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Microsoft: 'La visione originale di Xbox One non è cambiata' - intervista

L'impiego al di fuori del gaming è ancora una parte fondamentale del progetto Xbox.

La retro-compatibilità è stato un tema piuttosto importante nel corso della passata generazione di console. Sia PlayStation 3 che Xbox 360 e Wii, almeno nelle prime fasi della loro esistenza, erano in grado di riprodurre i giochi usciti sulle console precedenti. La situazione però cambiò rapidamente non appena i nuovi sistemi si stabilirono e cominciarono ad uscire le vere killer app dell'allora "next-gen".

Sony fu la prima ad abbandonare la feature: nell'ottobre del 2007 (dopo meno di un anno dal lancio della nuova console) rimosse infatti dalla PS3 l'hardware necessario per far girare i titoli PS2, e colse l'occasione per effettuare un taglio di prezzo assolutamente necessario. Microsoft la seguì a ruota il mese successivo (due anni dopo il lancio di Xbox 360), quando per l'ultima volta aggiunse nuovi titoli alla lista di quelli retro-compatibili. Soltanto Nintendo continuò a supportare i vecchi giochi fino al 2012 (sei anni dopo l'uscita del Wii), quando finalmente introdusse una nuova versione della sua console, denominata Wii Mini e priva degli ingressi per controller e memory card necessari per supportare i titoli GameCube.

Mike Nichols, Vice Presidente e Chief Marketing Officer di Xbox.

In questa generazione le cose sono andate molto diversamente: solo il Wii U ha supportato da subito i titoli usciti per la console precedente. La situazione, però, sta per cambiare: Microsoft ha infatti annunciato all'E3 di voler portare la retro-compatibilità su Xbox One, con un primo pacchetto di circa 100 titoli. Ma si tratta ancora di un tema così importante, con le console "next-gen" ormai prossime ad affrontare il loro terzo Natale sugli scaffali?

Il Vice Presidente e Chief Marketing Officer di Xbox, Mike Nichols, ritiene di sì e ci ha confermato, addirittura, che la retro-compatibilità resta tuttora una delle feature più richieste tra i possessori di Xbox 360 intenzionati a compiere il grande salto verso gli hardware di nuova generazione, nello specifico verso Xbox One.

"Ci sono decine di milioni di persone che usano la loro Xbox 360 ogni mese", ha detto Nichols. "La preoccupazione principale che sentiamo esprimere da questa grossa fetta di pubblico è quella di perdere il proprio catalogo di giochi, i contatti con gli amici in-game eccetera. Non ci piaceva essere nella posizione di dover costringere i giocatori a fare questa scelta, accettare questo compromesso. È per questo che abbiamo deciso di risolvere la questione e, basandoci sulla risposta dei fan, sembra che il pubblico abbia accolto la nostra iniziativa con un'energia fortissima."

Nichols ritiene che la gran parte della user base di Xbox 360 al momento ancora non abbia acquistato un hardware next-gen, e non è preoccupato dal successo riscosso finora da PlayStation 4, ritenendo che esso non sia stato maturato a spese della comunità Xbox.

"Non abbiamo visto molti utenti passare da una piattaforma all'altra", ha detto. "Non ci sono stati molti passaggi da PS3 a Xbox One o, viceversa, da Xbox 360 a PS4. Qualche esempio di entrambe le tendenze si nota, ma la partita ancora si gioca principalmente sul convincere le utenze di Xbox 360 e PS3 a compiere il salto verso i nuovi hardware, a mostrare loro che si tratta di un vero passo in avanti."

Secondo Mike Nichols, la retrocompatibilità convincerà molti utenti Xbox 360 a passare all'Xbox One.

Per Microsoft, l'obiettivo principale è dare a questo pubblico un motivo per effettuare l'upgrade. Tra il recente calo di prezzo, la retro-compatibilità e la solida lineup natalizia (che include il nuovo Halo, l'esclusiva temporanea di Tomb Raider e il remaster di Gears of War), Nichols spera che gli utenti si convinceranno finalmente a passare alla nuova Xbox One. Ovviamente questo non significa che l'azienda si prepari ad abbandonare completamente l'Xbox 360.

"Decine di milioni di utenti ancora amano la loro Xbox 360. Sono loro che hanno reso la piattaforma ciò che è ora, e continueranno a farlo. Ci sono nuovi giochi in arrivo per 360, certamente non tanti quanto in passato e niente di paragonabile alle uscite per le nuove console, ma ci sono comunque dei titoli in arrivo: Black Ops III, gli sportivi di EA, eccetera. È una situazione che non cambierà a breve... se qualcuno sta cercando semplicemente un'opzione entry-level per giocare, magari per sperimentare Minecraft o altro, l'Xbox 360 continua ad essere una grande piattaforma per questo tipo di esigenze."

Xbox 360 ha impostato degli standard di successo e longevità piuttosto elevati, che (finora) Xbox One non è riuscita a confermare. La causa risiede in parte nell'annuncio originale del sistema, che si focalizzò su feature come gli sport e le funzionalità TV, alienando la comunità dei gamer (già perplessi di fronte alle controverse politiche di DRM online, successivamente abbandonate). Da allora, Microsoft ha rapidamente cambiato traiettoria e non ha mai più proposto con tanta enfasi le caratteristiche non-gaming della sua macchina.

"L'impiego di Xbox One in contesti al di fuori di quello gaming è incredibilmente elevato, e cresce ancora."

"La gente compra una console per i giochi", ha detto Nichols. "È quella la funzione numero uno, quindi vogliamo che il pubblico apprezzi la macchina principalmente per i giochi. Ciò detto, l'impiego di Xbox One in contesti al di fuori di quello gaming è incredibilmente elevato, e cresce ancora. Bisogna distinguere tra i motivi per i quali si compra un hardware e l'impiego complessivo che si finisce per farne. L'attività principale è sicuramente connessa ai giochi ma anche altri impieghi come la visione di filmati, di YouTube eccetera è in forte crescita. Continueremo a concentrarci anche su questi aspetti."

"Il fatto che non se ne parli nelle pubblicità e nella comunicazione ufficiale non significa che non stiamo investendo per migliorare anche queste feature. La visione originale di Xbox One era di rappresentare qualcosa di eccezionale non soltanto nel contesto dei giochi: quella visione c'è ancora e noi continuiamo ad investirci. È il nostro marketing che è cambiato: adesso ci focalizziamo esclusivamente su una questione, e quest'anno avete potuto vedere il frutto dei nostri sforzi, con una lineup di giochi che rappresenta la migliore nella storia di Xbox."

Questo spiega la totale assenza di Kinect alla conferenza Microsoft. Nichols dice che il sensore è ancora parte di ciò che l'azienda intende realizzare con Xbox One, e che gli sarà dedicato un evento separato, in cui si parlerà anche degli altri miglioramenti all'esperienza utente, a partire dall'assistente vocale Cortana (nata su Windows Phone e presto in arrivo su Xbox One). "Il livello di soddisfazione è più alto tra gli utenti che impiegano Kinect", ci ha confermato il nostro interlocutore, "quindi è importante per noi continuare ad offrire questo tipo di esperienza al pubblico."

Secondo Nichols, il Kinect è ancora nei piani di Microsoft e gli sarà dedicato un evento separato.

All'E3 abbiamo anche visto annunciare una partnership con Valve per quanto riguarda la corsa alla realtà virtuale. Una settimana prima dello show, Microsoft aveva lanciato anche una collaborazione con Oculus, altra grande azienda protagonista nel settore della VR. Ma perché Microsoft con gli HoloLens si sta impegnando in prima persona nel campo della "realtà aumentata", mentre per quanto riguarda la VR lascia fare ad aziende esterne?

"Il nostro approccio di base è quello di realizzare collaborazioni esterne", ci ha spiegato Nichols. "Windows 10 è il filo conduttore che unisce tutti i nostri dispositivi. Xbox One impiegherà Windows 10, così come anche i PC, i tablet, gli smartphone, HoloLens eccetera. La nostra strategia è affermare la centralità di Windows 10 nell'ambito sia della VR che del computing olografico. Nel caso della realtà virtuale, ci sono già aziende che stanno realizzando prodotti interessanti, quindi dovevamo solo focalizzarci per aiutarle ad avere successo. Nel caso del computing olografico, nessuno aveva ancora realizzato niente di adeguato. È per questo che abbiamo provato lo stimolo ad innovare noi stessi. Ma ciò non significa che altre aziende non vorranno proporre la loro versione: quando succederà, speriamo senz'altro di poterle aiutare tramite Windows 10."

La partnership con Valve contribuisce a rinsaldare i rapporti tra le due aziende, che sembrano invece complicarsi sul fronte delle Steam Machine e di Steam Link, due hardware con i quali l'azienda di Gabe Newell sta tentando di rappresentare un serio concorrente nella battaglia per il salotto di casa.

Il programma Game Preview su Xbox One è molto simile all'Early Access di Steam. ma verrà gestito con più attenzione.

"Noi consideriamo Valve soltanto come un partner, nient'altro", ci ha detto Nichols. "Ovviamente, Steam gira principalmente su dispositivi Windows. Loro stessi sviluppano per Windows, e noi abbiamo annunciato di voler lavorare con loro sulla realtà virtuale. Collaboreremo per assicurarci che Windows 10 sia fondamentale per gli sviluppi futuri della VR. A parte questo, i dispositivi che Valve intende rilasciare... beh, sono solo una buona cosa per i consumatori: avere più scelta è sempre bello. Questo è un settore competitivo, attualmente ci sono tre grosse piattaforme e c'è molta rivalità, sia tra i publisher che tra i creatori. La competizione non è un fatto nuovo in questo mondo e io sono un amante delle sfide, quindi nessun problema se Valve vuole entrare nel gioco."

La competizione, però, funziona in entrambi i sensi. Se Valve sta tentando di rubare una fetta di successo ai produttori di console, al tempo stesso Microsoft osserva attentamente le mosse di Valve. Per esempio, il nuovo programma Game Preview su Xbox One suona tremendamente simile all'Early Access di Steam. La differenza maggiore è che Microsoft non condivide l'atteggiamento di lassismo mostrato da Valve nella gestione di questa particolare iniziativa.

"Saremo noi a controllare direttamente la qualità dei titoli ammessi al programma di Game Preview, per essere sicuri che piacciano ai nostri clienti e che agli sviluppatori sia dato il giusto valore ", ha detto Nichols. "Inoltre, per ogni singolo titolo dovrà essere disponibile una prova. Sarà obbligatorio offrire un tot margine di tempo per lasciar decidere agli utenti se comprare il gioco oppure no. Stiamo prendendo tutti i provvedimenti necessari per assicurarci che la cosa funzioni e che gli utenti siano tutelati."

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Brendan Sinclair

Managing Editor

Brendan joined GamesIndustry International in 2012. Based in Toronto, Ontario, he was previously senior news editor at CBS-owned GameSpot in the US.
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