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Prison Architect - recensione

Gestire una prigione? Prison Architect ci permette di farlo alla grande!

Ai ragazzi di Introversion Software sono serviti cinque anni di sviluppo, dei quali gli ultimi tre all'interno del programma Early Access di Steam, per portare a compimento Prison Architect, un gestionale che abbiamo avuto modo di provare a fondo.

Un tempo lungo, durante il quale gli sviluppatori hanno lavorato in modo metodico, pubblicando aggiornamenti regolari che andavano a rifinire ed ampliare le meccaniche del prodotto. Tale impegno e la bontà iniziale del titolo, seppur incompleto, gli hanno permesso di vendere oltre 1 milione di copie prima ancora della release ufficiale.

Insomma, una marcia trionfale perfettamente giustificata da quanto Prison Architect è in grado di offrire. Siamo infatti di fronte ad un gestionale interamente dedicato alla costruzione e al mantenimento di una prigione: s'inizia da un terreno vuoto ed è nostro compito creare il penitenziario migliore (o peggiore) che sia mai esistito.

Il primo elemento che salta all'occhio è lo stile grafico: prigionieri e guardie sono rappresentati da omini stilizzati, quasi disegnati, come tutto il resto degli oggetti e dell'interfaccia grafica. Una soluzione che da un lato ha sicuramente agevolato la realizzazione tecnica, dall'altro è in grado di conferire personalità al tutto e risultare piacevole alla vista.

Le cinque missioni iniziali sono una sorta di tutorial ampliato dov'è anche presente un livello minimo di narrazione.

Appena avviamo la nostra prima partita veniamo catapultati nella modalità storia, una delle ultime aggiunte avvenuta in concomitanza col lancio. Sono in pratica cinque missioni dove veniamo introdotti ad alcuni degli elementi principali di Prison Architect, una sorta di tutorial arricchito dove oltre ad imparare alcune basi possiamo sperimentare delle situazioni particolari.

Ad esempio ci occuperemo della messa in vista di una sedia elettrica, seguendo al contempo le vicende e i dubbi morali che tale strumento impone, e poco dopo riconquisteremo una prigione in rivolta. La storia, va detto, non è certo il punto forte di queste missioni ma sono principalmente dei tutorial e rappresentano comunque una piacevole introduzione al prodotto.

Appresi gli elementi essenziali saremo pronti per costruire la nostra prigione e il gioco ci butterà direttamente nella mischia. Avremo di fronte una sfida non banale, visto che non tutti gli elementi ci vengono presentati nelle missioni iniziali e starà a noi riuscire a far funzionare a dovere il nostro penitenziario.

Alle volte ci è sembrato che il comportamento dei carcerati fosse illogico: nella prigione magari c'era tutto l'essenziale come celle adeguate e pulite, una mensa funzionante, guardie a volontà, uno spazio ricreativo per i carcerati e sale per le visite, ma nonostante questo ci siamo trovati sull'orlo di una rivolta.

È scoppiata una rivolta! Il nostro compito in questi casi è riottenere il controllo della prigione utilizzando speciali guardie in assetto da combattimento.

Si sono verificate continue sommosse che si sono riflesse sul morale dei prigionieri, divenuto pessimo. Sembrava che non ci fosse una spiegazione a questo comportamento fino a quando non abbiamo visto che un numero sempre maggiore di reclusi era ammanettato all'interno delle celle. Non uscivano da lì neanche durante le ore dedicate al pasto, e le guardie glielo portavano direttamente.

Non essendoci però abbastanza guardie per questo compito, in molti restavano senza cibo. Perché però non potevano uscire? Andando ad analizzare singolarmente i detenuti, il mistero è stato risolto: 47 su 57 erano in attesa di passare qualche ora all'interno di una cella d'isolamento, peccato che la prigione non ne avesse neanche una.

Capito il meccanismo ne abbiamo costruito alcune e, col tempo, abbiamo riportato nella normalità il livello di pericolosità della struttura. Avremmo anche potuto ridurre le sanzioni alle varie infrazioni ma a noi non interessa gestire un villaggio vacanze: chi non segue le regole deve pagare!

Questo è solo un esempio del livello di profondità della simulazione: non tutto ci viene spiegato e sta a noi capire come funzionino alcuni elementi e, soprattutto, come poterli ottimizzare. Realizzare una prigione che riesca ad andare avanti non è poi così difficile, realizzarne una che superi con successo anche i vari eventi casuali che possono verificarsi, lo è meno.

Con tempo e dedizione è possibile costruire prigioni molto grandi ed elaborate.

Gli eventi casuali sono infatti un'altra caratteristica introdotta per aggiungere un po' di pepe: si tratta di piccoli disastri o di richieste specifiche da parte del politico di turno che dovremo rispettare (ma potrebbe anche scoppiare un'epidemia!). Divertenti ed interessanti, sarebbe quasi auspicabile una loro maggiore frequenza e varietà.

Oltre alla simulazione principale, con la pubblicazione del gioco è stata aggiunta una chicca, la modalità Escape. Grazie al completo supporto allo Steam Workshop potremo scegliere una delle decine di migliaia di prigioni realizzate da altri appassionati e provare a fuggire. Sì esatto, il nostro obbiettivo sarà completamente ribaltato e vestiremo i panni di un neo-carcerato appena arrivato in un centro detentivo, che avrà appunto l'obbiettivo di fuggire.

Potremo reclutare altri reclusi, provocare risse, uccidere guardie e magari iniziare a scavare un tunnel nella nostra cella. Si tratta di una modalità secondaria abbastanza essenziale nelle possibilità offerte, che potrebbe alla lunga risultare ripetitiva, ma pur sempre in grado di divertire.

Prison Architect è allora un gestionale completo, profondo, curato sin nei minimi dettagli e con una modalità secondaria che ribalta le prospettive del titolo. Starà a noi capirne i meccanismi più raffinati dato che verremo buttati quasi subito nella mischia senza un'adeguata preparazione, ma alla fine le soddisfazioni non mancheranno. Un acquisto obbligato per ogni appassionato del genere e un dei gestionali più interessanti del 2015.

8 / 10

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In this article

Prison Architect

PS4, Xbox One, Xbox 360, PC, Mac, Nintendo Switch

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A proposito dell'autore
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Federico Chiesa

Contributor

Federico Chiesa è un appassionato di videogame la cui curiosità lo ha spinto a provarne di ogni tipo, cercando sempre nuovi mezzi per condividere questa grande passione. Il suo motto è “Non c’è provare, fare o non fare.”
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