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L'Assassin's Creed Chronicles che non t'aspetti - prova

Tre assassini, tre viaggi, un credo.

Ci hanno insegnato che in un gelato due gusti sono meglio di uno. E, immaginiamo, tre sono meglio di due. Ma un gelato con cinque gusti sarà ancora buono? È il dubbio col quale me ne sono tornato da Parigi dopo aver assistito alla presentazione di Assassin's Creed Chronicles, una seria con la quale Ubisoft intende dare nuova linfa al suo storico brand.

D'altronde, le prime avvisaglie c'erano già state mesi fa, quando Yves Guillemot dichiarò che c'è spazio per più Assassin's Creed ogni anno, procurando un fremito lungo la schiena di detrattori e sostenitori. I primi per la paura di vedersi propinare la solita formula che pare aver conosciuto una seconda giovinezza solo con Black Flag; i secondi, nel timore d'assistere a un'irrefrenabile inflazione di una serie che, obbligata all'appuntamento annuale, fatica a trovare nuovi slanci.

Ebbene, quanto visto a Parigi dovrebbe mettere d'accordo un po' tutti perché Chronicles è sì Assassin's Creed ma non il solito Assassin's Creed. Ci troviamo infatti di fronte a uno spin-off in 2,5 dimensioni che a qualcuno degli astanti ha ricordato Mark of The Ninja, ad altri quel Prince of Persia di una volta che ora il colosso transalpino non ha più.

Forse però, più che cercare paralleli col passato è meglio guardare al futuro e dire cosa sarà Assassin's Creed Chronicles. E la prima cosa da sottolineare è che si tratta di una trilogia che da fine aprile al prossimo autunno ci racconterà le avventure di tre assassini vissuti in epoche e in luoghi diversi: in Cina durante il collasso della dinastia dei Ming, in India tra i sikh e in Russia successivamente all'Ottobre Rosso.

Lo stile grafico del capitolo cinese consente scorci suggestivi come questo.

Abbiamo avuto modo di giocare il primo capitolo, ambientato in Cina nel 1526, che ci ha visto vestire i panni di Shao Jun, una superstite all'attacco delle Tigri capitanate da Zhang Yong. In realtà la banda di eunuchi altro non era se non un'armata di Templari, che è così riuscita a spazzare via l'ordine degli Assassini. La storia inizia nelle grotte di Maijishan, una volta la nostra roccaforte, ora caduta in mano al nemico e diventata una prigione governata da tale Gao Feng.

La prima cosa da notare è che dietro il nome di Shao Jun si cela appunto una donna, forse una risposta a chi qualche mese fa accusò Ubisoft di discriminare il gentil sesso. La seconda è che a un certo punto vedremo entrare in scena un invecchiato Ezio Auditore, il quale evidentemente non ha limitato le sue escursioni a Istanbul.

Ognuno dei Chronicles presenterà uno stile grafico diverso che rifletterà l'arte del luogo e del periodo. Ecco quindi che il capitolo cinese avrà un look diverso rispetto a quello indiano, del quale abbiamo invece provato un solo livello. Una trovata interessante che aiuterà senz'altro a dissimulare la ravvicinata reiterazione degli episodi, unitamente al fatto che ogni eroe avrà il suo set di gadget e di abilità che gli permetteranno di adottare soluzioni multiple allo stesso problema.

Le regole del gioco sono abbastanza semplici: ogni guardia ha un campo visivo ben definito e percorre dei pattern evidenziati dalla consueta abilità dell'occhio dell'aquila. Il nostro compito è completare i livelli nel modo più discreto possibile ma ciò non toglie che possiamo eliminare tutte le guardie lungo il nostro percorso, l'importante è che nessuno ci veda mentre lo facciamo.

Abbiamo giocato un solo livello del capitolo indiano e, come leggerete, è quello risultato meno convincente. Ma c'è tempo per sistemare le cose...

La soluzione stealth resta ovviamente quella preferibile, con la possibilità di distrarre i nemici con dei fischi o di stordirli con dei petardi. Potremo anche eludere la loro sorveglianza attaccandoci al soffitto con un rampino e passare silenziosamente sopra le loro teste. Nel caso invece non sia proprio possibile evitare lo scontro, potremo uccidere le guardie avendo però cura di nasconderne i cadaveri.

Le armi a nostra disposizione saranno all'inizio uno stivale con una lama nella punta. Successivamente entreremo in possesso di una sciabola, grazie alla quale potremo impegnarci in combattimenti ben più difficili rispetto a quelli cui ci ha abituato la serie regolare. Almeno all'inizio, infatti, sarà impossibile sopravvivere a più di due avversari alla volta. Le meccaniche non sono (volutamente?) semplici ed ecco che ad attacchi leggeri e pesanti s'affiancano mosse finishing e parate, da effettuarsi muovendo lo stick verso il nemico e premendo contemporaneamente il tasto B/O. Compiendo la mossa correttamente si creerà una brevissima finestra temporale durante la quale premere A/X, per rotolare felinamente sulla schiena avversaria e attaccare dalla parte opposta. Più avanti potremo poi schivare i dardi sparati dalle balestre avversarie alla Matrix.

Il capitolo russo era troppo indietro perché lo potessimo provare. Certo però che vedere un Assassino che spara con un fucile è un bello shock.

Come si capisce il tempismo è di primaria importanza ma anche sopravvivendo allo scontro non si potrà ambire all'agognato oro di fine livello. Il punteggio terrà infatti conto di parametri come le volte in cui si viene individuati, le guardie allertate, quelle uccise silenziosamente e quelle invece in combattimento. Alla fine di ogni stage verremo ricompensati migliorando le nostre statistiche o sbloccando nuove abilità che, stratificandosi, renderanno Assassin's Creed Chronicles via via più complesso.

Immancabili, ovviamente, i collezionabili, nella forma di scrigni da aprire sparsi per il livello, frammenti sincronizzazione (per il punteggio finale) e punti Helix, per ricaricare la barra delle azioni speciali. Il risultato è un mix di stealth, combattimenti ed esplorazione che in genere si svolge molto fluidamente. Là dove abbiamo notato dei problemi è nell'unico livello del secondo capitolo che abbiamo potuto provare ambientato, in cui bisogna completare uno stage in davvero poco tempo.

Di vitale importanza diventa allora muoversi più velocemente che si può aggrappandosi a pareti che stanno per crollare e appigli traballanti ma non sempre il gioco concede quella fluidità necessaria a portare a termine l'obiettivo con successo. Non sembra, dunque, che quella 'platformica' sia la natura di un gioco apparentemente predisposto più alla pianificazione che all'azione.

Anche perché l'utilizzo dei gadget, accessibili con la croce direzionale, è un po' macchinoso, richiedendo in alcuni casi la pressione simultanea di più tasti per selezionare l'abilità, deciderne la direzione, l'area d'effetto e impartirne l'esecuzione.

Ecco una schermata 'classica' del capitolo cinese che abbiamo potuto provare. Attenzione a non fare rumore perché le guardie possono chiamare rinforzi, e poi tocca affrontarle a duello.

Chronicles è un prodotto interessante, capace di reiterare il brand di Assassin's Creed (non che ce ne fosse bisogno) al di là del canonico appuntamento novembrino, e lo fa deviando nettamente dalla sua formula originaria eppure rimanendovi anche molto vicino. Ciò nonostante, è facile inarcare il sopracciglio alla Carletto Ancelotti nel momento in cui s'immaginano tre appuntamenti con Chronicles nell'arco di un semestre, e cinque in tutto col marchio Assassin's Creed in un anno.

Di questo e altro ho avuto modo di parlare con Carsten Myhill, Lead Content Manager di Ubisoft Montreal, e Glenn Brace, Lead Art Director di Climax Studios. La prima, inevitabile domanda, è quali siano le ragioni che hanno spinto Ubisoft a scegliere proprio questo approccio 2.5D. "Ci sono due ragioni", ha risposto Carsten Myhill. "La prima è che il genere dei platform 2.5D è uno dei pochi nei quali sia possibile condensare i pilastri della serie di Assassin's Creed. Mi riferisco ai combattimenti, all'esplorazione dei livelli, al parkour e allo stealth. L'altra ragione è che la community in questi anni ci ha inondato di richieste riguardanti luoghi ed epoche storiche nelle quali sarebbe stato bello ambientare un episodio. Con Chronicles cerchiamo di accontentare tutti, visto che sarebbe molto più lungo farlo con gli episodi regolari".

Non avete paura d'inflazionare il brand? "Chronicles innova la serie e offre un nuovo tipo di gameplay ai fan di Assassin's Creed", risponde sempre Carsten Myhill. "Fino a quando riusciremo a farlo, credo che tutti ne saranno felici. E non è detto tra l'altro che così facendo non si avvicinino alla serie quelle persone solitamente scoraggiate da esperienze articolare e lunghe come quelle regolari. O magari interessate a provare videogame ambientati in posti insoliti quali la Cina, l'India o la Russia dei primi del '900".

Il trailer di lancio di Assassins Creed Chronicles.

Va bene ma tre episodi uno in fila all'altro non sono poca cosa! "Quelli della serie Chronicles non sono capitoli a se stanti ma sono collegati a livello narrativo. Per cui crediamo che, se fruiti in ordine cronologico, i giocatori saranno motivati a passare da uno all'altro. C'è anche una ricompensa speciale per chi vorrà farlo", risponde Carsten Myhill. E Glenn Brace rincara: "La loro durata comunque non è certo quella degli episodi regolari, anche se l'impostazione alla metroidvania unita alla presenza di un New Game +, allungano notevolmente la longevità per chiunque sia alla ricerca di sfide impegnative".

La 'minaccia' di Yves Guillemot s'è allora concretizzata ma in realtà non c'è nulla da temere, perché Assassin's Creed questa volta prende una strada diversa. Forse sarebbe stato meglio dilazionare gli appuntamenti come ha fatto Square Enix con Lara Croft and the Guardian of Light prima e Lara Croft and the Temple of Osiris poi. Ma chi scrive è un giornalista, non un analista, e il futuro ci dirà se il mercato sia pronto per un calendario così fitto. A noi non resta che puntare i nostri sguardi al 22 aprile, quando il primo episodio di Chronicles sarà disponibile per il download.

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Stefano Silvestri

Editor in Chief, EG.it

Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.

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