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de Plater: "se falliamo con L'Ombra della Guerra siamo finiti. La pressione è eccitante"

Il creative VP di Monolith sullo stress di realizzare un tripla A.

Nelle ultime settimane si è parlato de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra attraverso la pubblicazione di alcuni video che ci mostrano una manciata degli aspetti fondamentali della produzione. Quest'oggi tocchiamo un argomento molto diverso: il rischio fallimento e il peso che questo potrebbe avere sui ragazzi di Monolith.

Il discorso è saltato fuori nel corso di un'intervista piuttosto ampia pubblicata da GameSpot ed è partito da una domanda sull'effettiva pressione che gli sviluppatori devono subire lavorando a giochi così importanti. Risponde Michael de Plater di Monolith.

"Probabilmente alcune persone non sarebbero d'accordo ma penso che lo stress per noi sia generalmente molto positivo perché l'intero studio è concentrato su un gioco. La premessa è che sostanzialmente che se dovessimo fallire saremmo finiti. È tutto o nulla che è davvero eccitante e motivante. Questo era molto chiaro nel caso dell'Ombra di Mordor. Era il nostro primo gioco nel genere, se non avessimo avuto successo nessuno ci avrebbe dato un'altra possibilità. Penso che ci sentiamo esattamente allo stesso modo.

"Si è super stressante ma non ci sono così tanti studi tripla A o giochi tripla A quindi penso che devi avere quella mentalità secondo cui o stai facendo qualcosa di grandioso o probabilmente nessuno ti darà di nuovo così tanto budget per riprovarci di nuovo".

Cosa pensate delle parole di una delle figure principali nella realizzazione de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra e dell'approccio alla pressione e allo stress di Monolith?

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La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra

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Alessandro Baravalle

Contributor

Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.
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