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Dr. Langeskov, The Tiger, and The Terribly Cursed Emerald: A Whirlwind Heist - recensione

La rapina perfetta secondo il creatore di The Stanley Parable?

Eurogamer.it - Raccomandato medaglia
Una passeggiata, divertente e dissacrante ma capace di far riflettere. Più che un gioco è un'esperienza dietro alle quinte di questo medium

Negli ultimi anni c'è stato un vero e proprio boom di titoli molto spesso accusati di non essere dei videogiochi in senso stretto, a causa di un gameplay appena accennato ed estremamente minimale. L'ondata di indie che ha seguito questa impostazione si basa principalmente su tre pilastri, tre produzioni che hanno convinto buona parte della critica e suscitato l'interesse anche dei più scettici: Dear Esther, Gone Home e The Stanley Parable.

Si può affermare con relativa sicurezza che questi tre titoli abbiano dei punti in comune innegabili, a partire da un chiaro focus sullo storytelling fino ad arrivare a una narrazione ambientale più o meno marcata, ma al di là delle tanti similitudini questi giochi presentano delle qualità uniche e trattano dei temi molto diversi. The Stanley Parable, in particolare, può essere considerato come una sorta di curiosa riflessione sulla natura dei videogiochi e sul particolare rapporto tra i giocatori e il narratore, tra le scelte personali e ciò che la voce onnisciente che ci accompagna nel gioco vorrebbe che facessimo.

Questo titolo ha ottenuto un successo considerevole e occupa un ruolo di un certo peso nella cultura popolare (appare anche in un episodio della serie House of Cards) e di conseguenza i due nuovi progetti di Davey Wreden e William Pugh erano circondati da non poco interesse. Wreden ha pubblicato The Beginner's Guide mentre Pugh ha fondato la software house Crows Crows Crows e ha lanciato un curioso gioco completamente gratuito dall'improbabile titolo di Dr. Langeskov, The Tiger, and The Terribly Cursed Emerald: A Whirlwind Heist.

Da un grande storyboard derivano grandi responsabilità.

Un dottore dal nome misterioso e degno dei più famigerati scienziati pazzi, una tigre che deve necessariamente essere importante (è nel titolo!) e uno smeraldo maledetto. Degli ingredienti assolutamente azzeccati per un grande videogioco dedicato a una pericolosa rapina, almeno sulla carta. Solo sulla carta perché in realtà quella di Dr. Langeskov è un'esperienza che c'entra solo relativamente con una rapina, con un scienziato pazzo e con uno smeraldo maledetto dato che Pugh e soci hanno confezionato un'avventura che con The Stanley Parable e The Beginner's Guide forma un trittico di opere innegabilmente intrecciate.

Se da un lato The Beginner's Guide toccava corde decisamente più personali e mature, Dr. Langeskov sembra recuperare tutta la leggerezza e il divertimento che caratterizzavano The Stanley Parable. In questo gioco, infatti, si ride e anche parecchio grazie a una figura fondamentale che ricopre in un certo senso il ruolo di narratore, un personaggio tutt'altro che onnisciente ma che si ritrova in balia degli eventi esattamente come noi giocatori.

Parlare dell'aspetto narrativo di un gioco che fa proprio di questa componente il proprio cavallo di battaglia e che dura al massimo una quarantina di minuti è quanto mai complicato. Accontentatevi di sapere che Dr. Langeskov riprende alcuni temi della precedente opera di Pugh non proponendo però scene o finali alternativi causati dalle nostre azioni.

Ogni rapina che si rispetti ha bisogno di un caveau da svaligiare. Oppure no?

Per capire a cosa potreste andare incontro immaginate un videogioco come una sorta di spettacolo teatrale con un attore principale che occupa palco (il giocatore) e tante persone che dietro alle quinte permettono allo spettacolo di proseguire come previsto (gli sviluppatori). Cosa succederebbe se il giocatore si ritrovasse inaspettatamente dietro a queste misteriose e normalmente inaccessibili quinte e vedesse come funziona, almeno in teoria, un videogioco?

La prima opera targata Crows Crows Crows può spiazzare coloro che non conoscono i precedenti lavori di Pugh ma gli appassionati di The Stanley Parable riconosceranno senza alcun dubbio il gameplay semplice e elementare caratterizzato sostanzialmente da tre sole azioni: il movimento, la possibilità di accucciarsi e l'interazione con collezionabili, leve e pulsanti di vario tipo. Nulla di più semplice per un titolo che, come detto, può essere completato in appena una ventina di minuti, col rischio però di perdersi alcune chicche piuttosto interessanti.

Il nostro consiglio è, infatti, quello di rigiocare almeno una volta a Dr. Langeskov per approcciarsi in modo diverso alle richieste del "narratore", per esplorare con maggiore attenzione il mondo di gioco e per dare un'occhiata ai collezionabili (la maggior parte inutili e inseriti quasi per fare il verso alle produzioni moderne), capaci di strapparci più di qualche sorriso.

Fate attenzione ai collezionabili. Anche se non sembrerebbe, alcuni nascondono qualche chicca assolutamente imperdibile.

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, al di là di una grafica di discreta fattura, non possiamo che lodare il grande lavoro dei doppiatori e in particolare di Simon Amstell, protagonista assoluto con una recitazione davvero straordinaria e capace di trasmettere al meglio le emozioni di un personaggio che dipende in tutto e per tutto dalle nostre azioni, e che in quanto tale si ritroverà in più di un caso a supplicarci e a disperarsi di fronte al nostro disinteresse.

In conclusione abbiamo deciso di non affidarci alla classica valutazione numerica per questo titolo, a causa della sua particolare natura di esperienza molto breve e completamente gratuita, ma non possiamo che consigliarlo a tutti coloro che amino i videogiochi e ciò che essi rappresentano. Se conoscete il precedente lavoro di Pugh apprezzerete il suo inconfondibile stile; nel caso in cui siate dei neofiti, Dr. Langeskov, The Tiger, and The Terribly Cursed Emerald: A Whirlwind Heist potrebbe letteralmente aprirvi un mondo, divertirvi e lasciarvi con qualche piccola riflessione sulla natura stessa della vostra passione.