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Halo 5 Guardians: la modalità Warzone - prova

I 343 Industries guardano ai MOBA.

Come ho scritto ieri nell'articolo di prova degli Hololens, la modalità Warzone di Halo 5 Guardians è stata presentata insieme ai visori di realtà aumentata di Microsoft. Il che forse è stato un errore, visto che sia prima che durante la sessione la nostra mente è andata più volte alla stregoneria del reparto ricerca e sviluppo di Redmond.

A un'analisi più attenta, però, la modalità Warzone è tra le cose più interessanti viste recentemente in uno sparatutto, considerata la sua capacità di fondere assieme elementi degli FPS e dei MOBA. Nel corso della nostra prova, infatti, si sono fronteggiate due squadre, i Rossi e i Blu, ognuna delle quali ha cominciato dalla propria base con l'obiettivo di conquistarne altre tre, ossia quelle neutrali.

Per farlo andavano sconfitte non solo le unità gestite dall'intelligenza artificiale, che cercavano di difendersi a tutti i costi, ma anche i giocatori avversari che provavano a ostacolarci e a conquistare loro stessi le basi.

Nella modalità Warzone di Halo 5 non ci si muoverà solo a piedi...

Una volta vinto un avamposto, non solo esso diventa il nostro punto di respawn ma si sblocca anche la relativa stazione di requisizione, o REQ Station, che permette di cambiare il nostro armamentario. Il bello però è che a ogni successo corrispondono dei 'victory point', da usare per acquisire le armi più disparate, alcune capaci di capovolgere gli esiti dello scontro se ben utilizzate.

Il garage invece consente di requisire veicoli capaci di ripulire il campo di battaglia dai Guardiani appiedati, come la stramaledetta Banshee che mi avrà ucciso almeno quattro volte di fila. O come un robot armato fino ai denti che qualche mio collega è riuscito a prendere.

Ci sono tre modi di vincere la partita: essere quelli che hanno totalizzato più victory point nell'arco di 18 minuti, raggiungere per primi i 1000 punti vittoria o conquistare i tre avamposti neutrali e sbloccare così il cuore della base avversaria, che si potrà dunque distruggere.

Per accumulare abbastanza 'victory point' sarà necessario darsi non solo al PvP ma anche al PvE. Come in questo caso.

Circa la prima condizione c'è da dire che il tempo massimo, apparentemente lungo, è invece sembrato durare quasi poco, visto che nel nostro caso lo scontro s'è ridotto a un'interminabile battaglia d'attrito tra le due fazioni. Al punto che i nostri avversari, che purtroppo hanno vinto, sono riusciti a ottenere i 1000 punti vittoria quasi allo scadere dell'incontro.

Un fatto questo che ha causato un rosikamento extra per il sottoscritto, dato che a 994 punti per i nostri nemici eravamo finalmente riusciti a conquistare tutti e tre gli avamposti neutrali, rendendo così vulnerabile la loro base. È chiaro allora che questa terza condizione di vittoria diventerà la mossa disperata da parte della squadra in difficoltà, che con un colpo di mano può portarsi a casa una partita altrimenti compromessa.

I richiami ai MOBA, cui accennavo in precedenza, derivano dal fatto che nella mappa di gioco non sono presenti solo gli avversari umani ma anche unità gestite dall'intelligenza artificiale, ed è uccidendo anche queste che si ottengono i punti vittoria.

Insomma, il binomio tra PvP e PvE nella stessa modalità di un FPS non è cosa da trascurarsi, così come il fatto di avere più modi per vincere una mappa dalle generose dimensioni, uno dei quali capace di aggiungere una certa imprevedibilità agli scontri.

Difficile dire a priori se la modalità Warzone riuscirà ad affermarsi nell'ambito del multiplayer, ma senz'altro meriterà tutta la nostra attenzione una volta che il gioco sarà disponibile nei negozi il prossimo 27 ottobre, in esclusiva per Xbox One.

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Stefano Silvestri

Editor in Chief, EG.it

Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.
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