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Alone With You - recensione

La difficile vita dell'ultimo sopravvissuto di una colonia spaziale.

Epsilon Eridani avrebbe dovuto essere l'ennesima scommessa vinta dal genere umano, un'altra colonia ricca di risorse e opportunità, per quanto situata in un angolo remoto della galassia, pronta ad accogliere chiunque fosse in cerca di una vita completamente nuova, di un riscatto personale, di una sfida con cui misurarsi. Non era la prima volta che si tentava la terraformazione di un pianeta non propriamente idoneo alla vita, né che si dovessero fare i conti con condizioni atmosferiche avverse.

Impronosticabile, tuttavia, una débâcle del genere. Piogge acide e temperature ben oltre la soglia di guardia hanno prevalso sulla tecnologia, sull'addestramento dei singoli, sulla determinazione di scienziati e tecnici risoluti nel rendere quel mondo ostile un piccolo paradiso terrestre.

Il protagonista del gioco è rimasto completamente solo. I suoi colleghi e amici sono morti, uno dopo l'altro, mentre la base in cui è rifugiato perde un pezzo alla volta, rendendo sempre più complicata la sua sopravvivenza. Non c'è più nulla da salvare, da riattivare, da sistemare. Epsilon Eridani è persa, finita, fallita.

Se sulle prime vi sembrerà di avere una certa libertà di scelta, ma nel corso dell'avventura vi accorgerete che in realtà potrete solo seguire un unico sentiero prestabilito.

L'I.A. che gestisce l'unica struttura che in qualche modo si regge in piedi, ha attivato il protocollo d'emergenza e si è imposta un ultimo compito prima di capitolare anch'essa: salvare l'ultimo sopravvissuto, fargli riguadagnare il firmamento, affinché possa ricongiungersi alla flotta terrestre che, vista la notevole distanza del pianeta dalle normali rotte, non possono in alcun modo recuperarlo e soccorrerlo.

Alone With You è per definizione un'avventura grafica. La sua immanenza, tuttavia, non si annida tra le meccaniche di un gameplay volutamente inesistente, inconsistente, fondamentalmente impalpabile. Benjamin Rivers, già autore di Home, nonché sviluppatore del titolo, ha infuso il suo tocco magico altrove, in una trama che prende molto sul serio il tema della solitudine, del rapporto tra umani e robot, del discriminante che individua e definisce la coscienza di sé.

L'eroe di questa epopea sci-fi non ha volto, nascosto e protetto dal casco, né voce. Consapevole di non potercela fare da solo, si lascia guidare pedissequamente dall'I.A., indispensabile alleato per recuperare i componenti utili a lasciare il pianeta prima che sia troppo tardi.

Nonostante non siano previsti veri e propri bivi narrativi, le risposte che darete agli ologrammi modificheranno il loro rapporto con il protagonista, rendendo più o meno complicato ottenere il loro aiuto.

La sua routine è contrassegnata da poche ore di sonno, da escursioni nei vari centri di ricerca sparsi nei dintorni e da intense conversazioni nel cuore della notte con gli ologrammi dei vecchi collegi morti da tempo, raffinate intelligenze virtuali informatizzate, modellate e create a partire da registrazioni e dalle analisi biologiche compiute durante il viaggio che ha portato i coloni su Epsilon Eridani.

L'esperienza, insomma, si divide in due sezioni ben distinte. Durante il giorno, il nostro può raggiungere una destinazione tra quelle selezionabili sulla mappa ed esplorare il complesso di turno per trovare i componenti che gli servono e, magari, imbattersi in qualche documento che testimonia, drammaticamente, la lenta e angosciante morte dei vari componenti della spedizione. In queste fasi, Alone With You è a tutti gli effetti un'avventura grafica, nonostante gli enigmi proposti siano elementari, quando non completamente inesistenti.

Basta osservare attentamente ogni ambientazione per scovare i pochi elementi con cui è possibile interagire. Non si tratta di comprovare le proprie abilità con i rompicapo, quanto di immergersi in scenari che parlano di piccoli e grandi tragedie, nel tentativo di ricomporre la biografia di alcuni membri della colonia, spesso sino a trovarne il cadavere già in decomposizione.

Anche l'I.A. che vi aiuterà passo dopo passo, nel corso delle missioni, cambierà modo di rapportarsi al protagonista, tramutandosi lentamente in qualcosa che si potrebbe definire un amico.

La notte, invece, nella solitudine della stazione che lo ospita, il protagonista accederà alla stanza degli ologrammi, per conversare con l'immagine virtuale di un collega scomparso, al fine di ottenere nuove informazioni utili per guadagnare la salvezza.

Senza alcun dubbio, si tratta delle fasi più riuscite di Alone With You, quelle in cui tutte le tematiche sottese all'opera si palesano in tutta la loro potenza. Farete così la conoscenza di Pierre, il direttore della colonia, di Leslie, addetta alla produzione del cibo, di Winnie, responsabile dei sistemi di comunicazione, di Jean, un tecnico. Ognuno di essi è consapevole di essere un semplice ologramma, copia digitale di una persona realmente esistita, ed è proprio questo semplice espediente narrativo a donare un retrogusto amarognolo ad ogni dialogo, ad ogni domanda rivolta e ad ogni risposta fornita.

Non c'è spazio solo per la quest, ovviamente. Consci della loro natura, le intelligenze virtuali indagano sulla loro essenza ontologica, sul significato della vita, sul senso delle loro esistenze fittizie, eppure così vitali per la sopravvivenza del protagonista.

Il ritrovamento dei corpi degli altri coloni coincide sempre con momenti particolarmente toccanti e drammatici dell'avventura.

Alone With You non è un gioco per tutti. Non propone alcuna sfida, né si preoccupa di offrire una longevità che vada oltre le sole sei ore. Si tratta di un titolo che vuole raccontare una storia malinconica, drammatica, complessa nella misura in cui indaga su certe tematiche filosofiche e ontologiche. Si tratta, insomma, del classico gioco indie che punta tutto sull'atmosfera, sulla trama, sulle suggestioni che susciterà nell'utente disposto ad ascoltare.

In questo senso, il comparto estetico svolge il compito preposto con maestria. L'art design, naturalmente in stile 16-bit, disegna panorami alieni evocativi e non si fa alcun problema a mostrare, pur in bassa risoluzione, i corpi martoriati dei coloni che hanno perso la vita. La soundtrack, dal canto suo, non lesina sui temi che acutizzano ulteriormente l'aspetto più commovente ed emotivo delle chiacchierate con gli ologrammi.

Siamo di fronte ad un videogioco rivolto ad un pubblico molto specifico e selezionato, pronto a scendere a compromessi con qualcosa che si avvicina molto di più ad un interactive drama, che non ad un'avventura grafica. Lontano dalle atmosfere horror che caratterizzarono Home, opera prima di Benjamin Rivers, l'artista si riconferma un abile narratore, oltre che un caparbio creatore di panorami affascinanti e ambientazioni ricche di dettagli.

Un'esperienza profonda, intensa, commovente. Praticamente imperdibile per gli amanti del genere.

8 / 10