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Punch Club - recensione

Più forte di Rocky, più vendicativo di Steven Seagal.

Prima regola del Punch Club: l'allenamento fa la differenza tra una sonora ripassata e una vittoria che può determinare la fine della Guerra Fredda. Seconda regola del Punch Club: bisogna abbondare con le citazioni, così che ogni ambientazione, dialogo e personaggio non siano altro che un meraviglioso tributo a certi film e serie TV di fine Anni '80 e inizio Anni '90. Terza regola del Punch Club: non esiste nessun Punch Club.

Già, nessun gruppo, palestra o società di allegri e promettenti lottatori in cerca della propria occasione. Il protagonista di questo RPG/gestionale è un tipo solitario, tutto preso dalla sua voglia di vendicare il padre dopo averlo visto morire davanti ai suoi occhi. Il nemico non ha volto, né nome, ma qualcosa gli suggerisce che proseguendo sulle orme paterne, incentrando la propria vita sulla boxe e sui combattimenti in generale, prima o poi arriverà l'occasione per riscattarsi.

L'indifeso infante, suo malgrado testimone di un efferato omicidio, è ora grande abbastanza per vivere da solo e badare a sé stesso. La saga di The Sims, del resto, ha aiutato un po' tutti non appena abbiamo deciso di abbandonare i genitori e metterci in proprio, ricordandoci di ritagliare del tempo per mangiare, dormire quanto basta, fare i bisognini quando necessario. I ragazzi di Lazy Bear Games, minuscolo team di sviluppo con base in Russia e responsabile del gioco, non fanno evidentemente eccezione, dal momento che hanno scelto un approccio molto simile a quello inaugurato dalla saga di Maxis.

Per quanto sia un semplice orpello utile a giustificare le tante fatiche del protagonista, la trama di Punch Club è sufficientemente interessante grazie ai tanti siparietti comici che la vivacizzano di continuo.

Ogni giornata virtuale dovrete preoccuparvi, prima di tutto, di mantenere in salute l'avatar. Pizza e bistecche per lo stomaco, un pisolino per recuperare le forze, un po' di tv o un'uscita con un amico per tenere alto l'umore. Tutte attività che potete svolgere direttamente a casa, facendo una capatina al bar qualche isolato più in là, oppure passando dal supermercato aperto ventiquattrore su ventiquattro e gestito da un certo Apu,. Ogni location è raggiungibile attraverso la mappa e se il bus vi farà risparmiare tempo prezioso, dovrete comunque preoccuparvi di pagare il biglietto.

Ed ecco che le cose si complicano, perché per vivere bisogna anche lavorare. Il cantiere è sempre in cerca di volenterosi operai, ma si può optare per un meno stancante (e remunerativo) part-time come pizza pony. Gli impegni sono relativamente tanti, ve ne renderete conto presto, ma l'imperativo è allenarsi: trovare più tempo possibile per la palestra, in modo da essere pronti quando il ring chiamerà. Altri parametri da tenere in grande considerazione sono quelli relativi alla forza, che determinano la potenza dei colpi, l'agilità, imprescindibile per parare e schivare le offensive nemiche, resistenza, che pregiudica la cadenza di calci e pugni che potete scatenare sull'avversario ad ogni round.

Sollevando pesi e correndo sul tapis-roulant si sviluppano muscoli e riflessi, ma c'è una scoraggiante costante: finché non sbloccherete determinate abilità nel complesso e intricato skill-tree che determina poteri e statistiche del personaggio, i giorni in cui non vi allenerete vedrete progressivamente calare ogni parametro atletico. Motivo più che valido per programmare nei minimi dettagli la propria giornata, soprattutto in vista dei vari incontri che da semplice dilettanti in erba, vi tramuteranno (o almeno dovrebbero tramutarvi) in un peso massimo rispettato e temuto da chiunque. Del resto, presentarsi all'evento tanto atteso senza aver recuperato energia o, peggio, ancora infortunati dai colpi subiti nell'incontro precedente significa poter contare su una barra di salute compromessa sin dall'inizio.

Un certo Mick (altra chiara citazione), vi farà da mentore. Quanti oggetti contenuti nel suo ufficio, appartenenti ad altre saghe e film, riuscite a riconoscere?

Non è facile barcamenarsi tra i tanti impegni. Serve pazienza e la piena consapevolezza che di tanto in tanto bisogna concedersi una pausa, qualche giornata spesa ad accumulare denaro o in compagnia di un buon amico con cui bersi qualche birra. Farsi prendere dalla foga, magari memori del vecchio Punch-Out in cui gli incontri si susseguivano senza lunghi preamboli nel mezzo, equivale a subire sconfitte a ripetizione. L'anima ruolistica e quella strategica si fondono in un tutt'uno che dona all'esperienza ritmi relativamente bassi. Ogni mossa va attentamente pianificata, ragionata, inserita in un programma più ampio che preveda persino qualche match finito male, comunque utile per accumulare gettoni con cui sbloccare nuove abilità.

Anche sul ring, il gameplay rimane ancorato alle stesse linee guida, rendendovi impotenti testimoni dello scontro tra boxeur. L'esecuzione di offensive, schivate e parate è totalmente e unicamente determinato dalle statistiche dei personaggi in gioco. L'unica interazione consentita riguarda la scelta del set di mosse, opportunamente riconfigurabile tra un round e l'altro. Alla lunga ci si può annoiare di restare completamente immobili durante gli scambi di calci e montanti, ma lo spessore tattico insito in queste fasi non va comunque sottovalutato.

A seconda di come si è deciso di sviluppare il proprio personaggio e del tipo di avversario che si sta affrontando, la strategia da adottare può cambiare radicalmente. Si può optare per un match di logoramento, basato sulla difesa, in attesa del momento più propizio per sfoderare potenti montanti con cui mandare al tappeto il nemico. Oppure si può decidere di assalirlo sin dal primo round, dando fondo alle scorte di stamina, per far sì che l'alterco duri il meno possibile. In questo senso si scopre un gameplay profondissimo, che continua a ravvivarsi di continuo in combinazione con l'intricato skill tree che doneranno al protagonista nuove mosse, tattiche e stili di combattimento.

Oltre alle leghe ufficiali, affronterete brutti ceffi in combattimenti illegali o per difendere il portafogli quando minacciati da qualche bullo incontrato per strada.

Tirando le somme, Punch Club pretende molto dall'utente, ma è anche un gioco in grado di fornire numerose ore di divertimento. Soffre di una certa ripetitività di fondo e pretende una ferrea organizzazione per non essere fagocitati dalle meccaniche ludiche che mischiano la gestione dei bisogni fisiologici del protagonista in sitle The Sims, con l'imperativo di allenarlo costantemente in vista degli incontri.

La grafica in stile 16-bit, le tantissime citazioni a film e serie TV del passato, l'orecchiabilissima soundtrack impreziosiscono un gioco persino assuefacente, ma certamente non adatto a tutti. La progressione è fin troppo lenta, intermezzata com'è da lunghi momenti in cui occuparsi delle urgenze primarie del nostro e da cocenti sconfitte che sembrano non portare a nulla. Non tutti, inoltre, potrebbero trovare appassionante un combat system che limita l'interazione dell'utente alla scelta della strategia da adottare.

In ogni caso fortunatamente, chi ama il genere e non è spaventato dall'idea di avere a che fare con un gioco dai ritmi compassati non potrà che godere di un gameplay profondissimo che si schiude a poco a poco.

8 / 10

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A proposito dell'autore
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Lorenzo Fazio

Contributor

Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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