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La War Mode di Call of Duty: WWII enfatizza il gioco di squadra "non i lupi solitari"

La voglia di cambiamento di Sledgehammer Games.

Se non si fosse capito in questi mesi di dichiarazioni piuttosto esplicite, Call of Duty: WWII vuole essere un ritorno al passato per il franchise, un tentativo di riavvicinare chi non ha gradito la deriva intrapresa dagli ultimi capitoli futuristici.

La War Mode che caratterizza il multiplayer del gioco è fondamentale per questo particolare aspetto della produzione e a sottolinearlo ci pensa il co-fondatore di Sledgehammer Games, Michael Condrey in un'intervista concessa a Glixel e riportata da Gaming Bolt.

"Abbiamo visto l'evoluzione di Call of Duty. In parte è stata causata dalla serie Modern che ha reso i giocatori dei soldati d'élite e poi noi con Advanced Warfare vi abbiamo reso dei soldati d'élite del futuro. Il risultato è che il gioco ha iniziato a concentrarsi sul giocatore come super soldato. Il multiplayer è diventato una questione di successo individuale. Cosa da lupi solitari. Contava come competere e dominare. Anche nelle modalità basate su obiettivi che dovrebbero puntare sul lavoro di squadra. Alla fine Call of Duty è diventato qualcosa che riguarda il singolo, la mia score streak, il mio rapporto morti/uccisioni, la mia performance, il fatto di essere nel replay della uccisione finale. Call of Duty: WWII è completamente l'opposto. Riguarda l'uomo comune, le donne comuni trasportate in quelle situazioni che richiedono davvero il lavoro di squadra. L'idea dietro alla decisione di introdurre questa War Mode era rinforzare il lavoro di squadra e la strategia".

Cosa pensare delle parole di Condrey e di questo nuovo Call of Duty?