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Splatoon 2 - recensione

Polpo nelle casse.

Splatoon 2 è un gioco divertente come pochi, colorato come pochissimi e ricco di contenuti e modalità.

Sembra ieri che su queste pagine si parlava di ARMS, e in effetti non è che siano passati poi tanti giorni dalla nostra recensione dell'esclusiva Switch. Neanche il tempo di prendere fiato dopo le scazzottate a molla e ci risiamo: Nintendo pubblica un'altra produzione per la sua nuova console ibrida e quasi facciamo fatica a tenere il passo.

La Grande N ci tiene su di giri con un flusso continuo di giochi di alta qualità (perché, spoiler, anche Splatoon 2 è davvero uno spasso) e fra un mesetto e qualche giorno sarà il momento di Mario + Rabbids: Kingdom Battle, che ok che è Ubisoft, ma sembra un gioco Nintendo e allora lo contiamo uguale. Insomma, questi primi mesi di Switch stanno andando alla grande, come dimostrano le vendite, e soprattutto stanno offrendo qualcosa di inedito per il panorama videoludico. Ok, calma, prima di saltare alle conclusioni di questa storia fermiamoci un attimo e facciamo una bella cosa: cominciamo dall'inizio.

C'era una volta una Nintendo curiosa verso il mondo degli sparatutto e capace di sfornare un contributo al genere originale, divertente e pure adatto alle competizioni sportive. C'era una volta e c'è ancora, perché Splatoon 2 muove i primi passi capitalizzando sul succeso del precedente capitolo e arriva su Switch con un pacchetto completo e che riesce in quel trucchetto che sembra non diventare mai vecchio: dopo tanti mesi in compagnia della console ancora ci stupiamo nello sfilarla dal dock e vedere che tanta beltà ludica è diventata portatile.

Splatoon 2 è davvero bello da guardare. Ok, non sempre raggiunge i 1080p e manca qualche filtro, ma ricordiamoci che è un gioco portatile.

Una delle domande che ci si faceva durante il reveal event di Switch era proprio legata a questo: non è che ora troveremo solo porting (o quasi porting) di Wii U in versione da passeggio? Se Mario Kart 8 Deluxe è un porting con qualche aggiunta, per Splatoon 2 siamo proprio su un altro livello: questo è un secondo capitolo in tutto e per tutto, anche se chiaramente i punti di contatto con il primo episodio sono tanti e su tutti i fronti, a cominciare dalla modalità campagna.

Proprio come era già successo su Wii U, anche su Switch troviamo una modalità storia che ci chiede di affrontare una serie di livelli per cercare di scoprire chi abbia trafugato i preziosi Pescescossa. Certo, sono stati gli Octariani e questo si sa, ma l'impressione è che dietro ci sia qualcosa di più a questo giro anche se la premessa è sempre la stessa e, di nuovo, la manciata di ore necessaria per arrivare all'ultimo boss serve più che altro per iniziare a padroneggiare i comandi e a conoscere le varie armi che poi ritroveremo nel multiplayer.

Questo non vuol dire che la campagna sia tirata via, anzi, visto che ci sono trovate di level design davvero ispirate e alcuni livelli sono piccoli gioielli di gusto. Altri, invece, sono meno piacevoli o costringono a utilizzare le armi meno divertenti del pacchetto, ma nel complesso il tutto funziona più che bene e stuzzica i giocatori in vista del vero piatto forte: il multiplayer online.

Durante il tempo che abbiamo avuto per provare Splatoon 2, Nintendo ha pensato bene di organizzare degli appuntamenti fissi così da far incontrare i giornalisti di tutto il mondo ed evitare il vuoto sui server. Generalmente il piano ha funzionato abbastanza bene ma non sono mancate alcune difficoltà: chiaramente la scarsità di gente sui server non è da imputare alla Grande N (visto che il gioco lo avrà qualche centinaio di persone in tutto il mondo), ma il tempo passato nelle lobby ha messo in luce alcune delle magagne maggiori del gioco. Anzi, non sono nemmeno del gioco questi problemi ma solo di tutto quello che gli sta attorno.

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Quando si è in una lobby in attesa di altri giocatori, per motivi che sfuggono all'umana comprensione, non si può fare niente, ma niente di niente proprio. Non si può uscire, non si può modificare il proprio equipaggiamento e non si può (ma questo si sapeva) chattare o mandare semplici messaggi preimpostati ai propri compagni di gioco. Per tutta la durata dell'attesa si è bloccati in un limbo snervante che torna puntuale in ogni modalità di gioco. Speriamo che Nintendo voglia correggere questa svista perché, se è vero che a server pieni sarà meno sentita, è anche vero che uno potrebbe anche ripensarci e decidere di cambiare modalità durante l'attesa, cosa che ora è impossibile.

Altra cosa che ci ha fatto un po' storcere il naso riguarda il giocare con gli amici: è possibile individuare i propri contatti al momento attivi in una partita e unirsi a loro ma, purtroppo, non si hanno garanzie riguardo la squadra in cui si capita e può andare a finire di doverli splattare. Al momento, poi, non possiamo pronunciarci sull'app che Nintendo pubblicherà insieme al gioco il prossimo 21 luglio: abbiamo dovuto fare senza e quindi questo importante lato del multiplayer online di Switch dovrà essere messo alla prova nei prossimi giorni.

Tolte dai piedi le cose poco piacevoli possiamo parlare di quelle davvero importanti e per fortuna, perché Splatoon 2 è uno spasso senza mezzi termini. Si parte con la modalità amichevole, quella che conosciamo un po' tutti e che ci chiede di colorare il terreno di gioco fino allo scadere del tempo. Se avete partecipato a uno degli Splatfest organizzati dalla casa di Kyoto allora già sapete che le arene sono belle e varie, così come il comparto armi che davvero ne offre una per tutti i gusti.

Ci sono quelle classiche che vanno a coprire il ruolo di fucili a pompa, mitragliatrici e fucili da cecchino, ma non mancano secchi, pennelli e gli immancabili rulli a rimpinguare un'armeria di tutto rispetto. Poi ci sono le secondarie (che di solito sono granate di vario tipo) e le mosse speciali che permettono di prendere il controllo di un'area della mappa con effetti che vanno dal devastante (il vortice di colore) al tattico (la pioggia colorata che permette di stanare i furbetti sommersi).

Ottima, come sempre, la localizzazione italiana. Questo è il Repolper Duplo (lol), la nuova arma che permette una mobilità senza precedenti.

Nella modalità amichevole, in realtà, il fatto di doversi concentrare sul colorare la mappa non lascia molto spazio a certe armi che invece tornano alla ribalta quando si raggiunge il livello 10 (con i punti esperienza guadagnati giocando le amichevoli) e si può partecipare alle partite pro. Qua le cose cambiano sensibilmente a partire dagli obiettivi delle partite, che ora virano decisamente verso il gioco di squadra: ci verrà chiesto di recuperare un oggetto e portarlo a suon di splattate fin dentro la base avversaria, oppure di salire su una torre semovente e di mantenerne il controllo mentre questa fluttua verso lo spawn point nemico, oppure ancora di colorare certe aree della mappa e tenere alla larga gli avversari.

In tutte le modalità pro che abbiamo giocato diventa davvero fondamentale cooperare con i propri compagni: se è vero che nelle amichevoli si può anche giocare al lupo solitario e non curarsi molto degli altri, nelle partite pro soltanto lo sforzo condiviso porta a risultati utili, e allora un po' (tanto) abbiamo sentito la mancanza di una chat vocale. Insomma, Nintendo siamo tutti con te, falla funzionare bene e sarà la ciliegina sulla torta di un gameplay che è una goduria. Lo diciamo con cognizione di causa, perché abbiamo provato a sfruttare servizi esterni per collegarci con qualche collega e il divertimento, com'era prevedibile, raggiunge vette ancora maggiori.

A questo punto avrete capito che il gameplay di Splatoon 2 ci è piaciuto e sì, in effetti è proprio così. Non ci sono stravolgimenti rispetto al primo capitolo (ma del resto non è che gli sparatutto reinventino tutto anno dopo anno) ma tutto quello che c'è funziona alla perfezione e, soprattutto, diverte davvero un bel po'. Le armi restituiscono una sensazione quasi fisica grazie agli effetti sonori delle splattate e ad una realizzazione tecnica che eleva l'esperienza di gioco, con 60 fotogrammi al secondo e una pulizia dello schermo nettamente maggiore rispetto a quella incontrata su Wii U.

Se avete letto l'analisi del nostro Digital Foundry già sapete che i passi avanti dal precedente capitolo ci sono eccome: ombre e geometrie migliori, texture più definite (il colore è bellissimo) e risoluzione dinamica che arriva a toccare i 1080p nell'hub del gioco, dove però i frame scendono a 30 al secondo. Tra l'altro, la differenza tra l'hub e le partite si sente sensibilmente e permette di capire che un framerate di 60fps stabile è decisamente più importante dei 1080p: la fluidità, soprattutto in un gioco come Splatoon 2, è al primo posto tra le priorità che vanno fissate durante lo sviluppo e questo Nintendo lo sa bene.

Gli amiibo di Splatoon permettono di salvare i propri equipaggiamenti e sbloccare vestiti extra.

Torniamo a parlare del gameplay, però, perché non è ancora finita. Oltre a partite pro e amichevoli c'è la modalità Salmon Run che contribuisce ad arricchire il pacchetto offerto dalla Grande N: si tratta di una modalità orda nella quale siamo chiamati a eliminare ondate di nemici sempre più agguerriti da soli, o in compagnia di al massimo altri 3 giocatori. In gruppo gli scontri sono tutto sommato gestibili, ma affrontatela da soli e il livello di sfida potrebbe quasi prendervi in contropiede visto che alcuni dei nemici sono piuttosto ostici se affrontati in solitaria.

Giocando le Salmon Run guadagnerete punti esperienza speciali che permettono di sbloccare ricompense da utilizzare anche nelle altre modalità: ogni vestito, infatti, ha dei modificatori di base e altri che vengono guadagnati utilizzandolo in partita. C'è quello che aumenta la velocità sotto il colore, quello che ne riduce il consumo e via dicendo. Se un modificatore non vi piace potete sempre toglierlo dal vestito e recuperarne i frammenti che poi potrete utilizzare per ricrearlo e appiccicarlo da un'altra parte. Ecco, tra i premi della Salmon Run ci sono proprio questi frammenti, oltre a vestiti e altro ancora. Questo fatto di cercare di legare le modalità offrendo qualche piccolo incentivo lo ritroviamo anche nella campagna, dove è possibile recuperare dei coupon da portare poi al chioschetto del gambero tempura e ottenere dei bonus all'esperienza o al denaro nel multiplayer.

Dopo quasi diecimila caratteri è il momento di tirare le fila ma, nel farlo, ci troviamo più in difficoltà del previsto: niente possiamo dire sull'organizzazione di partite tra amici tramite app, per esempio, e dobbiamo fare uno sforzo per non far pesare troppo quelle scellerate lobby trappola o l'impossibilità di cambiare equipaggiamento tra una partita e l'altra, perché ci sembra ovvia una corsa ai ripari di Nintendo che immaginiamo vorrà sistemare le cose quanto prima. Vero, Nintendo?

La modalità Salmon Run è più di un riempitivo: sembra ottima per migliorare il gioco di squadra prima di buttarsi nelle classificate.

Al netto dei singhiozzi nei menù, comunque, Splatoon 2 è un gioco divertentissimo e coloratissimo: bello da vedere, da giocare, da ascoltare e sarebbe meraviglioso anche da toccare, ne siamo certi, tanto sono plasticose le distese di colore che imbrattano le mappe. Insomma, Splatoon 2 è un gioco che difficilmente potrà mancare nella vostra collezione Switch. Se con ARMS bisognava sottolinearne la particolarità e il fatto che, forse, non tutti possono farsi conquistare da un picchiaduro sui generis, in questo caso ci sentiamo di essere ben più sicuri di noi, anche perché ok che si spara, ma il cambio di passo dato dalla necessità di colorare le mappe pesa non poco nelle dinamiche delle partite e non si è costretti a inseguire le kill.

Dopo il simulatore di schiaffi a molla, insomma, Switch ospita un altro esponente di una (relativamente) nuova Nintendo, una Nintendo che esplora, sempre a modo suo e con costante profitto, alcuni generi che potrebbero sembrarle lontani come quello degli sparatutto. A questo punto ci chiediamo quanto manchi al ritorno di Mario Smash Football, perché sì, su Switch sarebbe davvero la morte sua.

8 / 10

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Splatoon 2

Nintendo Switch

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Alessandro Arndt Mucchi

Contributor

Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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