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Davvero Switch è una console 'principalmente domestica'? - editoriale

Nintendo prova a tutelare il 3DS ma rischia di sabotare Switch.

In questi giorni Nintendo non perde occasione per ribadire alla stampa e agli appassionati che Switch è principalmente una console 'domestica'.

Si tratta di un messaggio sostenuto con insistenza sin dalla diffusione del primissimo trailer di annuncio, ma che continua ad apparire piuttosto singolare: al di là delle tante parole spese da Reggie Fils-Aime e soci per affermare il contrario, infatti, è chiaro a tutti che Switch non è affatto una console "domestica".

Per l'insieme delle sue caratteristiche, quello creato da Nintendo è oggettivamente un sistema ibrido a tutti gli effetti, che può essere impiegato dagli utenti nel modo che essi preferiscono: sempre collegato alla dock oppure, se lo si desidera, totalmente mobile, senza mai nemmeno vedere il televisore di casa.

Questo è il suo primo punto di forza, il suo più grande tratto di unicità, ed è un paradosso che l'azienda che dovrebbe spendersi con tutte le sue energie per esaltarlo al meglio stia in realtà tentando di minimizzarlo, proponendo in sostanza Switch come una sorta di Wii U 2.0, una console da utilizzare soprattutto in casa, con l'unico vantaggio di non essere più limitati dal raggio d'azione del GamePad.

Se Switch è una console 'principalmente domestica', perché il trailer di presentazione la mostra soprattutto utilizzata in mobilità?

Il motivo alla base di questa rischiosa ambiguità è palese: Nintendo sta tentando di prolungare la vita e di tutelare le vendite del suo 3DS, l'unica piattaforma in buona salute che attualmente ha sul mercato, in attesa di scoprire se Switch sarà ricevuto con favore dal pubblico o meno. In effetti, decretare l'uscita di scena di 3DS e Wii U contemporaneamente, per affidare tutto il proprio futuro ad un solo prodotto i cui margini di successo sono del tutto ignoti, è molto pericoloso. Per molti versi è comprensibile che Kimishima e soci siano tentati di combattere questa battaglia restando sulla difensiva.

Il problema è che Nintendo non è più nella posizione di poter giocare in difesa: dopo il tonfo del Wii U, ha infatti il bisogno assoluto di riaccendere la fiducia dei suoi consumatori e del mercato in generale, dimostrandosi tonica, aggressiva e persino pronta a rischiare il "tutto per tutto", se ciò sarà necessario. In fondo, devono essere queste più o meno le considerazioni che hanno portato alla nascita stessa di Switch, un prodotto radicalmente innovativo e dunque, per definizione, una scommessa.

Le attuali incertezze comunicative, invece, rischiano di inviare al pubblico un messaggio sbagliato e controproducente: quando Nintendo propone Switch come una console domestica, è consapevole del fatto che in tal caso si tratterebbe della console domestica più costosa e meno performante sul mercato? Per dirla con le parole dei nostri colleghi del Digital Foundry, "Switch è impressionante come portatile ma deludente come hardware casalingo". Ridimensionare il punto forte per concentrare tutto sull'aspetto più debole non sembra una scelta di marketing saggia.

I numeri parlano chiaro e potrebbero spiegare il motivo per cui Nintendo propone Switch come erede diretto solo del Wii U, e non anche del 3DS.

I perché di questa "debolezza" in ambito domestico sono facili a vedersi: Switch è meno potente di PS4 e Xbox One, costa 30-80 euro in più, ha uno storage integrato risicatissimo rispetto alla concorrenza (32GB) e nella confezione non include nemmeno un controller tradizionale, che va comprato a parte per la bellezza di 70 euro (il costo degli accessori, chiaramente, è un altro problema di Switch). Il tutto senza nemmeno citare il fatto che Switch non sembra godere, al momento, di un grande supporto da parte dei maggiori sviluppatori di terze parti, come ormai è tradizione per gli hardware domestici di Nintendo. In quest'ottica ci sarebbero tutti gli ingredienti per ripetere esattamente il disastro del Wii U.

Per fortuna non credo che Kimishima e soci siano tanto scellerati da creare una console così unica e innovativa per poi spacciarla per un hardware tradizionale: sono piuttosto convinto, anzi, che gli aspetti "ibridi" di Switch verranno presto alla ribalta. A cominciare dall'uscita di titoli tradizionalmente riservati alle portatili di Nintendo (Pokémon su tutti, ma anche Mario & Luigi e magari, chissà, anche un bel Metroid 2D), a dimostrazione del fatto che gli studi di sviluppo interni stanno davvero convergendo sulla creazione di giochi per un'unica piattaforma: la sinergia perfetta per consentire finalmente un afflusso costante e abbondante di titoli di qualità.

Perché questa visione abbia una chance di concretizzarsi realmente, e Switch possa affermarsi sin da subito facendo leva su quella che è la sua vera forza, c'è però bisogno di sacrificare sull'altare del futuro il 3DS, ammettendo che si tratta di una piattaforma ormai sul viale del tramonto, concedendole un onorevole pensionamento e spiegando con chiarezza che, sì, Switch è l'erede anche del 3DS. È proprio in virtù di questo, della sua incredibile e innovativa natura di console "ibrida" al 100%, capace di sostituire 3DS e Wii U contemporaneamente, che dobbiamo accettare il fatto che costi un po' di più e sia un po' meno potente di PS4 e Xbox One.

Perché non abbattere il costo di Switch vendendolo anche in configurazione 'portatile', senza dock, a 249 euro? Nintendo avrà preso in considerazione la possibilità?

Certo, il prezzo di 329 € non aiuterà a imporsi sul mercato portatile, che tradizionalmente propone prodotti ben più economici, ma se Nintendo continuerà a dichiarare che Switch è una console domestica e coesisterà a lungo con il 3DS, allora rischierà di dimezzare il potenziale del suo nuovo hardware e di consegnarsi mani e piedi legati a chi la accusa di aver creato l'ennesimo prodotto depotenziato.

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Luca Signorini

Contributor

Luca gioca e scrive da quando ha scoperto le meraviglie del pollice opponibile. È giornalista ma soprattutto appassionato; non gli toccate Metroid, Stallone, i Black Sabbath e la carbonara e sarete suoi amici per sempre.

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