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Nex Machina - recensione

Arcade is not dead!

I ragazzi di Housemarque sono ormai considerati maestri affermati per quanto riguarda gli sparatutto ad alto tasso di adrenalina. Che decidiate di sterminare schiere di putridi zombie in Dead Nation, orde di ributtanti extraterrestri in Alienation o flotte di strane astronavi in Resogun, potete stare tranquilli: con le produzioni partorite dagli sviluppatori finlandesi, non ci si annoia mai. La loro ultima fatica è stata sviluppata con il supporto di Eugene Jarvis, padre di Robotron: 2048 e Defenders, e la collaborazione ha portato alla nascita di Nex Machina, un twin stick shooter futuristico nell'estetica ma con un'anima fortemente legata al passato.

Il titolo non ha alcuna pretesa per quanto riguarda il versante narrativo. I più curiosi potranno scoprire, attraverso alcune righe di testo presenti sul sito ufficiale, che le macchine hanno preso il sopravvento sul genere umano. La nuova specie dominante non vede l'ora di epurare gli ultimi superstiti della ormai decaduta concorrenza, e ovviamente spetta a noi salvare i pochi umani rimasti e ridurre i robot sul nostro cammino ad un mucchietto di lamiere fumanti. Il protagonista, dotato di una tuta futuristica e con il volto coperto da un casco integrale alla Daft Punk, giunge sul posto in sella ad una moto volante e non perde tempo prima di cominciare a far cantare il cannone laser che ha assicurato al braccio.

Nex Machina vanta un gameplay tanto classico quanto funzionale: levetta di sinistra per muoversi e quella di destra per indirizzare il fuoco primario. Sul dorsale sinistro troviamo lo scatto, utilissimo per cavarci d'impiccio nelle situazioni più caotiche, ma anche in grado di far fuori i nemici sul nostro percorso. Al dorsale destro invece è assegnato l'uso dell'arma secondaria, accessibile dopo averne recuperata una da un container distrutto o dai rottami di un nemico.

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La campagna, composta da cinque mondi ognuno differente per bioma e grado di sfida, è suddivisa in parecchi livelli in cui siamo chiamati a far fuori tutto quello che si muove. Seminare la distruzione indiscriminata però è solo il minimo sindacale, visto che il salvataggio degli esseri umani in procinto di essere "terminati" dai robot assassini è una delle attività extra a cui è bene dedicarsi. Oltre a questo, ogni livello nasconde stanze segrete, nemici speciali da eliminare e altri collezionabili in grado di far levitare il nostro punteggio a fine partita.

Il grado sfida proposto è davvero stimolante: cinque sono le vite a disposizione e basta essere colpiti una sola volta per dover ricominciare lo schema da capo. Per fortuna, a difficoltà media, abbiamo novantanove "gettoni" che consentono di continuare la partita, azzerando però il punteggio. Ad agevolarci nella nostra opera di distruzione troviamo parecchi power-up, utili per rendere il nostro fuoco primario più letale che mai, ad esempio suddividendolo in uno sparo multiplo o aumentandone il raggio d'azione.

Esistono anche potenziamenti che si applicano direttamente al nostro alter ego, dotandolo di uno scudo che assorbe il primo impatto o di uno scatto multiplo. Se il fuoco primario è praticamente sempre attivo bisogna invece dosare con saggezza l'uso delle temibili armi secondarie. Salve di razzi esplosivi e raggi laser in grado di ridurre in polvere tutto quello che vi entra in contatto sono armi potenti ma necessitano di un lasso di tempo di ricarica tra un utilizzo e l'altro.

Man mano che si avanza tra i vari mondi veniamo catapultati in livelli sempre più intricati in cui è necessario tenersi in costante movimento per evitare di essere schiacciati dall'enorme mole di nemici. Zone che si rendono disponibili solo a massacro inoltrato, torrette mobili e fisse, muri di laser intermittenti e fasci di energia sono solo alcune delle insidie che si trovano sul nostro cammino. Man mano che si procede le difficoltà aumentano, di pari passo con il numero di modalità con cui le schiere di esseri sintetici tentano di spedirci al creatore.

Al termine di ogni livello troviamo ad attenderci un boss, bramoso di ridurci in poltiglia attraverso l'uso di molteplici attacchi differenti. Come da antica tradizione videoludica, questi enormi nemici sono dotati di pattern d'attacco specifici e tendono a diventare sempre più letali man mano che la loro barretta della vita va ad assottigliarsi. L'uso del "continue" è possibile ma deleterio, in quanto ad ogni cocente sconfitta si perde un power-up passivo e quindi bisogna ricominciare la battaglia meno attrezzati di come la si era iniziata in precedenza.

Gli umani superstiti vanno salvati prima che qualche robot li elimini per sempre.

Nel caso in cui non si fosse capito, Nex Machina propone un gameplay velocissimo, in cui la prontezza di riflessi e l'abilità con gli stick possono fare la differenza tra la vita e la morte. La gestione da twin stick shooter è miscelata a meccaniche squisitamente bullet hell, con centinaia di proiettili, raggi laser, missili e congegni esplosivi che saturano lo schermo per la maggior parte del tempo. Avete presente il disclaimer che a inizio gioco vi avverte che il titolo potrebbe causare attacchi epilettici? Ecco, Nex Machina incarna perfettamente lo stereotipo di videogame adatto a causare problematiche di questo tipo; per alcuni la cosa potrebbe essere apprezzabile, per altri un po' meno.

Ci troviamo infatti in un mondo futuristico in cui luci fosforescenti dei laser e gli effetti particellari di esplosioni e armi fanno fuoco sulla retina del giocatore ad un ritmo incessante. Gli amanti del cyberpunk anni '80 e dei gamplay frenetici non potranno fare a meno di amarlo, godendo delle suoi effetti fluo anche dopo aver spento la console. Ad affiancare la stroboscopica parte visiva c'è una colonna sonora elettronica martellante che calza alla produzione come un ghetto blaster sulla spalla. Il titolo non cela nemmeno per un secondo le sue radici retrò, mettendole anzi in mostra con chicche come il punteggio sempre visibile a schermo e la miriade di pixel tridimensionali in cui vengono ridotti i nemici una volta avuta la meglio su di loro.

La campagna, purtroppo, è completabile in un lasso di tempo davvero breve, due o tre ore in base a quanto sono allenati i vostri pollici. Finita la storia si comincia a dar peso alle classifiche, in cui i più testardi cercheranno di incidere il proprio nome sempre più in alto compiendo prodezze ai limiti delle capacità umane. Ad aumentare ulteriormente la longevità del titolo c'è la modalità Arena, non entusiasmante a dire il vero, in cui i medesimi schemi visti nella storia vengono declinati in alcune varianti utili a diversificare, anche se di poco, l'esperienza.

Alcuni livelli riservano dei pericoli ambientali, questo gigantesco masso ad esempio che ci inseguirà senza sosta fino a missione compiuta.

In un titolo del genere non poteva mancare la cooperativa perché si sa, macinare orde di robot assassini è divertente ma farlo in compagnia lo è molto di più. Con disappunto abbiamo notato come sia possibile giocare con un amico sono in locale, una scelta coerente con lo spirito di una produzione che strizza l'occhio al passato ma che, coi tempi che corrono, ci è parsa un po' limitante. La presenza di un online, magari anche solo con partite private, sarebbe stata gradita nonché appropriata contando che qualche annetto è passato dai bei tempi dei cabinati.

Unica critica che ci sentiamo di muovere al titolo riguarda poi il sistema di respawn, che talvolta ci ha fatto comparire proprio su un raggio laser o sulla traiettoria di un proiettile impossibile da schivare. Tralasciando questa piccolezza Nex Machina rimane uno sparatutto intenso, dal look futuristico eccezionale e in grado di mettere alla prova anche il più abile dei giocatori. Se siete amanti dei bei vecchi titoli vecchia scuola e avete gettato al vento centinaia di mancette col cabinato del bar sotto casa, non potete perdervelo.

8 / 10