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Asus ROG Gladius - recensione

Senza spada i patti non sono che parole.

La divisione di Asus nota come Republic of Gamers, marchio fondato nel 2006 dall'azienda taiwanese con lo scopo di progettare e realizzare hardware pensato per i videogiocatori, è diventata conosciuta in breve tempo nel mondo sempre più affollato delle periferiche dedicate al gaming, dedicandosi in particolar modo ad articoli come schede madri, schermi e laptop, tra i quali ricordiamo il fresco vincitore del Red Dot Award 2015 nella sua categoria, il G751.

Lo sviluppo di periferiche come mouse e tastiere, invece, ha stentato a decollare e ad affermarsi come gli altri prodotti citati in precedenza: a colmare questo divario con la concorrenza pensa l'ultimo arrivato in ordine di tempo, il mouse Asus ROG Gladius, oggetto di questa recensione.

La confezione presenta una soluzione già vista e adottata da altre case produttrici ma sempre di buon impatto, con uno sportellino in velcro richiudibile a ricoprire la plastica trasparente e sagomata che protegge il mouse e ne fa apprezzare le linee. Una volta tolto dall'involucro e poggiato sul tappetino, il Gladius si presenta con un design piuttosto semplice: la colorazione nera ne ricopre tutta la superficie ed è interrotta solamente dal logo "Republic of Gamers" il quale, una volta collegato al computer, viene illuminato da una luce LED rossa. Le due griglie frontali e la trama degli inserti in gomma laterali, inoltre, contribuiscono a donare all'estetica quel tocco di aggressività in più senza risultare eccessivo.

Il Gladius si presenta con un design piuttosto tradizionale ma abbastanza gradevole. Non è sicuramente un mouse che vuole dare nell'occhio.

La prima caratteristica visibile ancora prima di poggiare la mano sul prodotto di Asus riguarda l'ergonomia: i due tasti principali presentano scanalature decisamente accentuate e osservando frontalmente il profilo del dorso, abbiamo potuto constatare che non è perfettamente centrato ma devia leggermente verso sinistra. La scelta dei materiali stavolta è ricaduta su plastiche lievemente ruvide ma, a nostro avviso, ancora non sufficientemente porose e inserti in gomma dura ai lati, i quali facilitano la presa e permettono all'utente di mantenere il controllo anche in situazioni di gioco concitate. Si evita l'effetto "saponetta" purtroppo sperimentato con la copertura in alluminio di un altro mouse di casa ASUS, il del GX1000 Eagle Eye.

Per il resto, le dimensioni si discostano di qualche millimetro rispetto a quelle del concorrente più simile in fatto di peso, forme e specifiche tecniche, vale a dire il Razer DeathAdder: l'Asus ROG Gladius è infatti largo 67, lungo 127 e spesso 45 millimetri, per un peso di circa 115 grammi, dimensioni ideali per un'impugnatura a tutto palmo o ad artiglio, meno indicate per i fingertip fan. I due tasti laterali sono insolitamente comodi e di facile attuazione e sono stati sfruttati spesso e con soddisfazione dal sottoscritto nelle sessioni di gioco che hanno messo alla prova il Gladius. Infine, va ricordato il cosiddetto "sniper button", collocato appena al di sotto della scrollwheel, il cui utilizzo verrà approfondito più avanti nel corso della recensione.

Il puntatore della casa produttrice taiwanese presenta inoltre due peculiarità interessanti quanto semplici: la prima consiste nella possibilità di cambiare, qualora il giocatore lo ritenga necessario, il cavo di collegamento tra la periferica e il PC. Nella confezione, infatti, sono disponibili sia il classico cavetto in gomma liscia, sia quello in tessuto intrecciato, lunghi rispettivamente uno e due metri: mentre il primo è soggetto, com'è noto, a torsioni e rotture, il secondo ovvia a questo problema grazie alla sua elevatissima flessibilità, rischiando però di provocare molto attrito e rendendo difficoltoso lo scorrimento su spigoli particolarmente accentuati.

I due tasti principali presentano scanalature decisamente accentuate ma comode nell'utilizzo.

La seconda particolarità merita un discorso più specifico, dal momento che riguarda una delle parti più sottoposte all'usura e allo stress, vale a dire gli switch. L'Asus ROG Gladius monta sotto i due tasti principali gli switch D2FC-F-7N della ditta giapponese Omron, certificati per circa venti milioni di click. Per venire incontro agli utenti dalla mano e dalle dita pesanti, Asus ha inserito due switch aggiuntivi di ricambio, uno del tipo "white", come quelli già montati sul mouse, e uno del tipo "grey". Quest'ultimo presenta un leggerissimo incremento di altezza rispetto al precedente e potrebbe risultare un po' più rumoroso alle orecchie più fine. I socket sono stati ideati, progettati e realizzati completamente da Asus per offrire totale compatibilità a due serie di switch Omron, la D2F e la D2FC.

Il vero cuore pulsante del Gladius è rappresentato dall'Avago ADNS-S3988, forse uno dei sensori ottici più famosi e prestazionali attualmente presenti sul mercato; questo sensore offre fino ad un livello di sensibilità massimo di 6400 DPI, mantenendo il tracking affidabile fino a velocità intorno ai 200 inch-per-second (IPS) e a 50g di accelerazione.

La novità assoluta riguarda la frequenza di aggiornamento della posizione del cursore, detta "USB polling rate", portata fino a 2 GHz. In realtà la differenza rispetto agli attuali standard presenti su altri mouse di fascia medio-alta, fissati a 1000Mhz, non è poi così rilevante né tantomeno decisiva in termini di performance; riteniamo che i fattori che contribuiscono a rendere un mouse una buona periferica siano diversi e non tutti riconducibili a dei semplici numeri.

Per poter sfruttare pienamente le potenzialità del Gladius e del suo sensore, è necessario scaricare dal sito ufficiale della casa produttrice l'Armoury Interface: in pochi click verrà installato sul PC un programma di semplice utilizzo, grazie al quale è possibile configurare le funzioni dei sei tasti programmabili, i livelli di accelerazione e decelerazione, il polling rate e l'illuminazione. ROG Armoury Interface permette inoltre di configurare due livelli di DPI da assegnare allo sniper button, al fine di poter cambiare al volo la sensibilità e poter giovare di una mira di precisione stabile durante le partite a Battlefield 4 giocate vestendo i panni del cecchino.

Il video ufficiale per il lancio dell'Asus ROG Gladius.Guarda su YouTube

Il software mette a disposizione la discussa calibrazione della superficie: sebbene non abbiamo avuto problemi in questa specifica occasione, il consiglio è sempre quello di non usare i settaggi predefiniti ma di optare per la calibrazione manuale, molto più affidabile e ritagliata su misura delle necessità dell'utente e della superficie di gioco a sua disposizione.

In definitiva, il Gladius di Asus ROG è si è confermato un mouse comodo da usare grazie a una buona ergonomia, caratterizzato da un look semplice e senza pretese e dalla configurazione semplice e intuitiva grazie al software dedicato; abbiamo apprezzato la possibilità di poter cambiare a nostro piacimento i cavi di diverso materiale e la facilità con cui è possibile sostituire gli switch Omron pre-installati con quelli messi a disposizione nella confezione.

Il prezzo su Amazon si aggira intorno ai 75€, un cartellino un filo elevato, tenendo in considerazione che il suo maggiore concorrente, il DeathAdder di Razer, molto simile al Gladius sotto ogni aspetto, compreso lo stesso sensore ottico, è disponibile sul mercato a circa 10 euro in meno. Il valore di qualitativo del Gladius rimane e si conferma una buona scelta per chi desidera un puntatore in grado di fare un pò tutto e di farlo bene.

8 / 10