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American Truck Simulator - recensione

Camionisti e sogno americano.

Recita il detto: "il mondo è bello perché è vario". Aggiungerei che il mondo dei videogiochi è bello perché è ancora più vario e imprevedibile. Così capita che Euro Truck Simulator 2 nel 2013 venda più di due milioni e mezzo di copie, ottenga un Metacritic di 79 e, in generale, riscuota un grande successo di critica e di pubblico. Nasce una specie di piccolo genere, un pubblico di appassionati che si divertono a consegnare merci in giro per l'Europa guidando lenti e ingombranti camion, rispettando il codice della strada e accumulando denaro per ripetere l'operazione in maniera più efficiente o semplicemente più sfarzosa.

Se il mio tono sembra riduttivo, specifico subito che non intendo esserlo. Il gameplay di Euro Truck Simulator 2 è ben congegnato e affina al punto giusto quanto già provato col primissimo titolo. Soprattutto Euro Truck Simulator prova che guidare divertendosi non deve essere per forza un fatto legato alla velocità sfrenata, alla competizione o al cronometro; guidare in un videogioco può essere un esercizio di precisione, attenzione, pazienza e anche acume commerciale.

Così ora arriva un nuovo titolo della serie e, come si evince dal titolo, ci si sposta negli Stati Uniti, la patria delle strade che puntano verso l'infinito e dei viaggi avventurosi. La route 66, la celebre strada che unisce Chicago (Illinois) e Santa Monica (California), è solo una delle autostrade più pittoresche e spettacolari; potremmo aggiungere la Dalton (l'autostrada più pericolosa degli USA che da Fairbanks raggiunge Dead Horse, a pochi chilometri dal mare che delimita il confine nord dell'Alaska) ma l'elenco potrebbe continuare per parecchio.

Si trasporta di tutto in American Truck Simulator…

American Truck Simulator comunque decide di prendersela comoda e propone inizialmente due stati americani piuttosto appetitosi: la California e il Nevada. Nella prima trovate lo splendore della costa ovest, mentre nel secondo, oltre a Las Vegas, c'è il deserto con le sue strade polverose.

In questo scenario inizia la vostra carriera di camionista e vediamo di spiegare come funzionano le cose per chi non abbia mai giocato un titolo della serie. Si comincia da zero dollari. Consultate una lista di lavori freelance in cui usare un camion altrui, saltate su di esso e portate il rimorchio a destinazione. Sulla mappa vedrete i dettagli, il tempo necessario e stimato e il GPS vi indicherà la strada man mano che procedete. Fine della storia.

O meglio, fine della spiegazione, perché da qui alla consegna passa gran parte del gameplay di American Truck Simulator. Innanzitutto serve un minimo di programmazione, poi dovrete controllare quante miglia dovete compiere, verificare il vostro livello di stanchezza, il serbatoio e pianificare, perlomeno a grandi linee, soste per fare benzina e per riposarsi. Quindi si passerete alla guida del mezzo, al controllo della lunghezza del carico e, infine, vi metterete in viaggio.

Gli incroci, i momenti di maggior pathos di ogni corsa!

Se non avete mai guidato un camion, nella vita reale o in una simulazione, l'impatto sarà perlomeno sorprendente perché qualsiasi manovra necessità di una quantità extra di cura rispetto a un auto o a una moto; per questo ci sono gli specchietti ma è anche necessaria una vigilanza sempre attiva.

Poi ci sono i limiti di velocità, i semafori rossi, gli incroci, le collisioni con altri veicoli... tutte infrazioni che in ATS vengono prontamente sanzionate con multe estremamente salate (dai 600 ai 1500 dollari) e possono velocemente erodere fino a zero, e oltre, il ricavo di una corsa. Se tutto questo vi sembra noioso dovete sapere che in ATS c'è un rapporto di compressione piuttosto elevato che fa sì che una consegna per cui è necessario percorrere 500 miglia non necessiti più di una mezz'oretta di tempo. Vengono offerte corse più brevi ma anche più lunghe. Insomma scordatevi di addormentarvi al volante...

Certo, ci possono essere minuti che scorrono in maniera abbastanza vuota ma tra controllo della strada, del limite di velocità, del livello di benzina, della stanchezza e del traffico, c'è molto più da fare di quanto ci si aspetti. E quando si arriva a destinazione c'è anche una sorta di boss finale che vi darà non pochi problemi, perlomeno all'inizio della vostra esperienza: il parcheggio!

Se volete ottenere il massimo dei punti esperienza potete infatti scegliere di sganciare il rimorchio esattamente nella locazione desiderata dal committente che, inutile dirlo, è spesso in un luogo a dir poco complicato e che potrà costarvi l'ingresso in paradiso per le imprecazioni...

Albe, tramonti, notti intere: la vita del camionista non conosce orari!

Se poi malgrado tutto ciò vi annoiaste ancora, potete sempre accendere la radio, fedele compagna di ogni trucker. Il gioco offre la possibilità di puntare su una directory contenente pezzi personali oppure utilizzare una delle internet radio da una lista preconfezionata. In alternativa, potete editare il file di configurazione e inserire voi stessi la vostra internet radio preferita.

Ma dicevamo che è anche possibile fare qualcosa di diverso rispetto a lavori freelance con mezzi altrui... ATS contiene infatti, come il suo predecessore, anche una parte manageriale in cui possiamo acquistare il nostro camion (indebitandoci con una banca, se serve), accessoriarlo come desideriamo e scegliere tra una lista di lavori più folta e interessante dedicata a chi si è messo in proprio. Ma non solo... potrete anche assumere guidatori, comprare altri camion e mettere in piedi una vera e propria flotta che vi farà guadagnare denaro a volontà. A quel punto potrete acquistare depositi e ampliare il vostro business in diverse zone.

Insomma ATS non è solo un simulatore di guida ma anche un manageriale in cui la carriera viene premiata con sblocchi di accessori vari e la crescita di una struttura imprenditoriale che può potenzialmente diventare davvero enorme. Oltre a questo, anche il vostro driver cresce di livello e acquisisce punti esperienza che potrete distribuire su sblocchi diversi come tipi di merce (fragili, preziosi), lunghezza delle tratte, trasporti particolari (esplosivi ad esempio) e corse urgenti.

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A livello grafico il gioco migliora decisamente il livello di dettaglio del suo predecessore e svolge un buon lavoro nella rappresentazione degli scenari. La varietà dei panorami è ottima e guidare centinaia di miglia (benché compresse) è un piacere per il solo fatto di guardare fuori dal finestrino e veder scorrere i paesaggi. Certo i modelli sono tutti crudi e approssimativi ma si tratta del giusto livello di dettaglio se l'uso che se ne fa è limitato a passarci a distanza a 50 miglia orarie di velocità.

I modelli dei veicoli sono invece solo discreti. Si è usato lo stesso metro applicato per i panorami ma i veicoli sono sempre più vicini e facilmente ispezionabili dall'occhio umano, quindi il livello di precisione risulta spesso insufficiente. Buona invece la realizzazione dei camion, sia nella parte basica sia negli accessori e negli interni.

Purtroppo l'interfaccia manageriale è rimasta la medesima del titolo originale e in questo siamo decisamente lontani da livelli di eccellenza, o perlomeno da livelli auspicabili da un team che ha venduto milioni di copie col primo episodio della serie. La funzionalità c'è, per carità, ma il livello di sofisticatezza dell'intera interfaccia sembra uscito da un software gestionale di dieci anni fa.

In generale ATS è un titolo divertente e ben realizzato, che offre un "more of the same" utilizzando tutto ciò che di buono aveva fatto il titolo originale, ma anche tutto ciò che aveva fatto di meno bene. In particolare il team di sviluppo ha deciso di non rischiare di rompere il giocattolo inserendo innovazioni particolari; la gran parte del suo pubblico sarà soddisfatta ma niente ci toglie dalla testa che col successo del primo episodio in tasca, si potesse fare qualcosa di più.

7 / 10

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Davide Pessach

Contributor

Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.
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