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Pokémon Super Mystery Dungeon - recensione

Vita da Pokémon, tra dungeon e abbuffate.

La saga di Pokémon Mystery Dungeon non si è mai dimostrata in grado di rivaleggiare con la serie principale dei simpatici mostriciattoli di GameFreak, ma ha comunque regalato qualche ora piacevole a chi era alla ricerca di una variante sul tema. Dopo i risultati mai eccezionali dei precedenti episodi, Nintendo e Spike Chunsoft hanno cercato di aggiustare il tiro con questo nuovo capitolo dello spin-off in salsa dungeon crawler, ottenendo risultati buoni ma non eccellenti.

In questa variante dei popolari JRPG il giocatore veste i panni di un umano trasformato in Pokémon e affetto da una misteriosa amnesia. L'obiettivo è collaborare con gli altri mostriciattoli per scoprire le cause della trasformazione e, soprattutto, per tornare al più presto umani, possibilmente riuscendo anche a completare una difficile missione per il salvataggio del mondo.

La grafia è estremamente colorata e perfettamente in linea con le atmosfere della serie. Nonostante questo, durante l'avventura non mancano i momenti cupi!

Dopo un breve test psicologico basato su una manciata di domande, Pokémon Super Mystery Dungeon assegna al giocatore un Pokémon principale e una compagna (tranquilli, si può comunque rifiutare l'offerta e scegliere liberamente). Nel nostro caso ci sono stati proposti Oshawott come personaggio principale e Pikachu come secondario, offerta che abbiamo accettato con una discreta serenità.

Una volta selezionati i personaggi ha inizio il gioco, che getta immediatamente l'utente nella mischia con un tutorial che, alla fin fine, si rivela essere davvero troppo lungo. Per cercare di spiegare a fondo ogni singolo elemento di gameplay, infatti, Mystery Dungeon accompagna per mano il giocatore per qualche ora, periodo in cui si affrontano i primi dungeon e si recuperano i primi Pokémon da sfruttare a proprio vantaggio.

Basta già solo il tutorial per rendersi conto che per ottenere i vari mostriciattoli non è necessario affrontarli e catturarli come da tradizione, ma si devono semplicemente portare a termine le missioni da essi proposte. Per poter ottenere i personaggi più potenti, tuttavia, sarà necessario prima aiutare tutti i loro amici più stretti, completando i link di una struttura "social" chiamata Interfera. Questo elemento è stato pensato per cercare di dare al gioco un ritmo ben preciso, ma funziona solo in parte visto che fin dall'inizio è possibile recuperare Pokémon di livello piuttosto alto rispetto alle missioni da affrontare.

I dungeon presenti nel gioco vengono generati proceduralmente per garantire varietà e imprevedibilità. Per affrontare le minacce presenti in ogni labirinto, tra creature da sconfiggere e trappole da evitare, è necessario conoscere a dovere la squadra di Pokémon a disposizione, operazione non certo semplicissima considerando che la selezione offre la bellezza di 720 mostriciattoli, praticamente l'intero catalogo realizzato fino a questo momento.

Starà a voi decidere se accettare la decisione basata sul test iniziale, o se scegliere liberamente il vostro Pokémon.

Dopo essere scesi nei labirinti è fondamentale gestire al meglio gli spostamenti lungo la griglia di gioco e l'uso degli oggetti a propria disposizione. Sono questi due elementi, infatti, quelli che più di ogni altro segnano il confine tra il successo e la sconfitta. I movimenti sul terreno di gioco vengono fatti in tempo reale, salvo poi diventare a turni in prossimità di eventuali avversari.

Questo permette al giocatore di gestire al meglio gli spazi per cogliere di sorpresa i bersagli e aprire le ostilità con il primo attacco. Per gestire al meglio danni e abilità è anche possibile cambiare istantaneamente l'ordine del gruppo, in modo da sfruttare nel miglior modo possibile le capacità di tutti i Pokémon a disposizione.

Dopo essersi preso una pausa con il precedente episodio, in questo Mystery Dungeon torna l'indicatore della fame, che sotto molti punti di vista si rivela piuttosto fastidioso. Più ci si muove all'interno dei labirinti, più l'indicatore della fame diminuisce. Quando si svuota del tutto, i membri del party iniziano a perdere punti vita col passare del tempo, costringendo a correre ai ripari. Per evitare che l'indicatore si svuoti è possibile ricorrere a oggetti di vario tipo, esattamente come accade per la cura delle classiche alterazioni di stato. Per affrontare un dungeon senza rischi, quindi, è fondamentale scegliere con attenzione quanti e quali oggetti portare con sé.

Considerando che il livello di difficoltà generale è abbastanza schizofrenico, con improvvisi picchi inappropriati in un gioco palesemente indirizzato a un pubblico giovane, organizzare al meglio la spedizione è fondamentale, a meno che non si vogliano perdere tutti i soldi e le risorse a disposizione. Per evitare d'incorrere una simile punizione è possibile affidarsi ai propri amici, richiedendo delle missioni di recupero via internet. In generale ci troviamo di fronte a un gioco che fatica a ingranare per un buon numero di ore, salvo poi finalmente decollare offrendo una buona dose di divertimento.

Attraverso l'Intersfera si può pianificare la via da seguire per ottenere un Pokémon specifico.

Dopo la prima metà dell'esperienza, infatti, è possibile godere di alcuni elementi capaci di migliorare nettamente l'esperienza. I dungeon svincolati dalla trama, per esempio, permettono di scegliere liberamente i propri Pokémon (operazione impossibile nelle missioni principali), e la varietà di quest aumenta sensibilmente.

L'esplorazione libera, inoltre, è svincolata dalle sequenze narrative che, anche se gradevoli e ben realizzate, hanno il difetto di non poter essere saltate e di essere posizionate dopo i salvataggi, dettaglio che rende particolarmente noioso dover ripetere alcuni scontri dopo essere morti.

Pokémon Super Mystery Dungeon è un gioco gradevole che riesce consolidare ulteriormente questo spin-off dedicato ai mostriciattoli di GameFreak. Si tratta comunque di un'esperienza dedicata a un pubblico relativamente giovane ma alcuni elementi di strategia più complessi permettono anche ai più grandicelli di divertirsi senza troppe pretese. La cosa più divertente, come sempre, è la possibilità di poter osservare da vicino il carattere di ogni Pokémon, dettaglio che rende l'intera avventura più divertente e stimolante.

7 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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