Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Call of Duty WWII - recensione

Fango e sangue.

Il ritorno alle classiche atmosfere della Seconda Guerra Mondiale porta una boccata di aria fresca alla serie di Call of Duty. Dopo una lunga digressione nel futuro, era tempo di tornare ad affondare gli stivali nel fango, oltre che di dare nuovamente una lezione ai nazisti. Con al timone Sledgehammer, il nuovo WWII prova a ricreare il medesimo effetto sorpresa che i primi Call of Duty scatenarono nel nostro vecchio cuore di videogiocatori, ormai indurito dopo anni e anni di feroci battaglie (virtuali, fortunatamente) mostrando in modo cruento, ma assolutamente spettacolare alcuni dei momenti più celebri del secondo conflitto mondiale.

Ripartendo dalle spiagge delle Normandia, Activision porta i giocatori lungo una cavalcata che li farà attraversare alcuni dei punti cruciali del conflitto, come la liberazione di Parigi o la battaglia nelle Ardenne, fino all'inevitabile capitolazione dei nazisti.

La nostra video recensione di Call of Duty: WWII.Guarda su YouTube

Un viaggio intenso, la storia concentrerà diversi mesi di combattimenti nelle canoniche 5-7 ore, che non lesina in momenti spettacolari alternati ad altri sorprendentemente più pacati, nei quali Sledgehammer mostra di aver osservato la concorrenza (Wolfenstein in particolare), legando le frenetiche sparatorie con scene di raccordo nelle quali approfondire la storia e i personaggi, il tutto a beneficio dell'atmosfera. Tra queste non possiamo non sottolineare la missione nella quale saremo sotto copertura o i momenti nei quali dovremo eseguire alcuni semplici commissioni nel nostro accampamento, due chiari esempi, assieme ad un minimo di distruttibilità degli edifici, di come lo sviluppatore abbia provato a esplorare alcune varianti alla classica formula narrativa utilizzata nei Call of Duty.

Certo, non mancheranno i classici momenti nei quali la retorica a stelle e strisce prenderà il sopravvento (dove sono i russi? Possibile che tutti i tedeschi siano cattivi?) o quelli dove il colpo di scena è piuttosto telefonato, ma nel complesso la vicenda si segue in maniera più che godibile, alla stregua di un colossal hollywoodiano, anche grazie alle tante citazioni a celebri pellicole inserite durante storia, che vanno da Full Metal Jacket a Platoon, passando ovviamente per Salvate il soldato Ryan.

La costruzione dell'empatia con i propri commilitoni passa attraverso tre momenti. Il principale è ovviamente quello delle scene di intermezzo, dove approfondiremo la conoscenza dei protagonisti, il loro passato e metteremo a nudo i loro demoni. Da non sottovalutare sono le sequenze nelle quali controlleremo direttamente uno di questi personaggi, che sfortunatamente sono meno di quante ci sarebbe piaciuto avere, ma sono utilizzate per costruire una maggiore epicità in alcune battaglie. Infine abbiamo la possibilità di chiedere munizioni, granate o medikit ai nostri compagni. Questo escamotage è stato sfruttato sia per spingere il giocatore a stare vicino ai propri commilitoni, solo in questo modo, infatti, si sarà nel range utile per ricevere l'approvvigionamento, sia per garantire la fluidità del gioco, nonostante una certa verosimiglianza dei combattimenti.

In WWII debutta un hub sociale nel quale organizzare il proprio soldato, chiacchierare con altri giocatori e trovare qualche divertente attività secondaria.

Questo perché le armi saranno meno precise, capienti e veloci di quelle viste all'opera nei capitoli futuri e per questo dovremo spesso chiedere nuove munizioni per non rimanere a secco. Similmente l'energia non si ripristinerà automaticamente, ma dovremo usare dei medikit per curare le ferite. I compagni potranno anche evidenziare i soldati nemici, consentendoci di vederli meglio nella concitazione dei combattimenti o di gettare granate fumogene con le quali segnalare all'artiglieria i bersagli da neutralizzare, così da far fuori cingolati o sbarramenti troppo ostici.

Non mancheranno momenti ad hoc creati sia per creare la sensazione di essere nel bel mezzo di una battaglia reale. Durante alcuni momenti ci sarà chiesto di compiere delle Gesta Eroiche, ovvero di abbandonare per qualche secondo la battaglia per salvare un compagno, non importa che questo sia sotto attacco nemico o ferito e esposto. In altri frangenti, invece, alcuni tedeschi potranno arrendersi e toccherà a noi decidere se farli prigionieri o freddarli sul posto.

In questo modo Sledgehammer ha dato un nuovo ritmo a tutta la campagna, più lento e faticoso, nel quale rimanere sempre nascosti dietro un riparo e vicini ai propri compagni. A meno di voler rimanere senza munizioni e circondati dai nemici.

In un quadro simile stupisce l'assenza alcune accortezze e di alcune rifiniture che ci si aspetterebbe da un veterano di questo calibro. La maggior difficoltà che abbiamo riscontrato durante la campagna è data più dalla fatica che in alcuni frangenti facevamo per capire chi ci stava sparando, piuttosto che da un'intelligenza artificiale reattiva. Non solo i colpi nemici e i pericoli sono evidenziati in maniera molto leggera dall'interfaccia, ma la somiglianza tra le uniformi alleate e quelle tedesche rende anche durante le scene diurne complesso distinguere i propri compagni dai nemici, forzandoci spesso a commettere degli errori che potrebbero portarci al game over.

La modalità zombie toglie tutte le frivolezze passate e si concentra sul gameplay, con un pizzico di horror.

Inoltre non sempre il feedback delle armi è ottimale e talvolta non si capisce se abbiamo colpito il nemico. Questo soprattutto per via di animazioni talvolta poco convincenti, che non rendono particolarmente chiara la gravità di una ferita e la drammaticità della morte. Spesso, infatti, i tedeschi si rialzeranno dopo aver preso colpi che sembravano fatali, apparendo di gomma. Non brilla particolarmente anche l'intelligenza artificiale, che sembra muoversi seguendo le classiche routine di CoD e che ai livelli più avanzati otterrà semplicemente una vista e una mira migliorate.

Nulla da dire per quanto riguarda il comparto sonoro, a partire da un ottimo doppiaggio (per ora abbiamo potuto verificare quello originale in inglese) fino ad arrivare da un'ottima collezione di musiche ed effetti ambientali davvero riusciti.

Il passaggio alle atmosfere della Seconda Guerra Mondiale vuol dire anche che in multiplayer si tornerà a combattere "boot on the ground", con gli stivali attaccati al terreno, come hanno ripetuto più volte gli sviluppatori in fase di presentazione. Non che la frenesia e la spettacolarità dei vari Advanced Warfare o Black Ops. III ci avesse stufato, ma il ritorno al gameplay più lineare, come dimostrato anche dal successo della remaster di Modern Warfare, era un qualcosa atteso da tutti. Non solo per una questione di ritmo, che Call of Duty: WWII è leggermente più pacato per via di armi da fuoco più pesanti e meno cadenzate, ma anche per la maggiore libertà che Sledghammer si è sentita di avere nella creazione delle mappe, decisamente più varie non solo esteticamente, ma anche nelle dimensioni.

Anche se alcune situazioni potrebbero essere simili, come i combattimenti tra i bunker o in mezzo alla neve, in Call of Duty: WWII non si sente la pesantezza e la drammaticità di alcuni scontri di Battlefield 1. Online il tono è sempre leggero e divertente, confezionato a misura di eSport. Nonostante questo, però, WWII segna comunque un cambio di passo notevole rispetto ai capitoli degli anni passati.

WWII è ricco di sequenze narrative nelle quali approfondire il ruolo e il carattere dei protagonisti.

Le modalità a disposizione sono abbastanza classiche e vanno dai Deathmatch a Squadre a Cattura la Bandiera, passando per Kill Confirmed, con l'unica novità rappresentata da Gridiron. Non potendo garantire la mobilità e la frenesia necessarie per Uplink, Sledgehammer ha ridisegnato la modalità in modo da assomigliare più al football americano che a uno sport futuristico. In questo modo i lanci saranno fondamentali per vincere, visto che le corse saranno più lente e prevedibili. Questo spingerà la squadra a organizzare blitz o muoversi in concerto in modo da spedire la palla da una parte all'altra della mappa, fino ad arrivare alla meta.

Il feedback con le armi, il loro rateo di fuoco e la lettura delle hitbox durante le partite competitive sembrano decisamente differenti rispetto alla campagna e garantiscono il solito fluido, veloce, preciso e frenetico gameplay di CoD. Avere dei movimenti più limitati, soprattutto in verticale, ha spostato nuovamente l'attenzione sulla propria capacità di cecchino, oltre che sull'abilità nello sfruttare perk, accessori e streak.

La scelta dell'arma da utilizzare dipenderà quindi non semplicemente dal proprio stile di gioco e dalla modalità affrontata, ma soprattutto dall'arena visitata. Passeggiare con un fucile a pompa in mappe ampie e aperte sarà come invitare i nemici a nozze. Per questo motivo sarà doppiamente importante il modo in cui creeremo il nostro soldato virtuale, scegliendo con cura la Divisione di appartenenza, l'arma equipaggiata e le diverse estensioni applicate. Le Divisioni sono un nuovo modo di intendere la carriera del proprio soldato, dato che ognuna definirà il tipo di arma principale che sarà meglio utilizzare per ottenere un bonus (per esempio gli Airborne sono specializzati nei SMG, i Mountain nei fucili di precisione...) e le missioni che si potranno riscattare dal quartiermastro. Queste consentiranno di ottenere più velocemente XP e bonus vari con i quali personalizzare il proprio soldato.

Guarda su YouTube

In Call of Duty: WWII, oltretutto, le scelte estetiche applicate al nostro alter ego non serviranno semplicemente per distinguersi sul campo di battaglia, ma anche per darsi un tono nel Quartier Generale, un hub sociale, per certi versi simile alla Torre di Destiny, nel quale incontrare gli altri giocatori, recuperare missioni, organizzare le partite e persino trovare i vecchi classici Activision come Pitfall 2. Tra le varie tende sarà possibile trovare un armaiolo, un quartiermastro che distribuirà incarichi giornalieri e settimanali, bacheche aggiornate settimanalmente, un poligono di tiro, un cinema per vedere le migliori partite dei professionisti e un luogo nel quale affrontare uno contro uno un altro giocatore.

Il Quartier Generale non ha un'utilità specifica all'interno dell'economia del gioco, alla fine è possibile fare tutto semplicemente attraverso dei menù piuttosto standard, ma è un'introduzione interessante nella serie, che fa da raccordo tra le diverse anime di COD e dà la possibilità ai giocatori di conoscersi e interagire anche al di fuori delle semplici arene.

Dal Quartier Generale, che potrà essere personalizzato dagli sviluppatori a seconda del periodo dell'anno, sarà possibile avviare sia le classiche partite multiplayer sia la nuovissima modalità Guerra. In questa modalità ad obiettivi le due squadre dovranno confrontarsi per la conquista (o la difesa) di obiettivi variabili in base alla mappa. Dovremo scortare un carro armato, costruire un ponte sotto il fuoco nemico o conquistare le spiagge della Normandia. C'è anche la possibilità di costruire alcune postazioni difensive o ostacoli per l'avanzata dei nemici.

Gridiron mescola in football americano con Uplink.

Guerra è una via di mezzo tra le Rush di Battlefield e Overwatch, con la classica frenesia di Call of Duty a fare da collante. Le mappe sono ben realizzate, strette e lunghe, con interessanti strettoie dove si concentreranno e rimarranno equilibrati gli scontri. Peccato per il numero esiguo di giocatori che rende alcune fasi un po' spoglie. Lo sbarco in Normandia fatto in 6 contro 6, infatti, perde molta della sua epicità. L'altra limitazione è che al momento sono previste solo tre mappe che potrebbero presto esaurire la loro spinta originale. Fortunatamente Sledgehammer sta pensando già a come arricchire anche questa modalità con i prossimi DLC, in modo da offrire sia scenari sempre più spettacolari (forse anche in Italia) sia nuove meccaniche di gioco.

L'ultimo elemento di questo solido pacchetto è rappresentato dalla modalità Nazi-Zombie. In questo caso Sledgehammer ha abbandonato tutte le frivolezze viste negli anni passati concentrandosi sull'atmosfera horror, il cast stellare e una migliore accessibilità. Le meccaniche sono quelle classiche, a parte il fatto che non sarà possibile ricostruire le barricate, l'azione sempre concitata, con decine di zombie che vi piomberanno addosso contemporaneamente. I veterani sapranno già cosa fare, i novizi, invece, potranno sfruttare un nuovo e semplice sistema di indizi che dirà loro la mossa successiva per avanzare nella storia. Chi ha paura di una semplificazione eccessiva non tema troppo, dato che gli indizi saranno del tipo "trova l'interruttore Y per attivare X" lasciando poi al team la necessita di capire dove andare e cosa fare.

Nazi-Zombie quest'anno presenta una formula asciutta e classica, ma non per questo meno divertente delle passate stagioni. L'aver eliminato tutti i fronzoli e l'aver pensato a dare semplici indizi, opzionali per giunta, per aiutare i giocatori meno esperti a familiarizzare con questa modalità, rende l'esperienza più genuina e potrebbe aiutarla a superare la diffidenza che alcuni provano nei confronti della parte cooperativa di CoD: WWII.

Dal punto di vista tecnico Sledghammer non ha rivoluzionato il motore di gioco, ma ha continuato a limare e perfezionare gli strumenti a sua disposizione, rendendo sempre più labile la differenza tra le parti giocate e quelle filmate. Su PS4 Pro l'effetto globale è d'impatto, grazie all'ottima regia con la quale ogni scena è stata confezionata e alla spettacolarità degli scenari scelti per ambientare le diverse battaglie. In alcune scene c'è persino un minimo di distruttibilità, tanto per farci assaporare un possibile futuro per la serie. Eccellenti gli effetti sonori, così come le musiche.

Questa modalità ad obiettivi mescola le dinamiche di Corsa, con quelle di Overwatch.

Call of Duty: WWII non stravolgerà i canoni della serie, ma è nuovamente un capitolo solido in tutte le sue componenti che, grazie al ritorno alle meccaniche passate, riesce ad essere fresco, soprattutto in multiplayer. L'introduzione del Quartier Generale e della modalità Guerra sono le due novità di maggior spicco, che mostrano come Sledgehammer non disdegni la sperimentazione e provi a offrire nuovi modi di intendere la serie di Call of Duty.

Nazi-Zombie offre un'esperienza classica, ma di livello, mentre la campagna, pur non abbandonando quel pizzico di retorica a stelle e strisce e con qualche difetto strutturale, racconta una storia in maniera piacevole e spettacolare, attraverso alcuni degli scenari e delle battaglie più epiche della Seconda Guerra Mondiale. Ma è online, grazie alle mappe dalle dimensioni variabili, alle tante modalità di gioco e al ritorno di un ritmo pur sempre frenetico, ma più ragionato che in passato, che COD: WWII brilla e convince.

8 / 10