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Might & Magic Heroes VII - recensione

Per chi è Might & Magic Heroes VII? La risposta è più semplice del previsto e l'abbiamo dopo appena qualche minuto di gioco: è una produzione che guarda dritto negli occhi gli appassionati della serie e li invita a un ennesimo giro sulla giostra che amano tanto. È il vostro primo approccio a uno di quei nomi che avete sempre sentito nominare? Occhio che non c'è il paracadute e si viene buttati subito nel vivo dell'azione: niente tutorial, niente consigli ma un filmato introduttivo e poi via a combattere mostri e raccogliere artefatti.

Ecco, il filmato, diciamo che non brilla per qualità e forse era meglio ripiegare su degli artwork o delle schermate statiche, visto che le scene fisse con la telecamera che ondeggia tra personaggi dall'espressione immobile sanno molto di lavoro lasciato a metà. Il doppiaggio (in Inglese) non è malaccio ma stona sentire le voci e vedere i modelli tridimensionali dei volti pietrificati. Un peccato visto che la storia, pur non travolgendo per beltà, è comunque godibile e le campagne che ci vengono proposte sono un minimo diverse l'una dall'altra sia per unità coinvolte, sia per tono della narrazione.

Impersoniamo uno per uno i membri di un consiglio di maghi e guerrieri, provenienti dagli elfi agli orchi passando chiaramente per gli umani, tutti impegnati a dare il loro parere al giovane imperatore che deve decidere il futuro del regno. Potremo controllare anche lui ma solo dopo aver prima giocato un paio di avventure, comunque brevi e piuttosto facili per i veterani.

Tecnicamente siamo di fronte ad un gioco molto semplice e viziato da parecchi bug, ma non mancano degli scorci comunque gradevoli.

Dicevamo che il neofita rischia a partire in quarta ma l'esperto non sarà spiazzato dalla difficoltà del gioco. La familiarità della costruzione sul fronte del gameplay, cercata dagli sviluppatori di Limbic Entertainment dopo essere intervenuti nello sviluppo del sesto capitolo (originariamente ad opera dei Black Hole Entertainment) che aveva lasciato tiepidi i fan a causa di problemi sia tecnici che di gameplay, è pensata proprio per quei giocatori che sanno già cosa aspettarsi.

Si ricomincia da capo, più o meno, con una struttura ridotta all'osso e priva di orpelli che non erano andati a genio ai puristi, e un gameplay che dunque da un lato è privo di colpi di scena, e dall'altro piacevolmente familiare. C'è la mappa del mondo da esplorare, c'è la gestione di strutture e unità, e ci sono i combattimenti a turni su griglie di quadretti.

Insomma, il cuore del gioco è il solito ma cosa differenzia questo settimo capitolo? C'è tutto quello che serve per far contenti i fan? Ecco, insomma, tutto tutto forse no. Prima di tutto affrontiamo il tema della facilità dell'esperienza: i veterani non avranno particolari patemi a proseguire lungo tutte le avventure e il rischio di avere un déjà vu è sempre dietro l'angolo. Come sono incontentabili questi giocatori, però: vogliono qualcosa di familiare e insieme nuovo? Esattamente, e l'impressione è che gli sviluppatori abbiano puntato molto sulla prima caratteristica a discapito della seconda, ma il vero problema è un altro.

I combattimenti sono chiaramente ambientati sulla solita griglia di quadretti, peccato che l'IA dei nemici sia fiacchina.

Più che altro è proprio la scarsa difficoltà a farsi notare, colpa di un'intelligenza artificiale che molto raramente è capace di ideare strategie convincenti, e il più delle volte sta lì a prendere schiaffoni dall'eroe di turno. Non mancano poi degli sbilanciamenti tra alcune unità (occasionalmente s'incontrano nemici "base" sorprendentemente potenti, altre ci sono unità d'elite che vanno giù nel giro di due turni) e movimenti poco furbi degli avversari sulla mappa, che spesso sembrano andare un po' a casaccio.

Un altro aspetto che non farà felici gli appassionati è nella scarsa personalizzazione degli eroi, che risultano tutti molto simili tra loro, e nella varietà delle quest che, avrete intuito, poi tanto varie non sono. Il gioco che abbiamo incontrato potrebbe comunque dare qualche ora di ossigeno a chi fosse veramente patito della serie, se non fosse per una discreta quantità di bug.

Cominciamo dalle difficoltà nell'installazione: non siamo riusciti a far partire il gioco con il codice Uplay ed abbiamo dovuto ripiegare su una versione fisica, ma anche in quel caso non sono mancati dei problemi che ci hanno lasciati non poco perplessi. Nonostante il comparto tecnico della produzione sia evidentemente lontano dal richiedere chissà quali configurazioni, Might & Magic Heroes VII è capace di mettere in ginocchio anche una configurazione medio alta, e soprattutto di rallentare altre operazioni pure dopo la sua chiusura.

A spasso per la mappa si incontrano artefatti e unità nemiche, ma le emozioni scarseggiano.

A questo dobbiamo aggiungere un paio di crash, e il fatto che parecchi giocatori stiano riportando esperienze ben peggiori della nostra, con tanto di gioco che si rompe dopo una missione e impossibilità a continuare. La sensazione di frettolosità nello sviluppo torna dunque dopo essersi palesata alla vista dei filmati che filmati non sono, e risalta nei dubbi sull'effettiva attenzione in fase di testing, e allora le speranze dei veterani della saga forse non sono poi così ben riposte.

Per chi è Might & Magic Heroes VII? La risposta è sempre quella iniziale, è un gioco che è pensato chiaramente per gli appassionati. Alla prova dei fatti però non abbiamo trovato quello che speravamo, a causa di bug vari e di una sensazione di poca pulizia generale. Il consiglio è di pensarci bene e valutare il proprio amore per la serie: non riuscite a farne a meno e volete assolutamente dargli una possibilità?

Magari riuscirete a godervi il viaggetto sperando che succeda come col sesto capitolo e le sue tante patch (che in effetti cominciano ad arrivare), mentre a tutti gli altri non possiamo che consigliare di pensarci bene prima di aprire il portafogli.

5 / 10

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.

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