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Farming Simulator 18 PS Vita - recensione

Portatile, immediato, poco convincente sotto il profilo contenutistico.

La serie di Farming Simulator vive di una ciclicità tutta sua, caratterizzata dalla curiosa alternanza tra edizioni rivolte ai sistemi domestici e iterazioni esclusivamente ideate per il mercato mobile, oltre che per piattaforme handheld. Così, dopo l'edizione dello scorso anno, recensita dopo averla comodamente giocata su PlayStation 4, in queste assolatissime e afose giornate estive ci siamo armati di PS Vita per goderci la vita di campagna all'aria aperta, alla fermata del tram, mentre, distesi sul letto, tentavamo inutilmente di combattere l'insonnia causata dalle temperature roventi.

Il cambio di setting, l'approccio ad un diverso mercato di riferimento, ha sempre preteso diversi sacrifici in termini ludici, ma mai come in questo Farming Simulator 18 il prezzo da pagare per la portabilità ci è sembrato tanto salato, spropositato, ingiustificato, soprattutto considerando i principi, il concept su cui si è sempre basata la saga.

Diciamoci la verità: questa IP è fondamentalmente inavvicinabile per chi non è pronto a sorbirsi una certa ripetitività di fondo, sopportabile solo crogiolandosi nella torpida, ma inesorabile progressione che da contadini equipaggiati solo con mezzi di fortuna, trasforma i videogiocatori in mezzadri a capo di un'azienda produttiva e competitiva. Un po' come accade in titoli come Animal Crossing e The Sims, inoltre, c'è un contesto tutt'altro che ignorabile e secondario nell'economia dell'esperienza, che collabora a creare quell'inspiegabile magia che attrae e incatena, iterazione dopo iterazione, i fan della serie.

Come da un paio di anni a questa parte, anche in Farming Simulator 18 potrete dedicarvi alla raccolta di legname per incrementare i vostri guadagni.

La lenta e tranquilla vita di campagna, in Farming Simulator 17, si palesava nella possibilità di esplorare liberamente il proprio appezzamento di terra grazie alla visuale in prima persona, in due mappe che immergevano l'utente in scenari ben diversi tra loro, nella possibilità di personalizzare, pur lievemente, le conformità e la struttura architettonica della propria fattoria.

L'edizione di quest'anno, fondamentalmente, rinuncia a tutto ciò, tramutando l'intera avventura in una sequela infinita e infrangibile di mansioni da svolgere ora al volante di un trattore, ora guidando una mietitrebbia. L'esplorazione a piedi, difatti, è la prima grande rinuncia di questa versione portatile che, proprio per inseguire bisogni e necessità del gaming mobile, finisce per tradire fino all'eccesso il feeling, l'atmosfera che più caratterizza e rende apprezzabile la saga ai fan.

Laddove in passato ci si poteva concedere più di una distrazione, magari controllando il proprio bestiame nelle stalle, Farming Simulator 18 incatena e imprigiona l'utente alle sue mansioni, sballottolandolo da un abitacolo all'altro, impedendogli, di fatto, di rifiatare, di godersi il frutto del suo lavoro. Ne guadagna certamente il ritmo, per quanto lo stesso uso di questa parola sia assolutamente relativo beninteso, si perde, purtroppo, parte di quella profondità ludica e non che la serie aveva raggiunto con il tempo.

Graficamente le buone intenzioni ci sono, ma non aspettatevi di restare stupefatti di fronte allo schermo.

Non che manchino decine di menù tramite cui gestire ogni aspetto della produzione, né il numero di mezzi acquistabili si sia assottigliato. Viene meno, semplicemente, quella libertà d'azione che rendeva Farming Simulator qualcosa di più della semplice somma delle meccaniche ludiche di cui si componeva. Resta tutto il piacere di dare vita e forma ad un'azienda agricola autosufficiente, di ampliare progressivamente il garage dove custodire mezzi sempre più efficienti e utili alla causa, di veder crescere la forza lavoro al proprio servizio, imprescindibile per svolgere più mansioni nello stesso tempo.

Farming Simulator 18 è ben lontano dall'essere la pecora nera della serie, il peggior capitolo degli ultimi anni, nonché un neo indelebile nel curriculum di un team di sviluppo, i ragazzi di Giants Software, che ormai lavorano con il pilota automatico inserito. Semplicemente, dopo un'edizione particolarmente ricca di novità come quella dello scorso anno, è disorientante ritrovarsi tra le mani un prodotto sicuramente "comodo" e immediato, ma carente sotto il profilo contenutistico.

Graficamente, sia su PS Vita che su Nintendo 3DS, è stato svolto un lavoro più che buono, ad ulteriore testimonianza dell'impegno profuso dal team, ma è innegabile che l'esperienza sia stata in parte stravolta e rovinata da questo ritorno alle piattaforme mobile che ha preteso una parziale riscrittura del concept e delle meccaniche ludiche.

Purtroppo anche in quest'edizione il tutorial è tutt'altro che convincente e ben realizzato, lasciando disorientati e confusi i neofiti che, sulle prime, faticheranno e non poco ad entrare in sintonia con le meccaniche che governano l'esperienza.

Fermo restando che l'anima gestionale della saga è rimasta pressoché immutata, ugualmente valida come in passato, se siete eccitati all'idea di guidare un trattore da un capo all'altro di un appezzamento di terra virtuale, allora anche Farming Simulator 18 saprà farvi felici. Altrimenti, se di questo brand avete apprezzato la svolta più votata all'esperienza intrapresa nelle ultime versioni destinate alle console casalinghe, resterete totalmente delusi.

6 / 10