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Conarium - recensione

Cthulhu fhtagn!

H.P. Lovecraft è uno di quegli scrittori che è entrato di diritto in quel ristretto gruppo che può sfoggiare con orgoglio l'etichetta di "personalità di culto". Il merito è soprattutto del suo iconico Ciclo di Cthulhu, un universo che, pare incredibile, è sempre rimasto ai margini dell'industria videoludica al di là di poche eccezioni. Dagli ormai lontani tempi di Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth (2005), i Grandi Antichi non sembrano trovare il posto che probabilmente meriterebbero nel genere horror.

Il trend sembra però pronto a cambiare e, in attesa di scoprire cosa ci riserveranno gli ambiziosi progetti del catalogo Focus Home interactive (Call of Cthulhu e The Sinking City), non abbiamo perso l'occasione di provare con mano Conarium, un progetto che senza troppo clamore ha debuttato in questi giorni su Steam attirando l'attenzione dei più attenti alle produzioni indie. I ragazzi di Zoetrope Interactive d'altro canto non sono di certo dei debuttanti, soprattutto se si parla di Lovecraft.

Un risveglio foriero di sventura.

Il rapporto tra il team turco e l'autore ha infatti radici profonde, sin da quando con risultati solamente mediocri aveva già cercato di distillare le atmosfere lovecraftiane all'interno dei due episodi di Darkness Within (date un'occhiata su Steam per saperne di più). Conarium vuole, tuttavia, proporsi come un importante salto di qualità e per riuscirci gli sviluppatori hanno deciso di ispirarsi al romanzo "Le Montagne della Follia" con una vicenda originale che si posiziona dopo la fine del libro riprendendone diverse tematiche.

Ci svegliamo di soprassalto in una stanza quasi completamente buia, ma leggermente illuminata solo da un sinistro e lontano bagliore multicolore. Lentamente riprendiamo consapevolezza di noi stessi e della nostra particolare situazione: il nostro nome è Frank Gilman (un cognome ricorrente che ritorna spesso negli scritti di Lovecraft) e abbiamo preso parte a una spedizione in Antartide organizzata dall'esimio Dr. Faust. A queste salde certezze si accompagnano però solamente dubbi e giganteschi vuoti di memoria che si traducono in un vortice di domande che non fanno altro che accentuare ulteriormente la lancinante emicrania che ci accompagna sin dal nostro risveglio.

Due sono i misteri che dovremo risolvere. Che cosa è successo al resto della spedizione e soprattutto che cos'è il misterioso dispositivo che illumina le pareti dalla stanza in cui ci siamo risvegliati? Che cos'è quel Conarium che funge da fulcro centrale di una vicenda che in poco più di cinque ore e due finali differenti (il consiglio è quello di giocarli entrambi dato che si rischierebbe di perdere alcuni elementi piuttosto interessanti) ci mostra quanto possa essere potente la passione per un certo tema o, in questo caso, autore.

Cover image for YouTube videoConarium - Launch Trailer

Nei tanti documenti scritti che abbiamo incontrato nel nostro peregrinare nella stazione di ricerca e non solo, abbiamo ritrovato lo stile di Lovecraft riprodotto in maniera incredibilmente accurato e una conoscenza dei lavori e degli elementi del Ciclo di Cthulhu impressionante e sorprendentemente profonda. Una vera e propria lettera d'amore che, per quanto non possa di certo raggiungere la qualità degli scritti di Lovecraft, gli rende perfettamente giustizia proponendo un'umanità che come spesso accade fa di tutto per andare al di là dei propri limiti arrivando a sfiorare luoghi e entità che non riesce a comprendere e a gestire.

È proprio a causa dell'attaccamento allo stile delle opere dell'apprezzato scrittore che ritmo e meccaniche di gioco virano inevitabilmente verso un horror più compassato. Quasi una semplice avventura in prima persona che sacrifica in larga parte jumpscare o situazioni da puro survival in favore dell'atmosfera e della risoluzione di enigmi dalla qualità altalenante, ma comunque interessanti e perfettamente inseriti nel mythos dei Grandi Antichi.

Il pregio più grande di Conarium? Indubbiamente la sua capacità di riuscire a trasporre in un medium peculiare come il videogioco le qualità migliori di un tipo di opera completamente diverso. È per questo motivo che l'horror targato Zoetrope assume connotati atipici che danno vita a un thriller psicologico che non atterrisce il giocatore terrificandolo con sezioni adrenaliniche e con nemici invincibili ma che imbocca la strada dell'inquietudine, del disagio che scorre calmo ma inarrestabile lungo la nostra spina dorsale assumendo i contorni di un'esperienza decisamente più mentale e intima.

Nel caso in cui siate appassionati di Lovecraft date un'occhiata ai lavori di Robert W. Chambers.

Al tutto si aggiunge anche una ricercatezza dal punto di vista visivo davvero encomiabile con un assortimento notevole di simbologie e architetture che trasmettono con assoluta credibilità l'essenza dell'universo lovecraftiano, spingendoci a chiudere un occhio di fronte ad alcune magagne prettamente tecniche. In primis l'utilizzo non impeccabile dell'Unreal Engine 4, il cui potenziale non viene sfruttato al meglio e, in secondo luogo, un doppiaggio in più di un'occasione non all'altezza del lavoro complessivo. Lodevoli invece le musiche e gli effetti audio, angoscianti al punto giusto e saggiamente dosati per non risultare mai troppo invadenti.

Vogliamo premiare Conarium e il voto in fondo alla recensione ne è una prova più che evidente. Non è l'horror perfetto, non è quel gioco che condizionerà un intero genere come in questi anni hanno saputo fare i ragazzi di Frictional Games con Amnesia prima e SOMA poi. Le magagne ci sono, sia a livello tecnico (il doppiaggio su tutti) che nel gameplay (il ritmo forse è fin troppo compassato e non tutti gli enigmi convincono) ma si tratta in un certo senso di piccolezze se si considerano i risultati che i ragazzi di Zoetrope Interactive sono riusciti a raggiungere con risorse a dir poco limitate.

Una porta sull'Oltre.

Alla software house turca non si può che fare il miglior complimento possibile: essere riusciti a confezionare un gioco degno dei capolavori a cui si ispira, un'avventura che riesce a rendere giustizia a uno scrittore che con i videogiochi non ha mai avuto un rapporto idilliaco e che dai tempi di Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth è assente ingiustificato di questo medium (almeno per quanto riguarda le produzioni di qualità).

Conarium è la bella storia di un gruppo di tre appassionati che dopo anni di lavoro è riuscito a confezionare un horror atipico che tutti i fan del tormentato scrittore di Providence non possono assolutamente lasciarsi sfuggire. Potrebbe trattarsi di un semplice fuoco di paglia o della scintilla che alimenterà un fortunato ciclo di Cthulhu videoludico, che potrebbe continuare con il Call of Cthulhu sviluppato da Cyanide. In quel di R'lyeh il grande sognatore non aspetta altro.

8 / 10

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Alessandro Baravalle

Contributor

Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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