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Windward: solcando la calma piatta dei sette mari - recensione

Quando il protagonista del gioco di ruolo diventa una nave.

Windward è uno di quei giochi che non ti aspetti e che, in qualche modo, porta con sé quell'idea diversa dal solito che il videogiocatore cerca costantemente tra il marasma di cloni e titoli dalla dubbia giocabilità. Lo stupore nasce anche dal fatto che il titolo, dal peso che non supera i 250 MB, è stato realizzato fondamentalmente da una sola persona, ovvero Michael Lyashenko, con l'ausilio di Rich DiGiovanni e Angelo Cicero per quanto riguarda rispettivamente la modellazione 3D e la composizione delle musiche.

Per farla breve, Windward è un GDR d'azione in cui il ruolo da interpretare è quello di una nave del XVII secolo. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, si sale di livello, si sbloccano abilità e si raccoglie il loot degli avversari sconfitti, che va gestito all'interno del classico inventario.

Tutto ruota quindi attorno alla nostra nave, che possiede alcuni slot di personalizzazione. Invece di spade e armature trovano spazio cannoni, munizioni, ciurme e capitani, ognuno dei quali apporta modifiche diverse alle statistiche. I parametri base del nostro personaggio in legno variano rispetto alla nave che si possiede.

Sarà necessario conquistare le città nemiche, anche perché forniscono un punto di spawn per gli alleati.

Le imbarcazioni sono acquistabili in oro presso le città ma non è possibile vendere quelle più obsolete in nostro possesso. In compenso possiamo passare, sempre attraccando ai porti, da un mezzo all'altro, portando con noi automaticamente tutto l'equipaggiamento e le personalizzazioni.

Tra gli oggetti da trovare sono presenti anche migliorie estetiche che ci offrono l'opportunità di modificare i simboli e i colori delle vele e dello scafo. Gli abbellimenti potrebbero apparire inutili se non fosse presente una componente multigiocatore, che è probabilmente l'anima pulsante di Windward.

Il gioco consente infatti di entrare all'interno delle partite locali dei nostri amici di Steam o di accedere ai server creati dagli utenti. Questi ultimi possono dare vita ad un vero e proprio MMORPG. Il titolo, pur non essendo particolarmente pubblicizzato, ha infatti già una corposa comunità e numerosi giocatori attivi, con una manciata di server in particolare che ospitano fino a più di cento utenti contemporaneamente.

Tornando al gameplay, i mondi di gioco vengono generati proceduralmente e sono costituiti da diverse aree quadrate all'interno delle quali si svolge l'azione. Il design delle zone è eccelso e non ci fa sentire oppressi dai confini naturali, anche se per passare da un'area all'altra è necessario attendere un caricamento.

Le battaglie non sono eccessivamente frenetiche, ma richiedono al giocatore il giusto grado di attenzione e strategia, sempre se le navi di tutti gli sfidanti sono più o meno allo stesso livello.

Agli estremi della mappa globale trovano spazio le basi delle quattro fazioni presenti, ognuna delle quali caratterizzata da bonus e malus differenti. Andando verso il centro del mondo di gioco le zone sono invece controllate da temibili pirati.

Considerando che si tratta di un gioco di ruolo è intuitivo immaginare che avvicinandosi al centro della mappa globale aumenta la forza del nemici e di conseguenza la difficoltà complessiva. Quasi come se ci trovassimo all'interno di un JRPG, in Windward è necessario grindare parecchio per evitare di essere distrutti all'istante dalle flotte nemiche.

In quest'ottica, anche per poter affrontare la fondamentale componente multigiocatore è necessario aver portato la propria nave ad un livello accettabile, pur rimanendo essenziali le nostre capacità e abilità.

Tutto, compreso netcode e comparto tecnico, è in generale ben curato, ma un gioco di ruolo senza trama difficilmente potrà far breccia nei cuori degli amanti del genere. Ed è proprio questo il grosso difetto di Windward, il fatto di non riuscire a ricreare un mondo vivo, anche a causa della totale assenza di una storia.

Questa è la mappa globale: più ci si avvicina al centro e più il grado di sfida aumenta.

Nei porti delle città si possono prendere in carico delle missioni accompagnate da un accenno di lore ma ben presto ci si renderà conto che sono giusto una manciata e tutte molto simili tra loro. Dopo tre faticosi anni di sviluppo, tra cui sette mesi in accesso anticipato, ci si poteva forse aspettare qualcosa di da questo punto di vista.

In definitiva Windward è un titolo rivolto a chi cerchi un gioco di ruolo incentrato sul grinding e sulle battaglie PvP, e preferisce veder crescere le statistiche del proprio personaggio piuttosto che seguire una trama avvincente. Al contrario tutti gli altri possono tranquillamente stare alla larga da Windward, visto che l'assenza di una componente narrativa rende ben presto i combattimenti fini a se stessi.

6 / 10

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Windward

PC, Mac

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Pier Giorgio Liprino

Contributor

Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.

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