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The Witcher 3: Wild Hunt - recensione

La troppa ambizione non frena i CD Projekt Red.

L'attesa è stata lunga è snervante. Dopo mesi di anteprime, anticipazioni, video e dichiarazioni, il nuovo lavoro di CD Projekt Red si prepara a invadere i negozi con una forza dirompente ma non senza le immancabili polemiche che ultimamente accompagnano il lancio di qualsiasi gioco di un certo spessore mediatico.

D'altra parte, gli sviluppatori polacchi che in anni di carriera ci hanno fatto vivere le cupe avventure di Geralt di Rivia, si sono distinti per la loro passione verso i videogiochi e, soprattutto, per il rispetto che hanno sempre dimostrato verso i giocatori, visti più come anime affini che come freddi numeri e valori percentuali.

In molti hanno sorriso compiaciuti di fronte alle loro frecciate verso i grandi publisher e le loro strategie di monetizzazione (qualcuno ha detto DLC?), ma anche verso le saghe a cadenza annuale, sempre più frequentemente funestate da bug e malfunzionamenti di ogni tipo.

Anno dopo anno, gioco dopo gioco, dichiarazione dopo dichiarazione CD Projekt Red è stata identificata da un numero sempre più alto di persone come i paladini del videogioco moderno, vere e proprie mosche bianche in un mercato sempre più avido è distorto.

Una volta conclusa l'avventura principale si possono recuperare le eventuali quest lasciate in sospeso. Niente NG+, però!

Sarà forse per questo motivo, oltre che per il genuino desiderio di creare qualcosa d'indimenticabile, che il team polacco ha deciso di compiere il difficile passo verso le meccaniche open world, importante palcoscenico per chiunque desideri mettersi davvero alla prova.

Qualche settimana fa, dopo un lungo test del gioco svolto agli studi degli sviluppatori, avevamo sottolineato la presenza di una serie di difetti che minacciavano di rovinare l'esperienza finale. Si trattava principalmente di problematiche legate al sistema di combattimento e all'interazione col mondo circostante, elementi che difficilmente sarebbero potuti essere modificati entro l'uscita del gioco.

E infatti, come previsto, ciò che ci aveva fatto storcere il naso in fase di anteprima è ancora lì, pronto a ricordarci quanto possa essere difficile, per un team di sviluppo, sfidare il temibile boss chiamato open world. Per quanto possa sembrare strano, The Witcher 3 è un titolo che presenta sbavature più o meno importanti.

Le dimensioni titaniche dell'opera creata da CD Projekt sono tali da aver messo in seria difficoltà un team da sempre attento ai dettagli, un gruppo di talenti che non ha perso occasione per criticare altri giochi (come Assassin's Creed Unity, tanto per fare un esempio), o che non ha esitato a rimandare il lancio del proprio gioco per assicurarsi di pubblicare un'esperienza perfetta.

La notte di The Witcher 3 è slavata e mai davvero pericolosa. Certo, magari non accampatevi sotto quest'albero...

Forse, però, il lancio sarebbe dovuto essere posticipato ulteriormente, visto che per un gioco di queste dimensioni sono necessari mesi di lavoro incessante, anche solo per la fase di pulizia e rifinitura. La versione da noi testata è quella PS4, arrivata in redazione su una console debug e accompagnata da un documento che indicava i bug noti, che dovrebbero essere risolti dall'immancabile patch pre-lancio.

Nonostante il documento, tuttavia, vivendo l'avventura di Geralt ci siamo imbattuti in alcuni problemi, nessuno dei quali in grado di bloccare il gioco o di rovinare l'esperienza globale ma comunque meritevoli di essere segnalati nella recensione.

Scambiandoci pareri e opinioni coi colleghi delle altre testate, abbiamo avuto conferma dei bug da noi sperimentati, ricevendo anche testimonianze di altri problemi in cui noi, fortunatamente, non ci siamo imbattuti.

Come accade in tutti i progetti di dimensioni ragguardevoli, quindi, i bug sono presenti, sono numerosi, e colpiscono in maniera casuale gli utenti. Non è chiaro quanto la situazione migliorerà una volta rilasciata la patch pre-lancio, ma è evidente che prima di avere tra le mani un prodotto pulito, saranno necessari diversi aggiornamenti.

Geralt può portare con sé un numero limitato di oggetti. Per aumentare il carico, deve acquistare le bisacce del cavallo.

A questo si va ad aggiungere un sistema di combattimento fin troppo leggero e semplificato, che nel corso dell'avventura si evolve pochissimo, finendo col diventare ripetitivo e prevedibile. Tutto ruota attorno all'uso della parata, delle schivate, dei fendenti veloci o potenti, e di segni magici e armi secondarie (bombe o balestra).

Il livello di difficoltà, impostato a normale, è sorprendentemente basso, ben più abbordabile di quello dei precedenti capitoli della saga. Gli impatti dei colpi sono sempre troppo leggeri, spesso impalpabili, e un lieve ritardo nei comandi difensivi costringe a prevedere gli attacchi avversari, piuttosto che leggerli, e agire su reazione.

Da questo punto di vista, The Witcher 3, è l'opposto di Dark Souls, l'altra faccia degli action-RPG. Mentre il titolo From Software offre il meglio di sé attraverso il sistema di combattimento, bilanciato in modo impeccabile e sempre onesto ma spietato, in Wild Hunt gli scontri tendono ad essere più caotici, molto più simili a risse da taverna che a battaglie tra esperti spadaccini e creature demoniache.

Ciò che abbiamo scritto potrebbe fin troppo critico ma vogliamo specificare che non ci troviamo di fronte a una situazione paragonabile al disastro di Assassin's Creed Unity (ancora punto di riferimento in negativo, per questo genere di esperienze). Abbiamo passato circa quaranta ore in compagnia di Geralt e degli splendidi personaggi del gioco, portando a termine la Campagna lasciandoci alle spalle anche varie quest secondarie.

I mostri di The Witcher 3: Wild Hunt.

Chiaramente abbiamo dovuto girare a ritmi alti, per assicurarci di completare il gioco prima della stesura dell'articolo, ma lasciate che vi diciamo una cosa: con The Witcher 3 potrete passare tranquillamente più di un mese della vostra vita esplorando il mondo del gioco, respirandone il lore e scoprendo dettagli sempre più ricchi e sorprendenti sui personaggi, le creature e le fazioni a cui CD Projekt ha magistralmente dato vita. E lo diciamo per farvi capire che, nonostante le critiche fatte fino a questo momento, l'esperienza creata dal team polacco è eccezionale e merita di essere gustata con calma e passione.

Dopo aver abbondantemente coperto le note dolenti del gioco, è giunto il momento di tessere le meritate lodi di questa fantastica esperienza. Se siete alla ricerca di un gioco vasto, ricco di spunti, e dalla narrazione impeccabile, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire The Witcher 3.

La qualità del lavoro dei CD Projekt sul fronte narrativo non ha eguali in quanto a cura dei dialoghi, caratterizzazione dei personaggi e attenzione a ogni minimo dettaglio. A completamento di una quest principale estremamente ricca e coinvolgente, The Witcher 3 offre una gran quantità di missioni secondarie altrettanto curate, che spesso riescono perfino a risultare più avvincenti e appaganti della caccia a Ciri.

Il gioco non costringe mai ad approfondire ma offre sempre e comunque elementi utili a chi ami immergersi completamente nelle storie. Ogni dialogo, dal più semplice al più elaborato, presenta voci opzionali che rivelano elementi inediti, non necessari, ma comunque sempre presenti.

Pur facendo parte di un racconto più grande, il gioco è perfettamente godibile anche da chi non abbia avuto il piacere di giocare i precedenti episodi.

Ed è così che conversazione dopo conversazione, il giocatore entra sempre più in sintonia con Geralt e con gli altri personaggi della storia, fino al punto da voler giocare di ruolo, esattamente come farebbe con i tradizionali RPG cartacei. Ecco quindi che il viaggio rapido diventa un'opzione sempre meno desiderabile, così come la corsa indiscriminata all'interno delle città, delle locande o di altri edifici. Semplicemente girovagando per la mappa, ci s'imbatte in quest inaspettate o ci si sofferma ad ammirare uno dei tanti panorami mozzafiato offerti da un mondo in continuo movimento.

E si resta così affascinati dal ciclo giorno-notte, le condizioni atmosferiche dinamiche, le improvvise raffiche di vento che scuotono gli alberi e fanno frusciare le foglie, gli stormi di uccelli che disegnano nel cielo figure pulsanti e surreali, la vita nella foresta, tra cervi, lepri e altre creature, la confusione urbana nelle città più grandi, tra musicisti e saltimbanchi, prostitute e predicatori, lotte di classe e discriminazioni razziali.

A differenza di Assassin's Creed Unity, The Witcher 3 è così ricco di contenuti di questo tipo che difficilmente vi soffermerete sui problemi tecnici. Ogni missione sblocca un nuovo tassello del monumentale lore messo insieme dal team di sviluppo.

Tra le missioni accettate per aiutare gli amici, quelle completate per mettere da parte un po' di denaro, i contratti dei Witcher (caratterizzati da un'impostazione ben precisa, che richiede prima una serie di indagini per capire con quale mostro si ha a che fare, i successivi preparativi, e poi l'eventuale combattimento, se necessario), le cacce al tesoro, e gli eventuali passatempi con cui staccare un po' (lotte clandestine, corse dei cavalli, partite a Gwent, un bizzarro gioco di carte in stile Hearthstone), c'è abbastanza carne al fuoco per spendere centinaia di ore con The Witcher 3 senza essere mai colti dalla noia.

Gli scontri con le bestie più feroci richiedono la giusta preparazione, spalmando decotti sulla lama della spada, bevendo pozioni e scegliendo un equipaggiamento adeguato.

Questa massiccia dose di contenuti di qualità è resa ancor più interessante dalle numerose scelte morali che Geralt deve affrontare, missione dopo missione. Molte delle quest secondarie portano infatti a conseguenze importanti, sia per i personaggi ad esse strettamente legati, che per l'intero mondo di gioco.

Quella che a volte può sembrare la scelta migliore sul breve termine può portare a conseguenze disastrose alla distanza, influenzando intere aree della mappa e stravolgendo la vita di alcuni personaggi. Perfino il salvataggio di un gruppo di bambini potrebbe portare a conseguenze tragiche.

Tra investigazioni in stile CSI, balli in maschera, case stregate, antichi rituali, amori passionali, tradimenti, complotti e spietate ricerche per recuperare le carte più rare del gioco del Gwent, giocando a The Witcher 3 vi ritroverete ad affrontare una quantità e una varietà tale di situazioni, da non poter fare a meno di essere risucchiati dal cupo mondo del gioco.

Era impensabile che CD Projekt potesse realizzare qualcosa di tanto vasto, ricco e complesso senza incappare in qualche problema di natura tecnica. Va anche detto che in alcuni casi il team polacco si è complicato da solo le cose come col GPS, che segnala la posizione dei punti di interesse sulla mappa e che è spesso più d'intralcio che di aiuto.

Purtroppo non abbiamo potuto usare i salvataggi dei precedenti episodi per importarne le scelte, ma il gioco permette comunque di farlo. Partendo da zero, vengono simulate le decisioni passate attraverso un divertente interrogatorio.

Dal punto di vista tecnico la versione PS4 del gioco è impressionante. Non essendo quella PC, non possiamo esprimerci sui presunti downgrade grafici che hanno tenuto banco in questi giorni, ma il framerate non è sempre stabile e alcuni effetti particellari sono palesemente di bassa qualità. Il pop-in è una costante (soprattutto per le ombre) ma l'impatto generale è potentissimo.

Il modo in cui la console Sony gestisce il mondo vivo e complesso di The Witcher 3 è lodevole, soprattutto considerando la quasi totale assenza di caricamenti. Gli unici momenti in cui il gioco si ferma per caricare nuovi dati sono quelli legati al fast travel e quelli che seguono la morte di Geralt. In questi casi si può arrivare anche a 40/50 secondi di attesa, ma con una frequenza così bassa da passare quasi inosservati.

In un gioco di questo tipo, poi, una recitazione convincente è fondamentale, e da questo punto di vista il titolo dei CD Projekt è sensazionale. Ogni dialogo è accompagnato da volti espressivi e sempre coerenti con ciò che accade sullo schermo, dettaglio che favorisce ulteriormente l'immersione nell'esperienza.

Altrettanto valido è il comparto audio, che si distingue per un doppiaggio stellare, affiancato da una colonna sonora ben caratterizzata, distribuita in modo sapiente e, soprattutto, mai invasiva.

The Witcher 3: Wild Hunt, un violento trailer tra rabbia e acciaio.

Bocciata, invece, l'Intelligenza artificiale dei nemici, aggressiva al punto giusto ma facilmente manipolabile allontanandosi dalle zone di competenza. Anche nelle fasi più concitate, contro gruppi di mostri assetati di sangue basta allontanarsi un po' per vedere le creature voltarsi e tornare sui propri passi.

The Witcher 3 è un gioco enorme, dettagliatissimo ma penalizzato da una realizzazione tecnica non all'altezza delle aspettative. Forse i CD Projekt non si erano resi effettivamente conto della vastità del progetto ma una volta in ballo non si sono comunque tirati indietro.

I limiti del sistema di combattimento, di una I.A. non certo impeccabile e di una mancanza di pulizia generale, penalizzano un prodotto di qualità superiore, rendendolo globalmente meno solido di un Dragon Age Inquisition, che pur non potendo contare su un comparto narrativo altrettanto potente risulta globalmente più equilibrato.

In fase di valutazione siamo stati a lungo indecisi tra l'8 e il 9: abbiamo optato per il voto più alto per premiare la qualità dell'esperienza, senza però concedere alcun bollino. Ma al di là di tutto, The Witcher 3 è un titolo che ora o tra qualche mese, ogni appassionato dovrà assolutamente giocare tutto d'un fiato.

9 / 10

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In this article

The Witcher 3: Wild Hunt

PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC

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A proposito dell'autore
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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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