sua capacità di riportarla, in un certo senso, alle origini. Design senza troppi fronzoli, gameplay con i piedi per terra, un'ambientazione evocativa e per la maggior parte unitaria (come la gloriosa "mansion" di RE1) e non ultimo un aspetto tecnico davvero interessante - almeno su Nintendo 3DS - hanno rappresentato la formula giusta per il successo.

Non a caso Capcom ha deciso di proseguire l'esperimento di quella che potremmo definire la sua nuova "serie parallela", e lo fa lanciando Revelations 2 addirittura su tutte le piattaforme in contemporanea e con un'innovativa formula episodica. Il gioco, infatti, sarà venduto in 4 capitoli totali dal costo di circa 5 euro l'uno (o 25 per il pacchetto completo, che include anche alcuni "extra"). . Insomma, la stessa soluzione che tanta fortuna ha portato a The Walking Dead di Telltale Games.

Come ormai sapete, su Eurogamer.it siamo abituati a riservare a giochi di questo tipo un trattamento adeguato, quindi anche questa recensione avrà una natura "episodica": per circa 4 settimane vi accompagneremo in questo nuovo viaggio nel terrore firmato Capcom, che si concluderà il 17 marzo con la release del capitolo definitivo e, ovviamente, con il nostro voto.

La campagna di Claire e Moira è densa di atmosfera dai toni decisamente 'horror'. Anche l'aspetto grafico, per un titolo venduto a prezzo ridotto, è notevole!

Ma bando alle ciance e cominciamo ad affondare i denti nel gioco. L'abbrivio di Resident Evil Revelations 2 è quanto di più classico si possa immaginare: le corporation minacciano la stabilità mondiale con la creazione di virus e altre amenità (per ragioni talmente futili che ormai anche Capcom ha rinunciato a spiegarcele), ma un'associazione umanitaria chiamata Terra Save e guidata tra gli altri dalla nostra vecchia conoscenza Claire Redfield è attivamente impegnata per combatterle.

Ad aiutarla c'è la "stagista" Moira Burton, ovviamente figlia di un altro personaggio centrale della serie, quel Barry Burton che nel capitolo originale accompagnava la storia di Jill Valentine. La scena introduttiva comincia senza troppi complimenti: Terra Save ha organizzato una sorta di convention, all'apparenza piuttosto importante, ma sul più bello i membri di non precisate forze speciali fanno irruzione nell'edificio, seminando il panico e... narcotizzando e rapendo Claire e Moira.

Finita la (piacevole) cut-scene, ci ritroviamo in quello che sembra un sotterraneo, davvero cupo e poco ospitale. Prendiamo il controllo di Claire e, a poche celle di distanza, sentiamo le grida di aiuto di Moira. La raggiungiamo per scoprire, nell'ordine: che le nostre celle si aprono da sole, apparentemente senza motivo, e che qualcuno ci ha fissato al polso dei braccialetti elettronici simili a quelli dei detenuti.

Moira è meno indifesa di quanto non possa sembrare: la sua torcia può stordire i nemici, rendendoli più vulnerabili agli attacchi.

Così ha inizio l'avventura, di cui vale la pena commentare subito l'impatto estetico. Così come il suo predecessore, chiaramente, neanche Revelations 2 si può propriamente definire un "tripla-A" ma per un titolo del genere venduto a prezzo contenuto, l'aspetto grafico e la produzione generale sono piuttosto notevoli. La nostra prova si basa sulla versione PC, che gira con soddisfazione a 1080p con dettagli medio/alti anche su hardware relativamente modesti (come la GTX 750 Ti montata dal sottoscritto), rispecchiando quindi quelli che dovrebbero essere la performance e l'aspetto complessivi anche su console next-gen.

Anche se non tutte le texture e le geometrie sono eccezionali, l'atmosfera è palpabile: l'illuminazione è più scarsa che mai, gemiti inquietanti provengono da ogni dove e torna finalmente a fare capolino la sensazione di trovarsi in un survival horror "vero", non una sorta di action-boombastic in terza persona. L'unica concessione allo stile dei RE più recenti è il sistema di controllo, che ci consente di muoverci e sparare contemporaneamente: una scelta che forse non sarà apprezzata dai fan più oltranzisti della serie classica ma che ci sentiamo comunque di appoggiare.

Per il resto, il gioco impiega una meccanica a "partner": schiacciando il tasto Y/Triangolo si può scegliere quale dei due personaggi controllare. Una decisione importante perché il gameplay cambia e non poco: Claire, più combattiva, è l'addetta al reparto armi, mentre Moira predilige l'uso di un piede di porco e di una torcia elettrica.

Le parti con Barry e Natalia sono al tempo stesso più action e più stealth: potete decidere se usare l'arsenale del primo per prendere i nemici di petto, oppure i poteri della seconda per coglierli alle spalle.

Quest'ultima, in particolare, è molto utile: oltre ad illuminare i claustrofobici corridoi del gioco, ci aiuterà anche ad abbagliare e "stordire" i mostri, un po' come accadeva in Alan Wake. L'impiego combinato di torcia e armi da fuoco è fondamentale per avanzare con efficacia: fortunatamente, almeno in queste prime fasi, il personaggio controllato dall'IA si è rivelato abbastanza abile e collaborativo e mai un peso.

Inutile dire che la "missione" di Claire e Moira sarà quella di capire dove sono finite e salvarsi la pelle, il tutto affrontando le varie amenità che la loro prigione contiene: mostri disumani, apparentemente frutto di esperimenti realizzati da colei che, presto lo scoprirete, vi contatterà tramite i vostri braccialetti elettronici, vomitandovi nelle orecchie quelle fantastiche frasi dal vago sapore "messianico" e morboso caratteristiche di ogni antagonista di Resident Evil che si rispetti.

La storia, però, non finisce qui. Il corpulento Barry Burton non può certo lasciare al proprio destino la sua cara figlioletta, difatti accorrerà al suo aiuto in quella che rappresenta la seconda campagna di Resident Evil Revelations 2. Questa s'intreccia con la prima seguendo un canone ormai noto: finito il primo capitolo con le due protagoniste iniziali, dovremo rigiocare le stesse aree, con alcune significative varianti, nei panni di Barry. Anche lui non sarà da solo: appena giunto sul luogo, troverà e si prenderà cura di Natalia, una bambina sfuggita chissà come alle grinfie dei suoi aguzzini (anche lei indossa un braccialetto) e che ha il singolare potere di "percepire" i mostri nelle vicinanze.

Che tipo di creature ci troviamo ad affrontare, esattamente? Il primo episodio non lo chiarisce, ma alcune di loro ricordano più gli abomini di un Silent Hill che non i classici zombie di Resident Evil.

Questa seconda fase di gioco ha un sapore, al tempo stesso, più action e più stealth. La parte d'azione deriva dal fatto che Barry è pesantemente armato rispetto alle altre protagoniste, mentre quella stealth viene incarnata dalla piccola Natalia, praticamente indifesa ma molto utile per sgattaiolare nelle fessure, oppure, in caso di necessità, evitare i nemici e consentire a Barry di effettuare letali attacchi furtivi alle spalle.

Almeno per quanto riguarda questo primo capitolo entrambe le "sezioni" sono ben realizzate e divertenti. I fondamenti del gameplay sono sicuramente solidi e la vicenda è interessante, seppure nei limiti di una trama scritta da Capcom, ma dobbiamo dire che è la prima fase, quella più Survival Horror, che ci ha convinto maggiormente: scopriremo se l'impressione verrà confermata anche negli episodi successivi.

Nel complesso portare a termine il primo capitolo a difficoltà normale ci ha impegnato per circa 3 ore scarse di gameplay, che ci sembrano ben proporzionate ai 5 euro richiesti. Il tutto senza considerare l'interessante modalità "Raid", che però ha una certa componente online e di cui, dunque, vi parleremo nelle prossime puntate, insieme a tutti gli altri approfondimenti sul prossimo capitolo di Resident Evil Revelations 2. Il viaggio prosegue tra una settimana...

8 / 10

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Resident Evil: Revelations 2

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PlayStation Vita, PC, Nintendo Switch

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Luca Signorini

Contributor

Luca gioca e scrive da quando ha scoperto le meraviglie del pollice opponibile. È giornalista ma soprattutto appassionato; non gli toccate Metroid, Stallone, i Black Sabbath e la carbonara e sarete suoi amici per sempre.

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