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Razer Tartarus Chroma - recensione

Razer dà un tocco di colore al suo keypad.

Il mercato delle periferiche pensate per i videogiocatori incalliti continua ad essere in fermento, al punto da spingere sempre più aziende a diversificare i loro prodotti per soddisfare le richieste dei più accaniti. Tra queste, Razer continua a recitare un ruolo di primo piano, dall'alto del suo slogan "For gamers, by gamers" , una sorta di simbiosi col consumatore per arrivare allo sviluppo di prodotti di altissima qualità, confrontandosi con i feedback dei gamer professionisti.

Una tipologia di periferica su cui Razer sta puntando parecchio sono i cosiddetti keypad, vere e proprie mini-tastiere con tasti programmabili a piacimento in grado di eseguire anche le combo, caratteristica molto utile tanto negli FPS quanto nei MOBA. Forte dell'esperienza maturata, Razer prosegue sulla sua strada e lancia sul mercato il Tartarus Chroma, variante del precedente Tartarus e versione compatta dell'Orbweaver.

La confezione del prodotto è nel classico stile Razer, con livrea e layout che giocano tra il verde fosforescente e il nero. Una volta aperta, notiamo che il design del Tartarus Chroma ricalca fedelmente quello dei predecessori, con il telaio in plastica lucida alla base della tastiera nella parte anteriore, mentre in quella posteriore trovano spazio il poggiapolsi regolabile in due direzioni tramite l'apposito interruttore situato sotto di esso.

Il design del Tartarus Chroma è nel classico stile di Razer, peccato per la mancanza della copertura in gomma del poggiapolso.

A questo si affianca un D-pad ad otto direzioni in gomma morbida con un grip nettamente superiore rispetto alla tradizionale crocetta analogica, affiancato da due pulsanti di cui uno in basso a portata di pollice, che nella configurazione predefinita sostituisce la barra spaziatrice, ed uno superiore, entrambi totalmente mappabili. Inoltre sul lato destro troviamo tre indicatori led che ci informano in tempo reale sulla mappatura selezionata, come andremo a esaminare più avanti.

La struttura del telaio è molto solida, al di sotto del quale trovano posto i pad antiscivolo in gomma morbida che lo ancorano saldamente a qualunque tipo di superficie, in modo da evitare fastidiosi spostamenti involontari. Il cavo USB è composto di tessuto intrecciato, di lunghezza sufficiente a raggiungere anche gli ingressi meno accessibili e presenta il classico connettore placcato in oro, come Razer ci ha ben abituato. La tastiera è composta da venti tasti completamente personalizzabili con attivazione a membrana (rispetto alla classica struttura meccanica del Tartarus), con funzionalità anti-ghosting, ovvero con più comandi utilizzabili contemporaneamente senza alcuna interruzione di segnale, feature molto apprezzata in ambito gaming.

La novità principe di Tartarus Chroma è presente nel suo stesso nome: Chroma è la caratteristica che Razer sta inserendo in alcuni prodotti del suo catalogo per dargli una spruzzata di vivacità, ossia la possibilità di cambiare colore alla retroilluminazione della tastiera in maniera statica o dinamica, a seconda dei nostri gusti. La personalizzazione cromatica copre l'intera gamma dei 16,8 milioni di colori, con un numero di effetti luminosi praticamente illimitato, tutti gestibili attraverso il software Razer Synapse.

Quando avrete padronanza del D-Pad, vi prenderete delle grosse soddisfazioni.

Synapse che, così come in tutti i prodotti Razer, permette un alto livello di personalizzazione della periferica e la gestione personalizzata dei profili, impostando per ogni titolo a nostra disposizione una mappatura dei tasti diversa per ogni esigenza. Questi sono tutti richiamabili in qualunque momento con la semplice pressione di un tasto e visualizzabili tramite i tre led sul lato destro del keypad, ed assumono una combinazione di colori diversa a seconda del profilo attivo in quel momento.

La funzione dedicata alle macro ci consente di registrare un numero infinito di macro con tre diverse impostazioni di ritardo: Record, in cui il tempo che intercorre tra la pressione di un tasto e l'altro è uguale a quello effettivamente impiegato per la digitazione; Default utilizza un tempo fisso impostato da noi per tutte le sequenze; No Delay infine va ad annullare ogni ritardo ottenendo una pressione consecutiva dei tasti senza interruzioni.

Abbiamo saggiato le qualità del Tartarus Chroma con due FPS: Team Fortress 2 e Battlefield 4 con risultati più che soddisfacenti: la tastiera risponde in maniera rapida ed immediata con una menzione speciale per il tasto dedicato alla barra spaziatrice che restituisce un miglior feeling rispetto alla sua controparte classica, così come il D-Pad. Nonostante necessiti di un certo periodo di tempo per far sì che il pollice possa padroneggiarlo a dovere, le otto direzioni richiedono soltanto una leggerissima pressione per l'attivazione con tempi di reazione davvero minimi, tutto a vantaggio del giocatore anche nei momenti più concitati dell'azione.

Potrete scegliere il colore della retroilluminazione tra 16,8 milioni di colori e diversi effetti luminosi.

L'unico motivo che potrebbe farvi desistere nell'acquisto potrebbe essere rappresentato dal prezzo di vendita fissato a 99 euro, che in rapporto alla qualità del prodotto risulta un filo eccessivo se pensiamo che nel catalogo di Razer sostituisce il datato ma ancor valido (e molto più economico) Nostromo, e che per la stessa cifra ci si può portare a casa una tastiera meccanica completa.

Rimangono immutate le potenzialità offerte in ambito di personalizzazione, l'ergonomia e l'ottima qualità costruttiva grazie ai materiali utilizzati fino all'estetica tipica dei prodotti Razer, per cui ci sentiamo di consigliare questo prodotto a chi cerchi prestazioni superiori in ambito videoludico e sia disposto a spendere un corposo extra per averle.

8 / 10