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Wolfenstein: The Old Blood - Reloaded

Nazisti di recupero in versione finto-DLC.

Avevamo riparlato giusto un anno fa, con una certa soddisfazione, degli ottimi risultati di critica e di pubblico ottenuti da Wolfenstein: The New Order. Un gioco vecchio stampo ma fatto talmente bene da riuscire a solleticare perfettamente la nostalgia degli appassionati di sparatutto e probabilmente anche la voglia di qualcosa di nuovo del pubblico più giovane che non era mai andato oltre gli ultimi Call of Duty. L'ottimo lavoro svolto da MachineGames con il primo capitolo non era passato inosservato e il buon successo in termini di vendite con quattro milioni di copie vendute per tutte le piattaforme della nuova e vecchia generazione era una spia decisamente indicativa di quanto ci fosse ancora spazio per gli sparatutto vecchia maniera.

Nemmeno il tempo di stappare lo spumante che Bethesda, a fine 2014 aveva commissionato a MachineGames un'espansione standalone che sapeva tanto di seguito sotto mentite spoglie. S'intitolava, nemmeno tanto sorprendentemente, Wolfenstein: The Old Blood. La storia principale si staccava da quella di The New Order proponendosi come un prequel che cambiava quasi completamente il punto di vista della trama. La Seconda Guerra Mondiale si concludeva con la sconfitta degli alleati in una realtà alternativa dove il nostro William "B.J." Blazkowicz, dopo lunghi anni di coma, veniva risvegliato per scoprire che i nazisti comandavano su buona parte del pianeta.

A lui il compito di colpire al cuore della macchina da guerra nazista e dare il via a un rovesciamento dell'ordine mondiale molti anni dopo quanto accaduto nella realtà. Originariamente The Old Blood avrebbe dovuto essere una serie di DLC a pagamento di The New Order, ma ben presto, considerata la bontà del progetto e la qualità generale degli asset utilizzati, si decise comprimere i due DLC in programma fino a quel momento in un unico prodotto espandendoli considerevolmente per arrivare a ottenere una decina di ore di scarse di gameplay e proporre il gioco come un prequel alternativo completo.

Il trailer ufficiale di Wolfenstein: The Old Blood.Guarda su YouTube

Al momento del lancio, a marzo del 2015 non si sono riscontrati particolari problemi tecnici su tutte le piattaforme per cui è stato pubblicato, ovvero PC, Xbox One e PS4. Una conseguenza della conoscenza del team di sviluppo dell'id Tech 5, lo splendido motore grafico di Id Software realizzato da John Carmack prima di lasciare l'azienda per diventare il CTO di Oculus VR. E infatti nell'immediato non sono arrivate patch di particolare rilievo se non alcune rifiniture di poco conto su Steam che hanno riguardato soprattutto alcuni aspetti grafici e poco altro. Trattandosi di un titolo solo singleplayer senza DLC, non ci sono particolari novità da segnalare per quanto riguarda il postvendita se non la presenza delle sfide su determinate mappe che hanno permesso agli utenti di confrontarsi sulle classifiche online e scoprire chi era l'antinazista più efficiente del pianeta.

All'epoca della nostra recensione, il nostro Filippo Facchetti si era accorto di come Wolfenstein The Old Blood fosse un valido prequel, anche se la qualità e longevità a tutto tondo del suo predecessore erano di un livello superiore. Appunti da muovere senza troppa convinzione tuttavia visto che mentre the New Order era stato venduto inizialmente a prezzo pieno, The Old Blood era stato subito proposto a prezzo scontato e questo aveva aiutato in buona misura a confermare un meritato otto in pagella. Nell'anno trascorso non sono stati pubblicati contenuti aggiuntivi quindi l'unico aspetto degno di nota riguarda il successo di vendite che è stato piuttosto scarso.

I rilevamenti di VGChartz sono infatti piuttosto impietosi nel mettere a confronto il il successo di The New Order e i suoi tre milioni e mezzo di copie vendute con le cinquecentomila copie scarse di The Old Blood. Bethesda indubbiamente sperava in qualcosa di meglio visti i presupposti da cui si partiva: indubbiamente la scelta di realizzare solo le versioni console next-gen e PC e non quelle PS3 e Xbox 360 ha penalizzato di non poco le vendite, ma la verità è che paragonando la piattaforma meglio performante in prima battuta, ovvero PlayStation 4, la flessione è stata netta e incontrovertibile.

Il gameplay è decisamente vecchio stile, ma ancora molto efficace. Buona parte del divertimento è agli alti livelli di difficoltà e dalla varietà delle armi.Guarda su YouTube

I motivi possono essere diversi: sicuramente il fatto che si sapesse già in anticipo che si trattava di un DLC poi convertito in un gioco completo ma di durata inferiore, ha contribuito a smorzare l'interesse che aveva caratterizzato The New Order. In seconda battuta il battage pubblicitario da parte di Bethesda è stato inferiore, come diretta conseguenza di un budget da DLC e non da gioco completo. In terzo luogo, anche le valutazioni della critica leggermente inferiori rispetto a The New Order hanno contribuito a raffreddare gli entusiasmi di chi si era lasciato trasportare dalla nostalgia in prima battuta o aveva apprezzato un ritorno a un passato talmente lontano da non averlo mai sperimentato.

Trattandosi di un gioco solo singleplayer tuttavia, la quantità del venduto non influenza in alcun modo la fruizione della campagna; le scarse vendite hanno infatti avuto l'effetto di mandare fuori dai gangheri i capoccia di Bethesda, ma anche l'effetto collaterale di far abbassare velocemente il prezzo di vendita che già al lancio era contenuto ed ora è sceso ulteriormente. Le versioni PS4 e Xbox One si trovano facilmente negli store di vari retailer a venti euro mentre quella PC anche a meno, circa quindici/sedici euro. Per la qualità complessiva e consistenza del divertimento che questo offre, un prezzo più che adeguato per uno sparatutto capace di intrattenere in modo solido e divertente per le dieci ore scarse di gameplay che garantisce.

Se Wolfenstein: The New Order vi aveva fatto impazzire, l'acquisto di The Old Blood è praticamente obbligato anche se ovviamente si tratta di un evidente more of the same che ci sentiamo di consigliare anche a chi apprezza gli sparatutto vecchia scuola e non ha ancora avuto l'occasione per un amarcord. Se invece avevate fatto fatica a concludere il primo capitolo o state cercando un FPS diverso dal solito dove investire venti euro allora lasciate pure Wolfenstein The Old Blood sul suo scaffale; rimane solo da sperare che questo flop di vendite non tarpi le ali ad un eventuale seguito di cui già corre voce Bethesda e Machine Games siano al lavoro già dalla scorsa estate.