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Battleborn: sotto a chi tocca - prova

Se Borderlands diventa un MOBA…

Chissà cosa passava per la testa ai ragazzi di Gearbox quando, finito Borderlands The Pre-Sequel!, si sono ritrovati nei loro uffici per discutere su quale gioco cominciare a lavorare. Borderlands 3? Macché! Un nuovo titolo del franchise di Alien? Meglio lasciar stare... Una IP nuova di zecca? Ma sì, dai, perché no!? Il fatto di sfidare sé stessi con un prodotto completamente nuovo è al tempo stesso interessante e rischioso, e dati i non sempre eccellenti risultati ottenuti in passato, il team avrà ben più di una gatta da pelare nel caso Battleborn si rivelasse un passo falso.

Fortuna che nonostante i nostri dubbi, dopo aver giocato la demo abbiamo finalmente avuto un gustoso antipasto di quello che troveremo nei negozi all'inizio del prossimo anno. Battleborn miscela l'azione shooter del già citato Borderlands con elementi MOBA, condendo il tutto con un comparto tecnico sopra le righe che vanta la collaborazione di Michel Gagné, un noto animatore che in passato ha collaborato a numerosi film firmati Disney Pixar.

Cominciamo subito con una buona notizia: nel gioco Gearbox sarà inclusa anche una campagna single player affrontabile sia da soli che in compagnia di tre amici, anche tramite split-screen. Certo, la componente online rivestirà un ruolo di prima importanza, ma fa comunque piacere vedere che sarà presente uno story mode. Parlando di storia, come prevedibile la trama di Battleborn non promette scintille: 25 combattenti provenienti da altrettanti sistemi solari convergono sull'ultima stella ancora viva nella galassia, per conquistarla e usare il suo potere per scopi personali.

Sfortunatamente le immagini a corredo di questo articolo non rendono giustizia all'ottimo comparto tecnico di Battleborn, titolo che si avvale della collaborazione di un rinomato animatore dei film Disney Pixar.

Qualità narrative a parte, quello che sembra essere il vero piatto forte del titolo Gearbox è il roster di personaggi, ognuno con poteri, abilità, armi e caratteristiche differenti. Ecco nel dettaglio le quattro new entry del roster che il team statunitense ci ha illustrato durante la presentazione a porte chiuse, a cui abbiamo assistito alla Gamescom.

Partiamo con l'assassina Mellka, rimasta orfana quando era ancora in fasce e che ora combatte insieme alla tribù degli Elrid armata con una letale pistola al gas nervino e una bio-spada. Reyena, leader dei Rinnegati è temuta per la sua pistola laser e un guanto capace di aiutare i suoi compagni di squadra. La sacerdotessa Ambra è abile e spietata nel corpo a corpo, mentre il volatile Benedict, l'unico combattente in grado di volare, è dotato di lanciarazzi e di una velocità fuori dal comune.

Il sistema di crescita dei personaggi pur essendo veloce come nel più classico dei MOBA, permette un buon grado di personalizzazione ma dimenticatevi il complesso sistema di progressione a-là-Borderlands: il sistema (chiamato Helix) è strutturato ad albero e permette di scegliere un'abilità tra le due disponibili dopo ogni level-up. Alla fine di ogni partita, almeno nel multiplayer, tutte le abilità apprese verranno azzerate per mantenere giocatori sullo stesso livello.

25 personaggi, 3 modalità multiplayer e una campagna single-player fino a 4 giocatori in co-op sono solo alcuni dei numeri che rendono il nuovo shooter Gearbox un titolo da tenere sotto stretta osservazione.

A proposito di match multiplayer, in Battleborn saranno presenti tre modalità: Devastazione, dove due squadre si affrontano in un deathmatch dove lo scopo è quello di prendere possesso degli obiettivi segnalati sulla mappa. Incursione, dove bisogna difendere la propria base dai nemici controllati dall'IA mentre si procede alla distruzione della base avversaria; infine Fusione, nella quale bisogna condurre il proprio esercito al centro della mappa ed ottenere quanti più punti possibili sacrificando soldati gettandoli in un inceneritore.

Veniamo ora alla demo in cooperativa giocata insieme ad altri tre colleghi, che, lo diciamo subito, ci ha divertito sin dai primi minuti grazie a dei controlli semplici e a un comparto tecnico che non fa una piega. Non essendo presenti i quattro personaggi appena presentati, ci fiondiamo a selezionare il fungo-umanoide Miko, unico superstite della sua razza, curatore capace di creare barriere protettive e dotato di pugnali kunai.

Lo scopo della build è molto semplice: arrivare alla roccaforte del nemico insieme ai propri compagni e poi scortare un gigantesco mech lungo tutta la mappa fino all'inevitabile scontro con il boss finale. I controlli sono sempre i classici visti in decine di altri FPS e il sistema di crescita del personaggio, per quanto possa essere limitato in una demo, ha reso perfettamente l'idea.

Il trailer della Gamescom di Battleborn.

La collaborazione col resto della squadra, manco a dirlo, è fondamentale, quindi è bene imparare ad usare a dovere tutti e tre i tipi d'attacco (o difesa) quanto prima. Miko, oltre a poter curare i compagni è in grado di migliorare le abilità come lanciare sacchetti ripieni di spore velenose, potenziare momentaneamente i propri dardi con una sostanza velenosa e sfoderare il suo super attacco scaraventando la sua testa 'fungosa' sul terreno per infliggere danni ai nemici e curare gli alleati che rientrano nel suo raggio d'azione.

Dopo la nostra seconda prova sul campo possiamo affermare che Battleborn ha del potenziale non indifferente per ritagliarsi il suo spazio in un mercato ormai saturo di FPS e MOBA. Nonostante i sei mesi che ci dividono dal 9 febbraio, giorno in cui lo troveremo nei negozi, il titolo Gearbox sta finalmente cominciando a mostrare i denti con un gameplay divertente e una serie di modalità e caratteristiche interessanti.

Certo, la varietà e la complessità del gioco sono fattori che andranno valutati molto più attentamente quando avremo il codice review tra le mani, ma già da ora potete tranquillamente mettere Battleborn nella lista dei titoli più interessanti di inizio 2016.

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Battleborn

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Manuel Stanislao

Contributor

Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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