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Obliteracers - recensione

Un party game colorato per sfidare all'ultimo sangue gli amici.

Se quello che state cercando è un gioco di corse alla Mario Kart: zeppo di power-up utili per ostacolare gli avversari e arrivare primi al traguardo, potreste restare tanto delusi quanto sorpresi nello scoprire la vera natura di Obliteracers. L'opera prima dello studio indipendente australiano Space Dust Studios, registrato internazionalmente come Varkian Empire, non è infatti esattamente un gioco di corse ma piuttosto una colorata arena di guerre su strada.

In Obliteracers l'unico obiettivo del giocatore al volante è fondamentalmente distruggere gli avversarsi attraverso diverse manche, in modo da accumulare punti e guadagnarsi la vittoria della partita. Non ci sono traguardi da superare per primi, ma solamente nemici da far saltare in aria o da buttare fuori strada sfruttando i potenziamenti disseminati in pista. Pur non trattandosi di gare nella loro accezione classica è comunque rischioso rimanere troppo indietro, visto che anche in questo caso si potrà essere eliminati. Questi principi generali vengono poi declinati in quattro modalità più specifiche, con regole diverse tra loro.

La modalità Eliminazione è un classico deathmatch tutti contro tutti, in cui si guadagna un punto per ogni avversario tolto di mezzo. Se si viene sconfitti da un nemico non è possibile tornare in gioco prima della fine del round, che si conclude quando rimane in vita un solo giocatore. Al contrario, nella modalità Endurance si ritorna immediatamente in gioco in seguito alla morte, senza dover attendere la fine del confronto.

Sopravvivenza è invece una modalità più simile a last man standing, in cui un punto viene assegnato solo al giocatore che riesce a rimanere per ultimo in vita al termine della manche. L'unica modalità che rende Obliteracers più simile ad un gioco di corse vero e proprio è Leader, visto che lo scopo in questo caso è fare di tutto per rimanere in testa. Il motivo è semplice: solo il giocatore al primo posto otterrà i punti guadagnati da qualunque sfidante eliminato dietro di sé.

La modalità campagna singleplayer offre qualche ora di divertimento, ma il gameplay immediato non necessita di troppi allenamenti per essere padroneggiato a dovere.

Obliteracers punta tutte le sue carte sulla competizione, non tanto in senso agonistico, quanto più sul lato dello svago leggero e caotico da party game. La particolarità che salta subito all'occhio è la possibilità di giocare in compagnia di altri quindici avversari in carne ed ossa, ma anche controllati dall'intelligenza artificiale. I cinque sviluppatori australiani sono stati in grado di impacchettare un titolo che offre divertimento soprattutto ai compagni di merende seduti di fronte al monitor, visto che la modesta comunità online non offre spesso lobby a cui unirsi.

Il gioco di Varkian Empire riesce però a regalare spassosi momenti in compagnia dei propri amici, grazie ad una modalità multigiocatore locale che, anche in questo caso, supporta fino a sedici sfidanti. Va comunque detto che partite con più di dodici giocatori risultano fin troppo caotiche, rischiando di minare la naturalezza del gameplay stesso, di base accessibile ed immediato. Ad accentuare la folle giocabilità ci pensano anche decine di modificatori selezionabili prima delle partite.

Se trovare un numero elevato di controller per giocare in compagnia potrebbe rivelarsi un bel problema, non disperate: anche le tastiere dei portatili, gli smartphone e i tablet possono essere sfruttati per guidare le proprie vetture, sebbene la manovrabilità nell'ultimo caso ne risenta raggiungendo livelli di quasi inutilizzabilità. Tra tutte le modalità, quella più adatta alle serate in allegria è senza ombra di dubbio Endurance, per cui nessuno rischia di rimanere fermo con il controller in mano.

In un gioco di questo genere non ci si può esimere dal commentare il level design delle piste, che spesso da solo è in grado di regalare grandi sorprese. Le sfide all'ultimo sangue di Obliteracers si svolgono fondamentalmente su quattro diversi tracciati che, grazie alle condizioni atmosferiche variabili e alle varianti reverse, offrono dodici mappe differenti tra loro.

Le piste sono ben disegnate, con salti e curve a gomito che possono rivelarsi armi a doppio taglio.

Anche se a livello di numeri le piste potrebbero non sembrare troppo varie, lo stile di gioco forsennato e adrenalinico pone di fatto in secondo piano il level design stesso, che pur non risultando particolarmente originale è comunque azzeccato e utile al divertimento. Le strade sono infatti ben progettate, con salti e curve strette che possono mettere a rischio la vita del giocatore o rivelarsi ottimi strumenti da sfruttare per mettere fuori gioco gli avversari.

La grafica scelta dagli sviluppatori, un design in cel shading cartoonesco e saturo di colori vivaci, si dimostra purtroppo convenzionale e scontata. Se da una parte Varkian Empire non ha dimostrato coraggio su questo fronte, dall'altra la grafica fa il suo mediocre dovere, buttando fin da subito il giocatore in un contesto di divertimento spassoso e senza troppi pensieri.

Il questo quadro stilistico da cartone animato s'inseriscono perfettamente i sedici personaggi stereotipati, nati da un lavoro di character design ispirato alle tipiche guerre di strada post-apocalittiche. Anche in questo caso, tra robot e animali alieni antropomorfi, l'unica critica da muovere agli sviluppatori è lo scarso coraggio o la carenza di idee originali. I sedici personaggi disponibili sono infatti riconducibili fondamentalmente a quattro modelli quasi identici a cui sono state apportate modifiche estetiche marginali, così come accade per i relativi veicoli.

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Obliteracers è stato in sostanza progettato dal team di Varkian Empire come un party game a tutti gli effetti: simile ad un kart racing game riesce però a distinguersi con la propria anima originale. Senza traguardi da superare lo scopo ultimo è infatti solamente quello di mettere fuori gioco gli sfidanti.

Se il titolo si presenta immediato e divertente in solitaria, dà il meglio di sé in compagnia dei propri amici, grazie ad un'ottima modalità multigiocatore locale. È solo un peccato che il gioco non abbia una comunità sufficientemente viva da poter promuovere anche la componente online.

7 / 10
Avatar di Pier Giorgio Liprino
Pier Giorgio Liprino: Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.

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